Operazione “Arangea”, i dialoghi di Memé Gullí con il cognato consigliere comunale: «Li cappottano a tutti»
Il coordinatore cittadino di FI, non indagato né coinvolto, è stato interccettato con uno dei protagonisti dell'inchiesta
Non è indagato, né dagli atti emerge un qualche riferimento alla sua attività politica. Ma tra le carte dell’operazione “Arangea” spunta anche il nome del consigliere forzista del comune di Reggio Calabria Antonino Maiolino. Pur non essendo coinvolto nella vicenda, infatti, Maiolino è stato intercettato in una conversazione con il cognato Gullì Carmelo detto Memè che, invece, è tra i principali indagati nell’inchiesta della Dda reggina che ha puntato i riflettori quartiere sud della città.
Il fatto
Non ci sono solo il traffico di cocaina e le estorsioni tra gli affari di Carmelo “Memè”. E lo si evince anche nella vicenda riportata nelle carte risalente al 2021. Gli inquirenti hanno ricostruito come Gullì criticava la scelta di Tommaso Paris di avviare la sua attività, in virtù della vicinanza con quella di Pasquale Federico. «Pure queste pompe funebri che ha fatto. Che si è acchiappato con Pasquale, lo hanno saputo tutti, e… », anche se Maiolino evidenziava come la situazione fosse stata chiarita da Paris che si era evidentemente giustificato. «Ma si è giustificato, so …inc… (…)Ma si è giustificato, so … inc…».
L’intercettazione
Forzature, pressioni e controllo. Un territorio supervisionato costantemente. Gullì, infatti, secondo la ricostruzione delle intercettazioni, continuava sull’argomento, sottolineando lo sbaglio commesso dal Paris il quale, a fronte dei divieti, aveva fatto una “forzatura”, aprendo lo stesso l’attività. «Ma l’hanno saputo tutti, capito? Cioè, una cosa … (…)Ma l’hanno saputo tutti, capito?( …) Che lui gli ha fatto la forzatura e se l’è aperta lo stesso. Al cimitero va dai vecchietti: “ve li faccio io i muri” e …».
Così iniziava una serie di commenti dei tre, con Maiolino che raccontava come Pasquale Federico avesse affrontato Paris. «Vedi che si è sfogato Pasquale. lo so che gli ha detto qualcosa Pasquale. (…) L’altra sera quando mi hai incontrato l’altra sera pure …» e con il Gullì che criticava il comportamento eccessivamente remissivo del Federico. «Pasquale non vale niente, Pasquale è uno stolto, perché se era un altro … se c’era tuo zio Umberto coglioni faceva. Pasquale è un mongoloide».
E poi, precisava come, in occasione della problematica sorta con Paris, Federico si fosse rivolto agli uomini della cosca, sebbene questi ultimi siano stati poco propensi nei suoi confronti a causa del comportamento poco “collaborativo” da egli tenuto in passato. «Non ha cacato mai nessuno, non ha fatto mai a nessuno, quando gli è capitata questa cosa andava cercando acqua fresca … inc … da uno e da un altro. E le persone dicono: “dove hai passato l’inverno passati l’estate. Quando venivamo a chiederti aiuto ci hai girato le spalle … e ora vieni a… “(. ..) E ora vieni a… vieni a… che vuoi l’insalata condita? Fottitela tu ora».
Una vicenda attenzionata dagli inquirenti che infine, hanno evidenziato la constatazione di Maiolino che criticava nuovamente Paris per aver avviato l’agenzia di pompe funebri in prossimità di quella di Federico. «Eh, però è stato scorretto Paris … gliel’ha aperta proprio di lato … inc … », Gullì chiosava: «Tonino, queste cose li pagherà tutte. Lui nel carcere se la faceva piangendo. Faceva cattive figure con tutti. Lui, agli altri detenuti, non puoi piangere davanti alle persone. Piangeva dentro il carcere, tutti lo prendevano a botte di stolto. Stavolta, gli è andata bene la prima volta, ma stavolta non gli va bene.
E poi vanno e si ammazzano tutti, vedi che ‘Ntoni Paris si buttava nella panchina e piangeva dalla mattina alla sera. Là, di fronte a casa mia. Gli era presa la depressione, si era esaurito, eccetera eccetera. Ma non si sono castigati. Queste cose le paghi, c’è poco da fare», facendo così intendere come il Federico, evidentemente al corrente dell’esistenza di una attività di indagine, avrebbe atteso che la situazione si calmasse, per poi colpire il suo concorrente. «Eh. Loro ormai che ti pensi, le indagini, e… tutto, tutto pr …, hanno tutto. Ora aspettano (…) Appena è gli minano una briscola che li fanno, li cappottano a tutti».
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