martedì,Aprile 23 2024

Reggio, la mano della ‘ndrangheta sugli appalti appalti comunali: quattro arresti

La Guardia di finanza ha fatto luce su una cordata di professionisti che sarebbero legati ad un clan cittadino. Sequestro preventivo per 11 imprese per un valore di 10 milioni di euro. Coinvolto un carabiniere

Reggio, la mano della ‘ndrangheta sugli appalti appalti comunali: quattro arresti

Quattro imprenditori reggini – legati ad uno dei clan cittadini – grazie alla compiacenza di alcuni funzionari comunali si aggiudicarono una serie di commesse di edilizia pubblica in un solidale sistema di “do ut des”. Questo il teorema della Guardia di finanza di Reggio Calabria secondo cui, in particolare, sarebbe stata accertata l’esistenza di un consolidato sistema illegale fondato su ripetuti favoritismi protratti nel tempo, a fronte di utilità corrisposte ai funzionari pubblici.

Da questa mattina, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, diretta da Giovanni Bombardieri, stanno eseguendo provvedimenti restrittivi della libertà personale degli arresti domiciliari, emessi dalla Sezione gip del Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 4 soggetti ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e turbata libertà degli incanti, con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Contestualmente, è in corso l’esecuzione del sequestro preventivo di 11 imprese attive nel settore edile, per un valore stimato in oltre 10 milioni di euro.

«Le complesse indagini condotte dal Gico del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Reggio Calabria, sotto il coordinamento dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria – si legge in una nota -avrebbero consentito – allo stato del procedimento e fatte salve successive valutazioni in merito all’effettivo e definitivo accertamento della responsabilità – di disvelare l’esistenza di una cordata di imprenditori edili, contigui alla ‘ndrangheta e facenti capo a un unico gruppo familiare, che, grazie a cointeressenze e corruttele di individuati funzionari, sarebbero riusciti, in una trascorsa amministrazione cittadina, ad aggiudicarsi diverse commesse di edilizia pubblica».

Dalle indagini sarebbero, inoltre, emerse gravi condotte perpetrate da un carabiniere, il quale avrebbe consentito a uno degli indagati, sottoposto agli arresti domiciliari, di disattendere sistematicamente le prescrizioni derivanti dalla misura cautelare. «Oltre a ciò, il graduato avrebbe fornito mezzi e apparecchiature tecniche al fine di consentire a soggetti investigati di eludere, tramite vere e proprie “bonifiche” ambientali, eventuali attività di intercettazione condotte a loro carico».

L’esecuzione della misura degli arresti domiciliari nei confronti del militare è stata eseguita con il supporto del Comando Provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia.

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