venerdì,Marzo 29 2024

‘Ndrangheta stragista, giovani in piazza a sostegno dei magistrati: «Che la storia non si ripeta»

Arrivano dalla Sicilia e da tutto il paese per prendere posizione contro la mafia e stare al fianco del pm Lombardo nel giorno della requisitoria

‘Ndrangheta stragista, giovani in piazza a sostegno dei magistrati: «Che la storia non si ripeta»

Lunedì 27 febbraio sarà un giorno importante. È il giorno in cui il procuratore generale Giuseppe Lombardo terminerà la requisitoria del processo ‘Ndrangheta stragisa. Ma nonostante sia destinato a diventare un processo che «cambierà la storia», non ha guadagnato la ribalta mediatica.
Questo non ha fermato i giovani, quelli che le stragi non le hanno vissute, non erano nati. Giovani che, però, conoscono la storia di sangue che ha segnato gli anni ’90. E non vogliono che questa si possa ripetere.

Non sono i giovani disinteressati, disinformati e disorientati che spesso vengono dipinti come non partecipi attivamente alla società. Tutt’altro, sono coraggiosi e vogliono stare in prima linea, prendendo posizione netta e contraria a ogni forma di criminalità organizzata.

Proprio per questo, i giovani dei movimenti Our Voice, Attivamente e Saturna, saranno davanti alla Corte d’Appello di Reggio Calabria per sostenere il pm del processo ‘Ndrangheta stragista, Giuseppe Lombardo, i magistrati della DDA e le forze dell’ordine attualmente impegnate nella ricerca della verità sulle stragi e su pezzi fondamentali di storia del nostro Paese.

Le stragi

«Noi non abbiamo vissuto gli anni delle stragi e degli attentati, dove si moriva sotto il fuoco della mafia, ma anche, purtroppo, dello Stato-mafia. Non vogliamo che la storia si ripeta. Conoscere la verità su questi fatti e sulla storia della nostra Repubblica è un diritto che ci appartiene, come giovani e come cittadini».

«Abbiamo sentito l’esigenza di organizzare questo presidio, perché siamo profondamente indignati rispetto al silenzio politico e mediatico che circonda questo processo storico», ci ha detto Marta Capaccioni di Or Voice.

«A distanza di 30 anni dalle stragi del 1992 e del 1993 stanno emergendo fatti e verità gravissime ed inquietanti, taciute da tutti i Governi che si sono succeduti e che continuano a condizionare ancora oggi la vita di tutto il popolo italiano. Come emerge da questo processo, nella strategia stragista non era coinvolta solo Cosa nostra, ma anche la ‘Ndrangheta».

La politica

Non si rispecchiano in quella politica che, come emerso dal processo, negli anni avrebbe «mantenuto rapporti e ottenuto sostegno dalla criminalità organizzata. Un appoggio, come emerge dalle indagini, arrivato anche dalla massoneria occulta.

Non possiamo accettare che ci siano sentenze dove si afferma che dietro la morte di magistrati, forze dell’ordine, civili e bambini innocenti, ci fu la connivenza di soggetti appartenenti ai servizi segreti deviati e a contesti politici e massonici, i quali agirono, nel migliore dei casi favoreggiando la mafia e nel peggiore, utilizzandola come “braccio armato”».

Si dicono indignati dalle verità emerse da questo processo che potrebbe riscrivere la storia d’Italia.
«Come giovani – ha detto Marta – non possiamo accettare come “normale” tutto questo, soprattutto in un Paese che si dichiara “civile e democratico”. In particolare, quando molti degli esponenti politici ed istituzionali coinvolti in tali fatti siedono oggi, o fino a pochi anni fa, nelle stanze del Parlamento e continuano a condizionare la vita politica (regionale e nazionale), sociale, economica e culturale di tutti noi. È nostro dovere non lasciare soli quei pochi magistrati e quelle parti di Stato che oggi, nonostante depistaggi, segreti e silenzi di Stato, delegittimazioni e soprattutto isolamenti istituzionali e mediatici, hanno il coraggio e la forza di continuare a cercare la verità».

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