venerdì,Aprile 19 2024

Torture nel carcere di Reggio, il pestaggio di Peluso raccontato dai detenuti: «Chiedeva aiuto, pensava di essere ucciso»

Le intercettazioni e le testimonianze raccontano le ore ti aggressione da parte di un gruppo di agenti penitenziari nei confronti di un detenuto campano

Torture nel carcere di Reggio, il pestaggio di Peluso raccontato dai detenuti: «Chiedeva aiuto, pensava di essere ucciso»

«Durante le fasi concitanti dell’accompagnamento coattivo del detenuto Alessio Peluso, si notano alcuni detenuti che dall’interno delle camere di pernottamento sbattono utensili contro le porte in ferro fino anche a gettare oggetti nel corridoio».

La rivolta dei detenuti

È così che i detenuti del carcere San Pietro di Reggio Calabria avrebbero, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti grazie alle telecamere di sorveglianza, manifestato il loro disappunto sul trattamento riservato il 22 gennaio del 2022 al detenuto napoletano.

Quanto accaduto ha portato all’operazione diretta dal Procuratore Giovanni Bombardieri, che ha dato esecuzione a una ordinanza di applicazione di misure cautelari, disposta dal Gip del Tribunale reggino, a carico di 8 appartenenti alla Polizia penitenziaria in servizio alla Casa circondariale “G. Panzera” di Reggio Calabria. 

In particolare, per sei di essi è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre per gli altri due la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio.

Le testimonianze

Dopo la violenza riservatagli durante tutto il tragitto in corridoio, le torture sarebbero avvenute dentro la cella di isolamento. Ma a confermare la versione denunciata dal detenuto, oltre alle telecamere, sono stati gli altri detenuti: «Abbiamo sentito arrivare sette, otto guardie, nove, di preciso non lo so, con caschi… e con i manganelli.

E sono andati davanti al passeggio dove c’è il campo loro cercandolo, che stavano due detenuti fori». Specificando sia di essere a conoscenza della protesta attuata da Peluso sia di aver notato che il detenuto «viene trascinato e picchiato, tanto che hanno iniziato a gridare e a sbattere oggetti metallici sulle celle …” noi abbiamo gridato… gridavano i detenuti e abbiamo battuto alle celle per attirare i ‘attenzione».

Le versioni coincidenti

I racconti sono tanti e in più passaggi viene ripetuto come Alessio Peluso per ore sarebbe stato torturato: «A quell’Alessio – si legge nelle carte relativamente alla testimonianza di un detenuto – l’hanno picchiato per 6-7 ore all’isolamento. Ci chiamava a noi da sopra le finestre…”ragazzi mi stanno uccidendo, chiamate l’Avvocato, mi stanno uccidendo... Ma uno che ci può fare, non ci può fare niente. Contro a questi perdi sempre. Perché poi sono 40 – 50 guardie pieni di manganelli, pieni di caschi, come ti difendi?».

E i detenuti raccontano gli attimi di terrore, la paura per le sorti dell’uomo: «L’hanno schiacciato a quel ragazzo, quello veramente l’hanno schiacciato». Dai racconti emerge come uno dei detenuti preoccupato dalle urla avrebbe anche chiesto un confronto: «Appuntato chiamami il comandante e fallo venire sotto le telecamere, io devo avere notizie del mio paesano, non è corretto ciò che avete fatto siete venuti in 20 a prendere una sola persona e questo non è corretto».

La preoccupazione degli agenti

Ma a commentare telefonicamente quanto accaduto sono anche altri agenti: «Ma non lo so se la colpa sono variegate è che purtroppo poi perdi il controllo perché nessuno è capace di infilarsi nel mezzo e mi dice ehi che state facendo? Non vi permettete, portiamolo tranquillamente… Perchè ne bastava uno per dire non vi permettete, che il detenuto un attimino si…ehm…si tranquillizzava».

In più passaggi delle intercettazioni riportate dagli inquirenti si nota la preoccupazione degli agenti su quanto le telecamere avessero potuto inquadrare e riprendere. 

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