martedì,Aprile 23 2024

Giustizia, un anno di inchieste e scandali nel Reggino

Dal caso Lucano allo scandalo dell'Università passando dall'arresto del presidente della Reggina e dalla sospensione del sindaco

Giustizia, un anno di inchieste e scandali nel Reggino

A chiudersi è stato un anno che ha visto lentamente riprendere tutta l’attività giudiziaria che, in realtà, è rallentata solo apparentemente a causa del covid. Sono state tante le operazioni che hanno visto le forze dell’ordine e la magistratura smantellare pezzo dopo pezzo la fitta rete che la ‘ndrangheta ha continuato a tessere lungo tutto il territorio reggino.

Ma quello che si sta per chiudere è stato anche un anno dove grandi processi sono stati celebrati, alcuni conclusi, altri ancora in corso. Quel che è certo è che le storie che abbiamo raccontato in questi mesi hanno portato Reggio Calabria, in molti casi, alla ribalta nazionale e non per le sue bellezze.

Caso Rositani

Basti pensare al caso di tentato femminicidio di Maria Antonietta Rositani. Una donna diventata simbolo della lotta alla violenza sulle donne. Una moglie e una madre sopravvissuta al suo aguzzino che ha avuto il coraggio di affrontarlo in aula e attendere quella che sarebbe poi diventata una sentenza storica. La condanna a 18 anni di carcere nei confronti dell’ex marito Ciro Russo è diventata un monito e uno stimolo per tante donne a denunciare.

Caso Lucano

E a diventare un caso nazionale e mediatico è stato anche il processo all’ex sindaco Mimmo Lucano anche lui diventato un personaggio discusso. Un uomo che ha diviso e unito e che ha di certo rimesso in discussione tutto il sistema di accoglienza di migranti e rifugiati. «Non provo rancore né vendetta verso nessuno, nonostante tanti anni di sofferenza, al netto di quello che sarà l’esito di questa vicenda». Mentre in corte d’Appello a Reggio Calabria il processo “Xenia”, l’ex sindaco non ha mai perso occasione per ribadire la sua posizione rispetto alla richiesta di 10 anni e 4 mesi di reclusione formulata nei suoi confronti dalla Procura generale.

Scandalo Mediterranea

E se singole realtà hanno conquistato la ribalta nazionale, ad essere deflagrato inaspettatamente è stato lo scandalo che ha coinvolto l’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Ancora una volta abbiamo raccontato il coraggio di una donna che da sola ha fatto saltare un sistema fatto di raccomandazioni che ha messo da parte per molto tempo la meritocrazia.

Processo Miramare

Ed è stato un anno tormentato anche per la politica in riva allo Stretto che ha dovuto fare i conti con la legge Severino scaturita dalle risultanze del Processo “Miramare” che ha visto coinvolto, tra gli altri, il sindaco sospeso Giuseppe Falcomatà. Per lui la conferma della condanna per abuso d’ufficio anche in appello. La Corte d’appello, ha riformato la sentenza di primo grado del Tribunale di Reggio che, nel novembre 2021, aveva condannato il sindaco a un anno e 4 mesi, condannando il primo cittadino alla pena di un anno.

Arresto del presidente della Reggina

In una citta dove luci e ombre sembrano andare a braccetto anche lo sport è finito sotto scacco. E a far parte a pieno titolo delle operazioni che hanno scosso la città è stata quella che ha visto l’ex presidente della Reggina Luca Gallo arrestato dalla Guardia di Finanza di Catania con l’accusa di bancarotta fraudolenta per il fallimento di due società .

Processo ‘Ndrangheta Stragista

Ma questo è stato anche l’anno della riapertura di un grande processo, ?N dragheta Stragista, quello che vede alla sbarra il boss di Cosa nostra, Giuseppe Graviano, e il capobastone della ‘ndrangheta di Melicucco, Rocco Santo Filippone. Entrambi sono stati condannati in primo grado all’ergastolo per il duplice omicidio dei carabinieri Vincenzo Fava e Antonino Garofalo, avvenuto 18 gennaio 1994 a Scilla, mentre pattugliavano l’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Il processo ancora in corso alla Corte d’Appello di Reggio Calabria vuole fare luce sui rapporti che si intersecano, a partire dagli anni 80/90 tra massoneria deviata, politica e ‘ndrangheta e che sta vedendo diversi pentiti susseguirsi nel racconto di una parte di storia che ha segnato l’intera nazione.

Inchiesta Eyphemos

Non può passare inosservato nel racconto di questo 2022, l’inchiesta che ha visto richiesti quasi 500 anni di carcere dalla procura antimafia di Reggio Calabria nei confronti di 39 imputati finiti nella maxi inchiesta denominata Eyphemos e che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario. Un’inchiesta che ha decapitato il ramo della cosca Alvaro che opera nel comune di Sant’Eufemia d’Aspromonte, ha portato in carcere diversi esponenti politici e allo scioglimento per infiltrazioni mafiose del piccolo comune aspromontano della provincia di Reggio Calabria. Nell’inchiesta sono finiti, tra gli altri, l’ex consigliere regionale Domenico Creazzo (ed ex sindaco di Sant’Eufemia), arrestato pochi giorni dopo la sua elezione a Palazzo Campanella nella lista di Fratelli d’Italia, e il parlamentare di Forza Italia Marco Siclari, già condannato a 5 anni e 4 mesi di carcere nel processo in abbreviato.

Mandamento Jonico

E la zona della locride ha visto concludere un processo storico, Mandamento Jonico. Il verdetto di secondo grado della Corte d’Appello di Reggio ha inflitto quasi 500 anni di carcere alle cosche della Locride. Il processo era nato da un’inchiesta della Dda di Reggio Calabria che nel luglio 2017 aveva portato all’arresto di 168 persone. Si trattava di soggetti accusati di reati come associazione mafiosa, tentato omicidio, sequestro di persona, rapina, traffico di droga, trasferimento fraudolento di valori, rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio, abuso d’ufficio, truffa, frode nelle pubbliche forniture e turbata libertà degli incanti. Tutte accuse, queste, aggravate dalla finalità di agevolare l’organizzazione mafiosa.

Nuova Linea

Stessa sorte per l’area della Costaviola segnata, in questo 2022, da una imponente operazione che ha smantellato quella che è stata definita dagli inquirenti come la “Nuova linea”. Stando alle indagini, Fulco aveva assunto il ruolo direttivo della cosca ricevendo, in questo senso, l’avallo della cosca Alvaro e dando vita alla cosiddetta “nuova linea” di ‘ndrangheta (da qui il nome dato all’operazione) nel territorio scillese.

Secondo la Dda, il gruppo criminale Nasone-Gaietti avrebbe messo in atto una lunga serie di estorsioni ai danni di numerosi imprenditori impegnati in lavori pubblici ed imposto ai ristoranti della zona la fornitura di pesce e pane, commercializzati da imprese governate in modo occulto da alcuni affiliati.

Inchiesta Revolvo

E per concludere un anno già denso di attività, l’ultimo solo in ordine cronologico ad essere attenzionato è stato il Comune di Reggio. L’inchiesta Revolvo, coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Giuseppe Lombardo e dal sostituto della Dda Sara Amerio, condotta dalla guardia di finanza, ha portato agli arresti domiciliari i tre fratelli Francesco, Giovanni e Filippo Gironda, rispettivamente di 74, 72 e 63 anni, ha visto indagati anche sette funzionari pubblici dipendenti del Comune di Reggio Calabria.

Nelle carte emerge come il «”metodo mafioso” continui a rappresentare, a Reggio Calabria, una vera e propria cultura, tanto da riuscire a permeare ogni settore dell’economia locale, soprattutto quello dei lavori pubblici garantendo cosi l’assegnazione di appalti, lavori e commesse pubbliche a imprese che per quanto mafiose, ovvero riconducibili ad ambienti criminali, sono riuscite, attraverso schermature societarie ovvero pratiche associative a risultare “amiche” del funzionario pubblico di turno grazie a consolidate e continue pratiche corruttive».

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