Reggio, al centro sociale di Sbarre la protesta degli anziani: «La nostra sala è l’unica non riqualificata»
Ennesimo sit-in degli utenti che lamentano la mancata consegna e fruibilità proprio dei locali che ospitano le loro attività
Sono ritornati a protestare pubblicamente gli anziani del centro sociale di Sbarre, che da oltre otto mesi non hanno più una sede delle loro attività a causa dei lavori di ristrutturazione dell’immobile di via Graziella che li ospita da anni. Un intervento necessario e che nessuno contesta, diventato però un’eterna attesa di poter rientrare nell’unico spazio ricreativo a disposizione di questa fascia sensibile di popolazione cittadina.
Davanti all’ingresso dell’ex circoscrizione si è riunito un gruppo di utenti con gli operatori del centro, organizzando un sit-in accompagnato da cartelli e striscioni per denunciare una situazione che ha dell’incredibile. I lavori di riqualificazione sono stati infatti quasi interamente conclusi, come dimostra la regolare attività dell’ufficio per i servizi demografici (riaperto al pubblico il 14 novembre). Smantellato il cantiere della facciata, l’unica parte ancora non agibile è proprio la sala del piano terra, che costituisce lo spazio concesso al centro sociale dal Comune.
«Da mesi protestiamo e ci confrontiamo con l’amministrazione – spiega la referente Annamaria Tripodi – e per essere informati sui lavori abbiamo partecipato a sei commissioni consiliari. L’ultima notizia, che abbiamo appreso dall’assessora comunale al welfare Lucia Nucera, è che la ditta che ha ristrutturato l’edificio sarebbe andata via, lasciando soltanto i nostri locali non riqualificati». In seguito sono giunte le rassicurazioni del consigliere Giovanni Latella, che aveva promesso la riapertura immediata , ma è’ stata la sua solita presa in giro, al nostro fianco c’è sempre stato solo il Consigliere Cardia.
Al sit-in ha presenziato il consigliere comunale Mario Cardia, che sin dall’inizio ha sostenuto la causa del centro sociale di Sbarre. «Rabbia e vergogna, questo è un luogo pulsante della comunità locale. Non si può che provare rabbia e vergogna – dichiara – perché questo centro non è da considerarsi solo un edificio, ma il cuore pulsante della comunità locale, un luogo di valore inestimabile per la socializzazione e il supporto agli anziani che vi partecipano attivamente. Queste persone non sono meri oggetti da spostare, ma individui, a cui si deve rispetto e considerazione».
Cardia è stato promotore di varie commissioni consiliari aperte per avere chiarimenti su questa vicenda, e aggiunge: «È inconcepibile che, dopo vent’anni di dedizione e partecipazione attiva, questi anziani vengano trattati con tale disprezzo e indifferenza. Chiedo, quindi, con forza che venga ripristinata la piena operatività del centro sociale e che vengano prese tutte le misure necessarie per garantire agli anziani il diritto di continuare a usufruire dei servizi che il centro offre».
I lavori di riqualificazione e messa in sicurezza dell’immobile di via Graziella avrebbero dovuto finire il 31 maggio ma la data è slittata diverse volte. Oggi appare un’inaccettabile beffa che il cantiere non ci sia più ma l’opera sia incompleta danneggiando l’utenza più fragile. I locali occupati dal centro restano inaccessibili e nello stesso stato di inagibilità di quando, lo scorso marzo, gli utenti furono fatti uscire in fretta e furia senza avere nemmeno il tempo di recuperare i materiali acquistati e usati per le attività
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