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Migranti, il dramma umanitario senza fine sul quale “si infrange” la nostra civiltà

Oggi la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza per ricordare le 368 vittime del naufragio del 2013 a Lampedusa dove gli sbarchi continuano come accade a Roccella e anche a Crotone. Reggio, con il suo hotspot nuovo di zecca, ancora non torna ad accogliere

Migranti, il dramma umanitario senza fine sul quale “si infrange” la nostra civiltà

Dopo il naufragio a largo di Lampedusa il 3 ottobre 2013, “Neanche più un morto nel Mediterraneo” fu l’appello lanciato dalle istituzioni nazionali ed europee. Parole inghiottite dal Mediterraneo dove, secondo i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Iom), finora sono oltre 1400 i morti e dispersi. Nel decennio compreso dal 2014 al 2023 si stima che abbiano perso la vita almeno 29mila persone.

Neanche più un morto nel Mediterraneo”. Parole tradite dalla storia, come la nostra Umanità e la nostra Civiltà. Soltanto in Calabria nell’ultimo anno e mezzo la tragedia di Cutro del febbraio dello scorso anno e quella quasi completamente “taciuta” di Roccella Jonica dello scorso giugno. Un naufragio negato che si inquadra in un frangente storico che “naviga a vista” tra il tentativo di minimizzare il fenomeno migratorio e quello di normalizzare un approccio approssimativo e superficiale. Nonostante si tratti di persone e di diritti fondamentali da rispettare in democrazia.

3 ottobre 2013

La croce di Lampedusa all’help center La Casa di Lena a Reggio

Oggi a Lampedusa il comitato Tre Ottobre celebrerà la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, istituita dalla legge 45/2016, per ricordare le 368 vittime del naufragio di un’imbarcazione libica. Una delle più gravi catastrofi marittime nel Mediterraneo dall’inizio del XXI secolo. Il comitato tre ottobre chiuderà con oggi la quattro giorni legata al progetto Protect People Not Borders. Presenti 500 studenti da sei paesi europei. Crotone è la città calabrese ad aver aderito alla campagna.

3 giugno 2016

Reggio Calabria ha il suo appuntamento con la memoria delle vittime delle migrazioni il 3 giugno di ogni anno, con la celebrazione al cimitero dei migranti di Armo. Una data simbolica per il territorio che ricorda l’accoglienza oltre la vita della comunità di Reggio Calabria nel 2016 quando dopo l’approdo al porto di 45 salme di migranti morti in mare, il Comune mise a disposizione un terreno nella zona collinare di Armo per la loro sepoltura.

Roccella Jonica ha ospitato lo scorso 29 settembre la 110a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato per la Calabria, promossa dalla Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Cei, e chi ha scelto la diocesi di Locri-Gerace e la Calabria per la celebrazione principale.

Lampedusa, dove sono sbarcati mille migranti in 24 ore, ricorda oggi. Un’iniziativa particolarmente necessaria per centrare l’attenzione sulle persone.

Sordine e silenzi, diritti e confini

Il fenomeno migratorio non può e non deve essere sottaciuto perché divenuto scomodo o politically incorrect. Invasione del Paese e difesa dei confini dai migranti piuttosto che crisi umanitaria e dovere di protezione delle persone. Cozzano le parole come i fatti con i valori di democrazia e libertà.

Si impone nella cronaca il caso Open Arms, con la Lega scesa in piazza anche a Reggio e in Calabria per difendere l’operato dell’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini. Nel 2019 negò l’autorizzazione ad entrare in porto alla nave della ong con a bordo 147 migranti soccorsi nel Mediterraneo. Oggi l’accusa chiede sei anni di carcere nel relativo processo per quella decisione.

Quel clima già orientato a un profilo basso, ne risulta condizionato al punto da suggerire azioni in sordina, non riconoscendo alla questione migratoria la centralità globale che le spetta. Così la visita nelle scorse settimane di Laura Lega, capo dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Viminale, nell’hotspot di prima accoglienza al porto di Reggio Calabria appena allestito sul molo di ponente del porto di Reggio Calabria, è avvenuta completamente sottotraccia e senza stampa. Dalle autorevoli presenze, essa ha avuto tutte le sembianze di una inaugurazione ma senza giornalisti per poterla raccontare.

Eppure l’allestimento di un nuovo hotspot (seppure dove ne sorgeva uno mai entrato in funzione e smantellato), è segno di doverosa attenzione ai diritti dei migranti ad essere accolti in modo dignitoso.

Già alcuni segnali erano stati registrati negli ultimi tempi come la significativa distanza dalla quale documentare gli sbarchi al porto di Reggio Calabria. Nei mesi scorsi poche informazioni, e anche frammentate, proprio sul naufragio di Roccella. Un contesto in cui è stato difficile raccogliere notizie e poterle verificare. I migranti temuti e addirittura perseguiti, come in un cieco tentativo di dare un volto a presunti scafisti senza cercare i veri responsabili e i trafficanti e senza applicare le convenzioni internazionali in tema di accoglienza e protezione.

Restano la solidarietà di tanti operatori, volontari e cittadini, che da persone al di là del ruolo, si prodigano per salvare la nostra umanità.

Maysonn e Marjane: scafiste o rifugiate politiche?

E infatti Maysoon Majidi, attivista curdo-iraniana fuggita dal suo paese deve difendersi dinnanzi al tribunale di Crotone dall’accusa di essere una scafista. Accusa per la quale è detenuta da oltre nove mesi nel carcere di Reggio. Il prossimo 17 ottobre il tribunale della Libertà di Catanzaro dovrà pronunciarsi sull’appello avverso il rigetto della prima istanza di arresti domiciliari. Stesso destino, anche se a lei sono stati accordati i domiciliari per ricongiungersi con il figlio di otto anni sbarcato con lei a Roccella, per Marjane Jamali. Il suo processo è incardinato presso il tribunale di Locri. Dalle prime udienze sta emergendo una certa sommarietà delle attività svolte subito dopo gli sbarchi.

Certamente si tratta di situazioni complesse in cui procedere con accertamenti approfonditi per centinaia di persone in poco tempo non è praticabile. E tuttavia si procede con la carcerazione, anche prolungata, di persone nelle more del processo, dunque presuntamente innocenti, anche sulla base di dichiarazioni, che spesso si rivelano neppure tradotte in modo corretto, di due tre migranti in sbarchi di decine e decine. «Occorre senso di responsabilità. Questo corto circuito è insopportabile», ha dichiarato la settimana scorsa la deputata dem Laura Boldrini, venuta al carcere di Reggio per fare visita a Maysoon.

Una riflessione amara e che preoccupa. Mina fortemente le basi del nostro stato di diritto, infatti, la capacità di tollerare che libertà fondamentali, sol perché di cittadine e cittadini non italiani sbarcati dopo aver rischiato la vita nel Mediterraneo, possano essere così sovente sacrificate.

A Roccella 500 migranti in un mese e Reggio “pronta” ma non accoglie

E intanto la storia fa il suo corso e gli sbarchi non si fermano. Nel solo mese di settembre, oltre 500 migranti soccorsi e fatti sbarcare al porto delle Grazie di Roccella. In totale sono già 26 gli sbarchi di migranti, per un totale di oltre 1.500 persone arrivate a Roccella nel 2024.

Migranti sbarcano anche a Crotone mentre a Reggio, nonostante la sua tradizione di lungo corso in tema di accoglienza e il suo nuovo hotspot definito pronto ad accogliere dal prefetto Clara Vaccaro, ancora non “va in soccorso”. A Roccella, soltanto tra sabato e domenica, sono avvenuti due sbarchi di 137 persone.

Contrariamente al 2023 quando quasi 10 mila migranti passarono da Reggio, in questo 2024 solo due sbarchi a marzo, di cui il secondo seguito dal fermo dell’imbarcazione Sea Eye 4 poi dichiarato illegittimo dal Tar. Vicenda che richiama l’altro spinoso tema del soccorso in mare e della stretta del decreto Piantedosi dopo l’immane tragedia di Cutro.

“Cutro Calabria Italia”

In visione oggi 3 ottobre su Rai3, alle ore 16.25, in occasione della Giornata della Memoria e dell’Accoglienza, “Cutro Calabria Italia” il documentario diretto da Mimmo Calopresti, finanziato dalla Fondazione Calabria Film Commission e prodotto da Silvia Innocenzi e Giovanni Saulini per Alfa Multimedia

«Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, il caicco Summer Love, partito da Izmir, in Turchia, con oltre 180 persone a bordo, si schiantò contro una secca tra le alte onde della tempesta e naufragò davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro. Persero la vita 94 migranti, tra cui 34 minori. Imprecisato fu il numero dei dispersi…

Grande mobilitazione della gente di Calabria e delle istituzioni regionali calabresi a fronte della tragedia. Accoglienza fattiva, fatta di gesti concreti a sostegno delle persone coinvolte nel naufragio e delle loro famiglie». È quanto di legge nella nota della Fondazione Calabria Film Commission.

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