venerdì,Marzo 29 2024

L’egemonia delle cosche De Stefano e Condello e l’infiltrazione nell’affaire Eurospin

Nel dipanare la matassa di interessi economici e finanziari delle ‘ndrine, fondamentale è stato l’apporto dei collaboratori di giustizia

L’egemonia delle cosche De Stefano e Condello e l’infiltrazione nell’affaire Eurospin

L’affaire Eurospin, scoppiato ieri con l’avvio di un periodo di amministrazione giudiziaria applicata a diversi punti vendita presenti sul territorio reggino, racconta la ramificazione delle cosche di ‘ndrangheta sul territorio. Evidente, dalle carte dell’inchiesta, la presenza soffocante di una criminalità organizzata. Una presenza che ha imposto il controllo su realtà imprenditoriali e commerciali. inquinando e controllando l’economia, impedendo un sano sviluppo.

L’operazione

Il periodo oggetto di attenzione investigativa si è dipanato dal 2011 ai giorni nostri. Si tratta di un decennio nel quale, confermano gli inquirenti, sono stati diversi i procedimenti avviati e definiti dalla Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Un lavoro che ha consentito di tracciare un quadro sufficientemente nitido delle dinamiche correnti nella ‘ndrangheta reggina. Il tutto sino a giungere alle misure cautelari emesse nei recentissimi procedimenti.

In particolare è stato cristallizzato l’interesse di specifiche consorterie che hanno agevolato l’esercizio delle attività economiche dell’impresa. Gli inquirenti mettono nero su bianco la mappa geografica di questi interessi. Di come le cosche egemoni abbiano allungato la loro ombra tramite referenti di fiducia. 

Storia criminale

È un pezzo di storia criminale reggina quella che emerge dalle carte di quest’operazione. «Si tratta di cosche storicamente dominanti ed influenti ben oltre il territorio d’origine. Cosche le cui fibrillazioni interne avevano generato la seconda sanguinosa guerra di mafia. E che, con il tempo, hanno recuperato un’unitarietà d’intenti, funzionale ad amplificare ulteriormente la propria influenza criminale su tutto il territorio cittadino ed aree limitrofe.

In particolare, gli ultimi accertamenti riuniti e confluiti nel procedimento Epicentro, evidenziano la leadership della cosca De Stefano, attraverso il ruolo autorevole e carismatico svolto e riconosciuto al suo dirigente apicale, prò tempore, Carmine De Stefano». 

L’espansione nera 

L’espansione commerciale sul territorio, compresa l’edificazione e la ristrutturazione di alcuni punti vendita Eurospin, «sarebbero avvenuti attraverso imprese formalmente intestate a prestanome, ma di fatto gestite da imprenditori contigui alla criminalità mafiosa locale. Il tutto favorendo anche in maniera indiretta l’arricchimento delle consorterie criminali. In tale contesto sarebbe emerso che l’infiltrazione mafiosa avrebbe fortemente condizionato le scelte aziendali dell’impresa committente».

Ed è la cosca Condello ad aver espanso «i suoi interessi al controllo del territorio del quartiere di Gallico ed a quello del comune di Villa San Giovanni. Grazie al ruolo carismatico svolto da Domenico Condello (detto Mico Gingomma, fratello di Demetrio). 

L’espansione della cosca Condello sul territorio di Villa San Giovanni, è accertata con la sentenza Sansone, individuando quali diligenti Andrea Carmelo Vazzana e Paolo Tripodi.

Mentre con la sentenza Thalassa è accertato il ruolo di dirigenti della cosca e protagonisti della sua infiltrazione nel settore dell’edilizia, dei fratelli Andrea e Francesco Vazzana; il primo anche quale garante del ruolo dominante della cosca sul territorio di Gallico». 

La ricostruzione

In sostanza, dalla ricostruzione emersa nelle carte, la cosca Condello aveva «continuato a mantenere un controllo su quel territorio. Attraverso personaggi locali più direttamente coinvolti ed esposti nel suo governo criminale. Perdendo, tuttavia, la sua egemonia, a cagione della frammentazione degli interessi dei litigiosi esponenti della ‘ndrangheta gallicese e per l’assenza, tra questi, di soggetti dotati del carisma e dell’autorevolezza criminale, necessari a placare le ricorrenti fibrillazioni».

E uno dei protagonisti delle dinamiche mafiose correnti nel quartiere di Gallico, individuato dagli inquirenti, è Antonino Mordà. «Si tratta di un imprenditore attivo in una pluralità di attività commerciali. Molte delle quali inquinate da modalità operative frodatone e viziate da imponenti evasioni fiscali, con connessi flussi finanziari. Sottoposto alla misura cautelare della custodia in carcere, in relazione alla sua più risalente partecipazione alla Ndrangheta, quale componente della cosca Araniti».

I pentiti

E nel dipanare la matassa di interessi economici e finanziari delle ‘ndrine, fondamentale è stato l’apporto dei collaboratori di giustizia. Come emerge dallo spaccato fotografato nel verbale d’interrogatorio del 14.9.2020 del pentito Maurizio De Carlo. L’uomo aveva chiosato «in termini di schietta spontaneità, mentre era intento a riferire dei rapporti tra Giampiero e Gangemi ed il Mordà. In relazione alla costruzione in Gallico del supermercato a marchio Eurospin. Il profilo criminale in ascesa del Mordà sul territorio gallicese, in esito alla stringente relazione avviata con Demetrio Condello, diligente apicale dell’omonima cosca».

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