Emergenza giustizia, Dominijanni: «Politica sorda alle nostre istanze, così è difficile rinsaldare il rapporto con i cittadini»

«Dobbiamo dare una risposta ai cittadini e dobbiamo farla attraverso le norme che il Parlamento ci dà. Dobbiamo confrontarci su come dare effettiva risposta dal punto di vista dell’efficienza ai cittadini per quanto concerne le loro pretese».

La riforma della Giustizia rimane al centro del dibattito pubblico ma pur passando i mesi non cambiano quelle situazioni d’emergenza che, tanto a Reggio Calabria quanto nel resto d’Italia, mettono l’intero settore in difficoltà rendendo quasi impossibile rispondere in modo puntuale alle richieste del territorio. E il procuratore generale Gerardo Dominijanni ha confermato come sull’argomento si «scontrano due tesi di pensiero, due interessi contrastanti. L’interesse all’efficienza che significa dare risposte rapide, con l’interesse anche a dare risposte corrette e giuste. E su questo dobbiamo confrontarci. Come queste due esigenze vanno tra di loro confrontate. Il problema è che a livello nazionale non recepiranno molto. Noi abbiamo già chiesto delle modifiche prima dell’introduzione della legge Cartabia per quanto concerne alcuni aspetti per problematici ma non c’hanno ascoltato. Per cui ci troviamo ad affrontare una situazione che al di là degli organici, e scusi la battuta, è proprio disorganica rispetto alla finalità». 

Spazi e organici sempre troppo risicati rispetto a una mole di lavoro che non accenna a diminuire in territori che chiedono alla giustizia una risposta pronta e certa. «Ci chiedono di raggiungere un’efficienza ottimale ma i mezzi non ci sono. E questo non impatta solo a Reggio Calabria ma su tutta su tutta l’Italia. Il problema è che in questo momento la politica è sorda all’istanze della giustizia che non sono istanze di parte ma sono istanze che devono favorire direi il rapporto tra giustizia e cittadini».