Sequestro beni ai Berna, la replica dell’avvocato di Alessandro Nicolò
Le precisazioni del legale

«Nell’interesse dell’onorevole Alessandro Nicolò – precisa l’avvocato Giuseppe Renato Milasi – ed in relazione all’articolo apparso oggi 3 febbraio 2023 sulla Vostra testata dante notizia del sequestro dei beni disposto dal Tribunale Misure di Prevenzione ed eseguito a carico di due imprenditori reggini, dei quali uno raffigurato in foto, ed entrambi identificati per i germani Berna, osservo: in disparte dall’esibizione della fotografia dell’onorevole Nicolò nel titolo, che mi sembra non necessaria né pertinente rispetto alle necessità dell’informazione, posto che la misura preventoriale non è stata emessa certamente a suo carico, comunque nel corpo dell’articolo leggo che si fa riferimento, con adeguato virgolettato, a dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia De Rosa, ovvero la narrazione di un episodio di incontro conviviale di vertice di soggetti apicali della criminalità organizzata, nel corso del quale sarebbero state elaborate riservatamente strategie politiche elettorali non disgiunte da correlate delinquenziali».
«Questa ricostruzione dell’evento – prosegue l’avvocato – giammai ovviamente altrimenti riscontrato, a parere della Procura della Repubblica di Reggio Calabria, corroborava il sospetto di collusione mafiosa dei due prevenuti che al summit avrebbero partecipato e dell’onorevole Nicolò che pure vi avrebbe presenziato. Orbene, a riscontro negativo di quanto viene affermato, premesso malinconicamente che giustapporre la solita e solenne protesta di innocenza dell’interessato calunniato non avrebbe alcuna incidenza per rimuovere la falsità del riferito e la gravità dell’oltraggio, mi sembra invece più utile trasmetterVi di seguito trascritto quanto fu dichiarato dal titolare del locale pubblico in cui sarebbe avvenuta la riunione incriminata, non appena furono note le dichiarazioni del De Rosa, esattamente coincidenti con quelle riportate nell’articolo odierno, allorché il 31 luglio 2019 furono divulgate da una testata telematica locale che però, successivamente, riportò la puntuale nota di rettifica che gli era stata rimessa», precisa ancora l’avvocato Giuseppe Renato Milasi.
«Questo è il testo pubblicato in data 8 agosto 2019, rimossi i dati individuativi che non appare opportuno trascrivere per doverosa tutela della privacy :
“In nome e per conto del sig. F. R., titolare dell’Agriturismo ” ( omissis ) ” sito in Saline Joniche, ( omissis ) , con la presente espongo quanto segue.
In data 31 luglio 2019, veniva pubblicato l’articolo “Quella riunione elettorale che sembrava un summit di Ndrangheta: tutte le accuse ad Alessandro Nicolò”. In tale articolo si leggeva che “Proprio De Rosa ricorda di aver partecipato ad una riunione politica che si era tenuta presso una “sala privata” dell’Agriturismo – Ristorante ( omissis) a Saline Joniche… A Saline, in un agriturismo Alessandro fece una cena, Alessandro Nicolò, dove c’era anche Demetrio Berna, c’eravamo io e c’era Ferlito, e c’erano tutti i ragazzi della cosca…sembrava un summit non sembrava una riunione elettorale…”.
( omissis ).
1) La struttura ( omissis ) non ha mai avuto quale ospite il sig. Nicolò Alessandro, né lo stesso ha mai effettuato prenotazioni nel locale per cene o altri eventi conviviali.
2) l’agriturismo ( omissis ) non dispone di una “sala privata/riservata”, poiché l’unica parte della struttura che può essere considerata appartata è costituita da una saletta (nella quale possono essere ospitati al massimo venti persone) e la stessa ha delle aperture che si affacciano nella sala principale e nel bar di servizio che non permettono quella riservatezza che in quello scampolo di dichiarazioni si voleva far risaltare“.
Seguono le firme del titolare del locale pubblico e del legale che curò la richiesta di pubblicazione. In claris, non fit interpretatio», conclude l’avvocato Giuseppe Renato Milasi.