Tenta più volte il suicidio nel carcere di Arghillà, la denuncia dei familiari
Famiglia e legali hanno evidenziato « una comprovata non compatibilitá col regime carcerario e in una condizione di salute così grave da dover richiedere accessi in pronto soccorso»
Riceviamo e pubblichiamo
«Il soottoscritto avv. Angela Cannizzaro del foro di Reggio Calabria difensore di Davide Divino, detenuto presso il carcere di Arghillà (RC), accompagnava la madre di Davide, sig. BAGGETTA Maria presso la caserma dei carabinieri di Catona, per avanzare denuncia-querela nei confronti del Magistrato di Sorveglianza di RC dott.ssa Cinzia Barillà, considerati i ripetuti e immotivati rigetti avverso le istanze di misura alternativa alla detenzione in carcere presentate per la salvaguardia e tutela alla salute di un ragazzo di soli 37 anni.
Un ragazzo che dopo svariati tentativi di suicidio, una comprovata non compatibilitá col regime carcerario e in una condizione di salute così grave da dover richiedere accessi in pronto soccorso è ad oggi incostituzionalmente ristretto dove la sua cella potrebbe diventare la sua tomba, dove il direttore sanitario dott. Pangallo,l artefice dell intossicazione da farmaci che ha quasi ucciso Davide, anche lui denunciato 2 giorni fa.
Quale difensore della giustizia non permetto che l’ingiustizia si impossessi della vita preziosa dei detenuti, in particolare che esercitata ai danni di un ragazzo che sta urlando a gran voce l’inferno che vive quotidianamente in una struttura che non solo non gli ha dato la possibilità di curarsi ma lo sta portando e istigando a morire volutamente e ostinatamente, l’ incompatibilità con il regime carcerario è chiara, certificata e documentata da professionisti di spessore.
Come si può dormire tranquilli avendo una morte , e chissà quante altre sulle spalle, di giovani anime , ragazzi , figli di mamma che invece di possibilità di redenzione trovano solo idillio di superpotenza di giudici che si ergono a Dio? Per questa sete di giustizia , volontà di difesa dei meno forti, dei più deboli che mi sono vista a supportare l’odierna denuncia per “istigazione al suicidio”del magistrato Cinzia Barilla, e il direttore sanitario del carcere di Arghilla Nico Pangallo . La famiglia non si fermerà fino a quando giustizia sarà fatta e fino a quando non verrà data la possibilità a Davide di curarsi. il diritto alle cure rimane una delle poche leggi naturali e civili che regna su tutto». La denuncia è ora al vaglio della magistratura.
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