Reggio, il Tar: «Senza vincolo diretto non è possibile opporsi alla demolizione e ricostruzione di un fabbricato»
I giudici amministrativi reggini hanno così deciso dopo il diniego della Soprintendenza archeologica riguardante un immobile, che sorge a Pellaro, sottoposto a vincolo paesaggistico
La Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, in assenza di vincolo diretto, non può opporsi alla demolizione e fedele ricostruzione di un fabbricato. È quanto affermato dal Tar di Reggio Calabria, che ha accolto il ricorso di un cittadino, patrocinato dall’avvocato Domenico Iofrida. L’episodio esaminato dai giudici amministrativi reggini riguarda il corretto rispetto del vincolo paesaggistico esistenza nella periferia sud di Reggio Calabria e, nello specifico, nel quartiere di Pellaro.
La vicenda
Tutto nasce dalla presentazione di una Scia per un intervento di ristrutturazione, mediante demolizione e ricostruzione, di un fabbricato sito a Pellaro. L’area di intervento è sottoposta a vincolo paesaggistico e così il proprietario presenta domanda di autorizzazione paesaggistica secondo quanto previsto dalla legge. La Città metropolitana rilascia parere favorevole ritenendo che «le trasformazioni conseguenti alla realizzazione delle opere sopra descritte non inducano effetti pregiudizievoli alle valenze paesaggistiche riconosciute dal vincolo e che non sia negativo l’impatto percettivo sul contesto contermine e sulle sue componenti ambientali».
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