Caso Ventura: «La verità dei fatti del 2013 storpiata dal Marino». Il GIP archivia
Francesco Ventura: «Conseguito il mio obiettivo di tutela del buon nome»
«Questo giovedì il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria ha disposto l’archiviazione del procedimento penale n.856/2022 che vedeva iscritto Giacomo Antonio Marino come indagato per una presunta diffamazione perpetuata ai miei danni. Tale ordinanza giungeva a seguito alla mia opposizione ad una precedente proposta di archiviazione per come già richiesta dal Pubblico Ministero titolare dell’indagine. Le decisioni dei Giudici si rispettano e, pur non condividendo l’esito istruttorio, leggendo le motivazioni dell’ordinanza posso ritenermi soddisfatto».
Francesco Ventura, con queste parole, ha commentato l’ordinanza di archiviazione relativa alla querelle giudiziaria nata da uno scambio di note stampa nel dicembre 2021 su “Il Dispaccio”. Al centro della vicenda, il tema dell’edilizia residenziale pubblica e un acceso confronto tra l’organizzazione “Un mondo di mondi”, il collettivo “Osservatorio sul disagio abitativo – Reggio Calabria Città Metropolitana” e lo stesso Ventura. La scintilla che ha portato Ventura a rivolgersi alla Procura di Reggio Calabria è stata la rievocazione, da parte di Giacomo Antonio Marino, delle accuse mediatiche mosse contro la famiglia Ventura nel marzo 2013, legate ai tragici eventi consumatisi al Rione Marconi.
«Il Giudice osserva che “pur potendo ritenere, alla luce delle produzioni e delle argomentazioni dell’opponente, che la verità dei fatti del 2013 che hanno riguardato lui stesso il suo nucleo familiare sia stata storpiata dal Marino oggi come nel tempo, deve certamente escludersi che le espressioni riportate dall’odierno indagato abbiano contenuto diffamatorio” per come riportato a pagina quattro dell’ordinanza – spiega Francesco Ventura – Il mio interesse principale è sempre stato quello di ottenere la tutela del mio buon nome, il quale, per la sovraesposizione mediatica subita a corollario della più gravosa vicenda penale che mi vede parte offesa, è stato a mio avviso messo sotto una pressione negativa. Questo obiettivo è stato conseguito: un Giudice ha messo nero su bianco come Giacomo Antonio Marino abbia storpiato la verità dei fatti legati a quella vicenda che dal 2013 ad oggi coinvolge me e la mia famiglia. Questione che si trascina irrisolta, in attesa che la Corte d’Appello si pronunci su una condanna in primo grado ottenuta con grande sacrificio. Poco importa che da ciò non siano stati ravvisati i presupposti per perseguire penalmente chi quella verità ha storpiato. Facendo tesoro dalle motivazioni esposte nell’ordinanza, appena si definirà il procedimento principale, sarà mia cura inviare a Marino copia delle sentenze, affinché un domani, prima di scrivere, si possa avere la certezza di una sua piena conoscenza dei fatti per come si sono svolti».
Mentre questa vicenda giudiziaria raggiunge un punto di svolta, al Rione Marconi si assisteva all’inaugurazione del rinnovato parco urbano. Tuttavia, per chi osserva con attenzione, le fotografie dell’evento raccontano un’altra realtà: le serrande delle finestre di casa Ventura, ora alzate ora abbassate, mostrano che l’alloggio è ancora occupato abusivamente, un simbolo del violento esilio a cui la famiglia Ventura è costretta da quel marzo 2013.
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