martedì,Aprile 23 2024

Messina Denaro, il custode dei segreti della “trattativa” che passa anche dalla Calabria

Il super latitante, catturato oggi dopo 30 anni, è citato più volte nel processo “Ndrangheta stragista”

Messina Denaro, il custode dei segreti della “trattativa” che passa anche dalla Calabria
È l’uomo che si ritiene essere in possesso dei segreti che hanno portato alle stragi e alla presunta trattativa Stato-mafia, Matteo Messina Denaro. E buona parte di questi segreti passano anche dalla Calabria e sono emersi nel corso del processo ‘Ndrangheta stragista arrivato alle battute finali. Diversi sono i passaggi in cui teste e pentiti ricollegano i fili tentando di ricostruire i rapporti tra cosche siciliane e calabresi. Ed è un passaggio da non sottovalutare perché quando si parla di Matteo Messina Denaro non si fa riferimento solo al capomafia di Castelvetrano, ma al vertice di Cosa nostra che avrebbe mantenuto i rapporti con la ‘ndrangheta, negli affari della droga e non solo. Una teoria che ha preso forma nel processo ‘Ndrangheta stragista facendo emergere come Cosa nostra e ‘ndrangheta viaggino all’unisono. L’accusa rappresentata dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo ha puntato tutto sul voler dimostrare come Cosa nostra e ‘ndrangheta fossero unite nella strategia stragista degli anni 90 ma anche da affari e nella pianificazione degli attentati contro magistrati in prima linea nella lotta al sistema criminale.

Strategia comune

Numerosi sono stati, infatti, i riferimenti dei collaboratori di giustizia ai contatti e alle riunioni di inizio anni 90 per concordare una strategia comune di attacco allo Stato. Il tutto nel tentativo di ricostruire il presunto e comune disegno eversivo delle due organizzazioni criminali, di cui farebbe parte anche il duplice omicidio dei carabinieri Antonino Fava e Giuseppe Garofalo. Non è un caso se il processo vede alla sbarra il boss di Cosa nostra, Giuseppe Graviano, e il capobastone della ‘ndrangheta di Melicucco, Rocco Santo Filippone.

Le rivelazioni di Brusca

E fu proprio il collaboratore di giustizia Giovanni Brusca, già sentito dalla Procura di Reggio Calabria, il 2 ottobre 2018, che rispondendo alle domande di Lombardo, pur non sapendo nulla di specifico sul delitto, riferì dei rapporti tra i calabresi ed i siciliani, nel corso del tempo. Relazioni che vedevano come protagonista proprio il capo dei capi, Totò Riina. E durante l’interrogatorio Brusca confermò che era stato proprio Matteo Messina Denaro a riferire gli incontri che portarono poi alla trattativa Stato-mafia.

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