Inchiesta Glicine, chiesto il rinvio a giudizio per Oliverio, Sculco, Adamo, Romeo e altri 122 indagati
L’ex governatore rischia il processo insieme agli ex consiglieri regionali per un presunto «comitato d’affari per la gestione delle elezioni e degli enti pubblici». Tra le parti offese anche la presidenza del Consiglio dei ministri
di Luana Costa – Dovranno comparire il prossimo 6 maggio dinnanzi al Gup del Tribunale di Catanzaro i 126 indagati nell’ambito dell’inchiesta istruita dalla Dda e denominata Glicine. Tra coloro i quali rischiano il processo vi sono l’ex parlamentare Nicola Adamo, l’ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, l’ex consigliere regionale Sebi Romeo e l’ex consigliere regionale Vincenzo Sculco.
L’inchiesta
A vario titolo accusati di far parte di un presunto comitato d’affari per la gestione delle campagne elettorali di ogni livello – comunali, provinciali, regionali – ma anche per assumere il controllo di enti pubblici. Turbata libertà degli incanti, turbata libertà di scelta del contraente, corruzione, abuso d’ufficio oltre che reati elettorali, sono queste solo alcune delle accuse che la direzione distrettuale antimafia di Catanzaro muove nei confronti degli indagati.
Il presunto comitato d’affari
Nello specifico, associazione a delinquere al fine di commettere una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione è il reato contestato all’ex parlamentare Nicola Adamo, all’ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, all’ex consigliere regionale Vincenzo Sculco, all’ex consigliere regionale Sebi Romeo.
Il pacchetto di voti di Enzo Sculco
Tutti sarebbero stati d’accordo nell’elaborare un accordo che avrebbe consentito di convogliare un pacchetto di voti – garantito sul territorio crotonese da Vincenzo Sculco – a sostegno della candidatura di Mario Oliverio nelle competizioni regionali da tenersi tra il 2019 e il 2020 in cambio della candidatura di Flora Sculco, in qualità di consigliere regionale. Anche Sebi Romeo avrebbe assicurato il suo sostegno.
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