Migranti, gli sbarchi aumentano ma notizie e informazioni diminuiscono
Confermata la tendenza delle autorità a nascondere informazioni. E il bavaglio non risparmia neanche volontari e mediatori
Numeri lontani rispetto a quelli relativi allo scorso anno, quando gli sbarchi registrati furono il triplo. L’improvvisa inversione di tendenza sugli arrivi dei migranti lungo le coste calabresi, con 1.000 persone soccorse negli ultimi due giorni, ha fatto tuttavia scattare il campanello d’allarme dalle parti del Governo. Di questo migliaio di profughi circa il 50% è giunto al porto di Roccella Jonica in quattro diverse operazioni di soccorso, passate nel quasi più totale anonimato da parte dei media.
Senza voler gridare al complotto e chiamare in causa qualcuno, le attività di salvataggio delle ultime settimane confermano l’attitudine delle autorità a nascondere informazioni. Sui soccorsi in mare è calato di nuovo il silenzio, come se fossero operazioni “a porte chiuse”, mentre si tratta di portare in salvo uomini, donne e bambini. Un bavaglio che non risparmia volontari e mediatori impegnati sul campo, richiamati all’ordine dai loro superiori.
Quella del silenzio su quanto accade in mare sembra essere diventata la regola, come accaduto per il tragico naufragio di metà giugno proprio a largo di Roccella Jonica. Dopo i comunicati coi primi ritrovamenti dei cadaveri dei circa 70 dispersi, non si è saputo più nulla. Sin da subito per i giornalisti reperire notizie utili nel rispetto del sacrosanto diritto di cronaca è stata impresa complicata. Solo grazie al lavoro del giornalista Sergio Scandura di Radio Radicale, che ha reso pubblico sul suo profilo X, si è riusciti a conoscere alcune comunicazioni interne della Guardia costiera.
Così come sotto silenzio è passata la visita del capo dipartimento immigrazione del Viminale a Roccella Jonica Laura Lega per un sopralluogo sul molo dove è allestita la tensostruttura per la prima accoglienza. Un blitz che se da un lato conferma l’attenzione del Governo al territorio, dall’altra non è stato accompagnato da alcuna informazione ufficiale sui motivi della visita.
Lontano dalle luci dei riflettori anche l’inaugurazione del nuovo hotspot al porto di Reggio Calabria. Il taglio del nastro si è svolto alla presenza delle autorità ma senza microfoni e telecamere ad immortalare l’evento. Una conferma, qualora ce ne fosse bisogno, della precisa volontà di procedere a fari spenti facendo passare sotto silenzio il dramma di migliaia di persone. In attesa di (improbabili) smentite, è il caso di prenderne atto.