A Reggio Onore ai Caduti in occasione della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate – VIDEO
Celebrazioni solenni alla presenza delle massime autorità del territorio. Dopo la deposizione della corona di alloro, la cerimonia di consegna di tredici Benemerenze in piazza Italia
“Difesa, siAmo l’Italia”, questo lo slogan con cui il ministero della Difesa celebra oggi l’odierna festa nazionale (istituita per la prima volta nel 1922) del 4 novembre, che dallo scorso primo marzo la Repubblica riconosce come Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.
Uno slogan che, in questo difficile di grandi tensioni e conflitti che ogni mietono vite innocenti richiama con forza il principio fondamentale sancito nell’articolo 11 della Costituzione. «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». Nessuna offesa, nessun attacco. Solo difesa da chi oltraggia la vita e la sovranità. Una linea di demarcazione sottile ma essenziale per distinguere l’orrore e la barbarie dalla salvaguardia dell’incolumità delle popolazioni civili e dalla resistenza per la pace e la libertà.
Onore ai Caduti, al monumento eretto su via Giacomo Matteotti a Reggio Calabria. Con la deposizione della corona di alloro si sono aperte stamane le solenni celebrazioni in occasione dell’odierna Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate. Poi le massime istituzioni del territorio hanno raggiunto piazza Italia per la lettura dei messaggi del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del ministro della Difesa, Guido Crosetto, che intanto celebravano la Giornata in piazza San Marco a Venezia.
La lettura del messaggio di Mattarella
«Il 4 Novembre celebra l’Unità Nazionale e onora le Forze Armate, le cui imprese hanno contribuito a fare dell’Italia una nazione indipendente, libera, ispirata a valori democratici e di pace. Una data che evoca avvenimenti lontani, guerre e combattimenti sanguinosi che portarono devastazioni e ferite nella società del tempo. Oggi, la Repubblica guarda con rispetto e devozione al percorso che, dal Risorgimento alla Prima guerra mondiale, alla Liberazione, alla scelta della solidarietà europea e atlantica, ha saputo costruire un Paese coeso, unito, portatore di valori di pace nella comunità internazionale». Questo l’incipit del messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, letto a piazza Italia all’ombra della statua dell’Italia Turrita, realizzata dallo scultore villese Rocco Larussa, dal prefetto di Reggio Calabria Clara Vaccaro.
Un tributo necessario a chi opera per la pace e la sicurezza
«La pace la democrazia sono valori che dobbiamo conquistare tutti ogni giorno. Le forze armate, unitamente anche le forze di polizia, sono impegnate quotidianamente sul nostro territorio e anche su terreni internazionali perché la pace non è tale se non è una pace mondiale. Il sacrificio dei nostri uomini nel passato, e purtroppo anche nel presente – ha dichiarato il prefetto Clara Vaccaro – sottolineano l’impegno che c’è dietro questi ideali che sono fondamentali per la nostra democrazia e per la crescita del nostro Paese. Le forze armate svolgono anche il compito fondamentale di proteggere la cittadinanza e quindi le vediamo impegnate in operazioni di soccorso in mare e a seguito delle più grosse calamità. Questo è il valore di questi uomini e di queste donne che ogni giorno, sia per la difesa della pace nel mondo sia per la salvaguardia della nostra Costituzione, dei nostri diritti e per la nostra incolumità sono impegnati e rischiano la vita. Non dobbiamo mai dimenticare questo del sacrificio». Così il prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro.
Un monito a costruire la Pace e a difendere l’Unità nazionale
«Ricordiamo oggi il sacrificio dei nostri militari, dei nostri soldati in tutte le guerre, rendiamo onore al loro impegno anche oggi in tutte le parti del mondo, ricordando, altresì, che la guerra non risolve i problemi. Soprattutto in questo momento storico in cui i conflitti si sono accentuati, abbiamo il dovere di richiamare tutti al dovere di lavorare per la costruzione della Pace. Questa giornata – ha dichiarato il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà – sia monito a ripristinare e a mantenere una pace che oggi sembra lontana. I conflitti in Medioriente, il conflitto in Palestina, il conflitto tra Russia e Ucraina, le loro evoluzioni e quello che sarà l’esito delle elezioni degli Stati Uniti richiamano tutti noi a una presa di coscienza.
Occorre anche maturare senso di responsabilità verso l’Unità del nostro Paese, specie alla luce di scelte di governo e scelte politiche che vanno nella direzione di svilirla. Nei prossimi giorni dovremmo avere le pronunce della corte costituzionale rispetto alla legge sull’Autonomia differenziata, una legge che divide sempre di più il Paese, che non rispetta il principio di Unità nazionale sancito nella nostra Costituzione. Un paese diviso è un paese più debole. Noi portiamo avanti l’attenzione su questo tema, non come una battaglia anacronistica fra Nord e Sud ma proprio come una battaglia l’insegna dell’Unità nazionale». Così il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.
Onore a chi si è sacrificato e monito di pace
«Siamo qui per ringraziare tutte le forze armate per quello che hanno fatto e per quello che continuano a fare. Siamo qui per coloro che non ci sono più, essendosi sacrificati per la nostra patria, per la sicurezza e per la pace internazionale». Così l’assessora regionale all’Istruzione Maria Stefania Caracciolo.
«Quello di oggi non è soltanto un momento di ringraziamento per i tanti militari che sono presenti nelle varie missioni nel mondo, sotto la guida dell’Onu. Oggi dobbiamo ricordare anche il sacrificio di quei tanti ragazzi che accomunati dai valori di libertà, giustizia e responsabilità si sono arruolati e si sono fatti onore. Il 4 novembre non resti un anniversario vuoto ma sia occasione per smuovere le coscienze e per maturare attenzione verso quel drammatico grido di pace che da tutte le parti arriva». Così la senatrice reggina Tilde Minasi.
Italia forte se unita
«Serve oggi più che mai un messaggio straordinario di Unità del nostro paese. Occorre soprattutto in un momento in cui ci sono tentativi continui di dividerlo. Questa giornata ci deve ricordare che la forza dell’Italia è quella dell’Unità, conquistata da chi ha combattuto e sacrificato la propria vita. L’Italia è forte se unita, se il Sud è protagonista di questo processo unitario e del rilancio dell’Italia in Europa. In questo momento contraddistinto dalla guerra, in cui c’è bisogno anche di un messaggio di pace, il miglior modo è quello di rilanciare l’Italia unita e di lavorare affinché si fermi la guerra in Medioriente e in Ucraina e si possa arrivare ad una pace capace di generare sviluppo e futuro per l’Italia, per l’Europa, per il mondo». Così il senatore reggino Nicola Irto.
La consegna delle Benemerenze della Repubblica
La cerimonia è poi proseguita con la consegna onorificenze al merito della Repubblica. Dunque memoria dei caduti in guerra ma anche riconoscimento dell’impegno profuso per il bene comune nella società. L’ordine al marito della Repubblica italiana, destinato a ricompensare benemerenze acquistate verso la nazione nel campo delle scienze delle lettere delle arti dell’economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte ai fini sociali filantropici ed umanitari nonché per lunghi e segnalati i servizi nelle carriere civili e militari, si arricchisce oggi di 13 cavalieri reggini: Roberto Altomonte, tenente dell’esercito italiano, Vittorio Carrara, colonnello dell’Arma dei carabinieri, Raffaela Condello, docente di scuola superiore psicologa terapista della riabilitazione e logopedista, Domenico Fiermonte, luogotenente cariche speciali della Guardia di Finanza, Gianpaolo Guarino, sovrintendente capo della polizia di Stato, Antonino Lo Faro ispettore della polizia di Stato in pensione, Vincenzo Masseo, tenente commissario del corpo militare volontario della Croce Rossa italiana, Daniela Nicolò, ispettore logistico gestionale esperto dei Vigili del fuoco, Domenico Nisticò, bancario in pensione, Maria Riva, avvocato e segretario generale, Francesco Suraci, vice ispettore tecnico della polizia di Stato, Marcello Tetto, sovrintendente capo della polizia di Stato, Massimo Trimboli, sostituto commissario coordinatore della Polizia di Stato. La cerimonia si è conclusa, infine, con la lettura della Preghiera per la Patria.
Il 4 novembre 1918
Quella odierna, è la più antica commemorazione per l’Italia. Risalente al 1919, ufficializzata con regio decreto nel 1922, come anniversario della Vittoria, ricorda l’entrata in vigore dell’armistizio firmato il 3 novembre del 1918 nella villa del conte Vettor Giusti del Giardino, a Padova, fra l’Impero austro-ungarico e l’Italia. La fine della Grande Guerra combattuta via terra, dal mare e in aria, con milioni di vittime.
Il 4 novembre 1921 ebbe luogo la tumulazione del Milite Ignoto, nel Sacello dell’Altare della Patria a Roma.
Un gesto fortemente simbolico per onorare, attraverso quel soldato di cui non si conosceva l’identità, il sacrificio di tutti i soldati che in ogni guerra sacrificano la loro vita per un bene che ritengono supremo: la difesa della Patria e la vita del mondo che sopravviverà.
Nel corso dei decenni, alla commemorazione della Vittoria e dei Caduti in guerra attraverso il Milite ignoto, si sono unite anche le celebrazioni dell’Unità Nazionale (1949) e delle Forze Armate (presidenza della Repubblica di Carlo Azeglio Ciampi).
Un anniversario che in questo frangente particolare invoca la Pace, pur ricordando la Vittoria ottenuta in trincea oltre un secolo fa con milioni di vite spezzate e con un’intera generazione perduta, come raccontò la scrittrice britannica Vera Brittain.
La vittoria e il sacrificio
Definita la Quarta Guerra di Indipendenza, ad essa si dovette il compimento del disegno risorgimentale di Unificazione dell’Italia. Non vi fu borgata o città nello stivale che non contribuì: tutti gli italiani, di tutte le regioni, si trovarono in trincea per combattere per il loro Paese. Ma fu un’autentica carneficina per un’intera generazione che sognava di combattere per la Patria.
Quasi dieci milioni di militari e quasi sette milioni di civili. Oltre venti milioni di feriti e mutilati. L’Italia fu in guerra dal 1915. Seicentocinquantamila militari italiani caddero in battaglia e circa 590 mila furono le vittime civili.
Oltre un milione di vittime italiane, quindi, e oltre un milione i feriti e mutilati. Oltre ventitremila le presunte vittime calabresi. Tra loro anche il giovanissimo tenente della brigata Messina, Antonio Panella (1895 – 1917), morto a soli ventuno anni. A lui è intitolato l’istituto tecnico industriale di Reggio Calabria, al quale oggi pomeriggio alle 16, come da programma, in piazza Sant’Agostino sarà consegnata la Bandiera Nazionale.
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