Reggio, il garante regionale per le Vittime del reato: Calabria pioniera in Italia – VIDEO
Il presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso: «Ho proposto l'istituzione di una figura nazionale e di un coordinamento a garanzie di tutele e diritti
«Vogliamo che l’esperienza che ha portato la regione Calabria a essere tra le prime in Italia a istituire questa figura, assuma una forte connotazione nazionale. Per questo, al tavolo della Conferenza dei Presidenti, ho proposto che il legislatore istituisca il Garante nazionale per la tutela delle Vittime del reato. La Calabria si propone come modello per altre regioni avendo già lo scorso anno istituito questa figura a livello regionale. Un solido riferimento per chi subisca un reato».
Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale della Calabria e vice coordinatore della conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative regionali d’Italia lo ha sottolineato in occasione dell’incontro svoltosi nella sala Federica Monteleone del Consiglio Regionale della Calabria, con sede al palazzo Campanella di Reggio.
«Occorre istituire un Coordinamento nazionale per la garanzia dei diritti e per la tutela delle vittime di reato. Composto dai Garanti regionali, o figure analoghe, attualmente operanti nelle Regioni. Anche questo ho già proposto in qualità di vice coordinatore, nel corso della plenaria della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome svoltasi a Roma», ha sottolineato ancora il presidente del Consiglio regionale della Calabria, Filippo Mancuso.
Il convegno
“Il Garante delle vittime di reato: dalle realtà regionali alla prospettiva nazionale” è stato il titolo del convegno al quale sono intervenuti anche il questore di Reggio Calabria, Salvatore La Rosa, il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri di Reggio Calabria colonnello Cesario Totaro, il presidente del Corecom Calabria Fulvio Scarpino, e il garante regionale per la tutela delle vittime di reato Antonio Lomonaco, tra i primi nominati in Italia. In sala presenti anche delle delegazioni studentesche.
Moderato dalla giornalista Giulia Zampina, l’incontro è stato scandito dai contributi della dottoressa di Ricerca e Cultura di Diritto internazionale e Diritto dell’Unione Europea presso l’università Mediterranea, Caterina Malara, della sostituta procuratrice della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, Flavia Maria Luisa Modica, del primo dirigente della polizia penitenziaria, Francesco Picozzi e dell’ex magistrato e presidente onorario della Rete Dafne Italia, Marco Bouchard.
La sicurezza è un bene condiviso
«Ci sono in questa terra tanti elementi di turbativa che devono essere contenuti. Contenerli significa riconoscerli e comprenderli quindi studiare, leggere e affrancarsi da contesti familiari negativi se necessario. Costante sia il confronto con le istituzioni e fervida anche una sana socialità vissuta nella sua dimensione reale e non virtuale», ha sottolineato il questore di Reggio Calabria, Salvatore La Rosa.
«Se le istituzioni hanno la giusta considerazione dei diritti delle persone che si macchiano di reati, naturalmente prestano attenzione anche i diritti delle vittime di reato. Ciò rientra nell’essenziale attività di prevenzione con il coinvolgimento necessario della collettività. La sicurezza è un bene condiviso», ha evidenziato il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri di Reggio Calabria colonnello Cesario Totaro.
Sostegno e accompagnamento
«Desidero ringraziare il Consiglio regionale, e in particolare il presidente Mancuso, per aver istituto questa figura e per la nomina trasversale che mi ha riguardato, segno che la politica può trovare una sintesi sui temi cruciali come quello delle vittime di reato. L‘ufficio del Garante regionale, istituito in Calabria quasi un anno fa, si occupa di offrire sostegno e accompagnamento alla vittima nella risoluzione dei conflitti. Una rete multidisciplinare creerà un raccordo per questo affiancamento. In questo momento siamo molto impegnati sul bando Tibullo, rivolto ai ragazzi proprio per prevenire bullismo e cyberbullismo», è quanto ha dichiarato il garante per la tutela delle vittime di reato della regione Calabria, Antonio Lomonaco.
Le sfide del garante nazionale
Ha poi sottolineato il primo dirigente della polizia penitenziaria Francesco Picozzi che «il garante nazionale non avrà un solo ambito di reati sul quale concentrarsi essendo chiamato ad occuparsi di tutte le vittime. Una sfida che si aggiunge a quella della frammentazione dei servizi esistenti, della disparità dell’assistenza sui territori, della mancanza di coordinamento nazionale e del gap con gli altri Paesi Europei».
Il focus sulla violenza di genere
Stamane dedicato un focus alla violenza contro le donne. Sulla scia della recente giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, sul tema di tragica attualità è intervenuta la sostituta procuratrice della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, Flavia Maria Luisa Modica.
«Il legislatore ha previsto per la tutela delle donne vittime di violenza di genere una serie di strumenti corposi e importanti. Innanzitutto la dilatazione dei tempi di presentazione della querela. In particolare nel caso di stalking e di violenza sessuale previsto un tempo di 6 mesi nel primo caso e di 12 mesi nel secondo, a fronte di un termine ordinario di tre mesi, per sporgere denuncia.
Ciò consente alla persona offesa di avere uno spazio di riflessione più ampio per maturare la decisione sempre difficile visto che spesso questi reati sono commessi in ambiti familiari e relazionali consolidati.
Sul versante degli strumenti a disposizione delle forze di polizia e all’autorità giudiziaria per intervenire nell‘immediatezza, le modifiche introdotte lo scorso anno introducono l’ipotesi della cosiddetta flagranza differita. La polizia arresta non nel momento in cui viene commessa l’azione violenta ma dopo averne avuto notizie attraverso prove documentali forti, come quelle fotografiche, ed entro le quarantotto ore dai fatti.
Un altro strumento – ha spiegato ancora la sostituta procuratrice della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, Flavia Maria Luisa Modica – è l’allontanamento urgente dalla casa familiare dell‘uomo maltrattante, obbligato con un provvedimento del pubblico ministero a lasciare l’abitazione. E ancora ci sono gli strumenti ordinari come le misure cautelari come il divieto di avvicinamento alle persone offese. Tutte misure adottate quando non si ritiene necessario il carcere, essendo l’ordinamento sempre chiamato a contemperare i diritti e le esigenze di tutela della vittima con quelli dell’indagato e a considerare anche la gradualità dell’intervento dello Stato rispetto alla gravità dell’offesa».
La violenza di genere e il ruolo del garante
«Ritengo che il Garante per le vittime di reato possa rivestire un ruolo importante in materia di studio e conoscenza del fenomeno. Oggi non abbiamo un sistema di dati che, a livello nazionale, ci consenta di avere consapevolezza dell’entità della violenza del genere. Conosciamo i numeri dei femminicidio, 98 nel solo 2024, ma mancano tutta una serie di dati sui reati cosiddetti spia, quindi maltrattamenti in famiglia, violenze sessuali, stalking.
L’ultima indagine sul punto è stata condotta dall’Istat nel 2014. Davvero troppo tempo. Il garante nazionale, in questo senso, potrebbe dare un impulso per creare un sistema di studio costante del fenomeno e di aggiornamento dei dati. Infine – ha concluso la sostituta procuratrice della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, Flavia Maria Luisa Modica – un altro profilo fondamentale di intervento del Garante a livello nazionale potrebbe essere e quello di creare sulle varie realtà territoriali dei tavoli di coordinamento tra tutti i soggetti coinvolti nel contrasto alla violenza di genere, forze dell’ordine, centri antiviolenza servizi sociali e sanitari, agenzie del lavoro. Ciò per garantire un confronto costante e metodico».
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