Messina Denaro, il custode dei segreti della “trattativa” che passa anche dalla Calabria
Il super latitante, catturato oggi dopo 30 anni, è citato più volte nel processo “Ndrangheta stragista”

È l’uomo che si ritiene essere in possesso dei segreti che hanno portato alle stragi e alla presunta trattativa Stato-mafia, Matteo Messina Denaro. E buona parte di questi segreti passano anche dalla Calabria e sono emersi nel corso del processo ‘Ndrangheta stragista arrivato alle battute finali.
Diversi sono i passaggi in cui teste e pentiti ricollegano i fili tentando di ricostruire i rapporti tra cosche siciliane e calabresi. Ed è un passaggio da non sottovalutare perché quando si parla di Matteo Messina Denaro non si fa riferimento solo al capomafia di Castelvetrano, ma al vertice di Cosa nostra che avrebbe mantenuto i rapporti con la ‘ndrangheta, negli affari della droga e non solo.
Una teoria che ha preso forma nel processo ‘Ndrangheta stragista facendo emergere come Cosa nostra e ‘ndrangheta viaggino all’unisono. L’accusa rappresentata dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo ha puntato tutto sul voler dimostrare come Cosa nostra e ‘ndrangheta fossero unite nella strategia stragista degli anni 90 ma anche da affari e nella pianificazione degli attentati contro magistrati in prima linea nella lotta al sistema criminale.