Riforma della giustizia, gli avvocati reggini alle prese con le novità della legge Cartabia
In particolare si sono confrontati sul procedimento in Cassazione, perché questa riforma ha inciso anche sul giudizio di legittimità
«Formarsi non deve essere un problema. Siamo ormai abituati con le risorse; la stagione delle riforme è durata e sta durando da tanto tempo. Le riforme si susseguono, e chiaramente dobbiamo essere pronti al meglio per esercitare la nostra professione. Come avvocati, non facciamo altro che proseguire un progetto iniziato anni fa: il progetto della formazione, una cosa a cui teniamo tantissimo. Sicuramente la formazione è la nostra maestra per poter esercitare al meglio la professione». Lo ha dichiarato fermamente convinto e consapevole della sfida che l’ordine che presiede sta affrontando, il presidente dell’ordine degli avvocati Rosario Infantino.
Un partecipato e voluto confronto tra gli attori della giustizia che stanno vivendo un periodo di profonde e significative riforme. In particolare, nella sala convegni di Confindustria, gli avvocati reggini si sono confrontati sul tema relativo alle “Tecniche redazionali del ricorso civile per Cassazione alla luce della riforma Cartabia”. Aspetti molto tecnici che sembrano lontani dalla cittadinanza ma che, in realtà, riguardano e, soprattutto, ricadono proprio sull’utenza finale. E a chiarirlo è stato il consigliere dell’Ordine degli avvocati di Reggio Calabria Attilio Cotroneo.
«Il legislatore non ci risparmia certamente le riforme che, volta per volta, modificano quelle precedenti. In questo caso, parliamo degli interventi della riforma Cartabia sul procedimento in Cassazione, perché questa riforma ha inciso anche sul giudizio di legittimità. Di conseguenza, è necessaria l’organizzazione di eventi formativi come questo per confrontarsi con i colleghi, proprio sulle ricadute che la riforma ha sotto il profilo pratico, specialmente nella redazione dell’atto. Questo serve anche a scongiurare eventuali profili di inammissibilità, spesso di carattere formale, che possono pregiudicare il giudizio intrapreso. Quindi, è importante che questi momenti vengano vissuti con partecipazione dai professionisti, perché attraverso la formazione e il confronto si affrontano temi attuali e specifici».
Rimanendo sulla specificità, uno dei problemi che si stanno riscontrando, e che l’Italia sta già discutendo, riguarda la ricaduta sui cittadini. Lei ha parlato delle conseguenze anche sull’utenza finale. Qual è la ricaduta?
«Il legislatore non ci risparmia certamente le riforme che, volta per volta, modificano quelle precedenti. In questo caso, parliamo degli interventi della riforma Cartabia sul procedimento in Cassazione, perché questa riforma ha inciso anche sul giudizio di legittimità. Di conseguenza, è necessaria l’organizzazione di eventi formativi come questo per confrontarsi con i colleghi, proprio sulle ricadute che la riforma ha sotto il profilo pratico, specialmente nella redazione dell’atto. Questo serve anche a scongiurare eventuali profili di inammissibilità, spesso di carattere formale, che possono pregiudicare il giudizio intrapreso. Quindi, è importante che questi momenti vengano vissuti con partecipazione dai professionisti, perché attraverso la formazione e il confronto si affrontano temi attuali e specifici.
Rimanendo sulla specificità, uno dei problemi che si stanno riscontrando, e che l’Italia sta già discutendo, riguarda la ricaduta sui cittadini. Lei ha parlato delle conseguenze anche sull’utenza finale. Qual è la ricaduta?
«Certo, le ricadute si fanno sentire sui cittadini, perché i profili di ammissibilità possono precludere, fin dall’inizio, che si svolga un giudizio di fronte alla Suprema Corte, che rappresenta il terzo grado di giudizio. Esiste un fortissimo vaglio di ammissibilità, e se il ricorso non supera questo esame preliminare, il suo destino è già segnato: il ricorso viene dichiarato inammissibile. Quindi, c’è l’esigenza di discutere, anche in confronto con la magistratura, per evidenziare quali siano le criticità e cercare di scongiurarle nella redazione dell’atto».
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