Siccità e cantieri, i No Ponte sabato ancora in piazza a Messina per contrastare la maxi opera
Terza manifestazione in pochi mesi contro l'attraversamento stabile tra Calabria e Sicilia con lo slogan "vogliamo l'acqua nel rubinetto, non il ponte sullo Stretto"
di Vincenzo Imperitura – I lavori decennali previsti a Villa e a Messina, le ripercussioni ambientali che attendono il territorio, il timore che il maxi cantiere da 14 miliardi di euro possa creare altre devastanti cattedrali nel deserto in un territorio che ne è già saturo. E poi le paure sul “decreto spezzatino” che permetterà la divisione in stralci del progetto (scorciatoia che consentirà di bypassare, di fatto, il progetto definitivo in favore di una progettazione esecutiva da realizzarsi poco alla volta), la stretta annunciata dal Governo contro le manifestazioni in opposizione alle opere ritenute strategiche e la tremenda crisi idrica che stringe al collo l’intera area dello Stretto e che potrebbe aggravarsi a causa dei lavori: sono tanti i motivi che spingono il popolo No Ponte a tornare in piazza per la terza volta in pochi mesi per schierarsi contro la costruzione dell’opera su cui si fantastica (e si spende, grazie a milioni di euro pubblici fagocitati dalla Stretto di Messina in stipendi, studi e consulenze) da più di mezzo secolo.
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