Aggressione alla capotreno presso la stazione di Gioia Tauro, la solidarietà della sindaca Scarcella: «Atto di violenza assurdo e ingiustificato»
Il primo cittadino sottolinea: «I presidi di legalità come quelli della Polfer vanno potenziati in tutte le stazioni, per garantire la sicurezza a chi viaggia e la serenità a chi presta attività lavorativa sopra ai treni»

di Giuseppe Mancini – Desta indignazione l’aggressione avvenuta quest’oggi presso la stazione ferroviaria di Gioia Tauro ai danni di una capotreno di un Intercity che da Milano Centrale era diretto a Siracusa. Un uomo sprovvisto del biglietto, voleva salire sul convoglio per recarsi a Reggio Calabria, ma al diniego del pubblico ufficiale avrebbe reagito strattonandola e schiaffeggiandola, prima di far perdere le proprie tracce. Adesso si indaga per risalire all’identità dell’uomo. L’episodio odierno è solo l’ultimo di una serie di atti di violenza perpetrati nell’ambito dei sistemi di trasporto ferroviario. Sull’accaduto si è espressa la sindaca di Gioia Tauro Simona Scarcella, che esprime piena solidarietà e vicinanza umana a nome dell’intera amministrazione comunale alla dipendente «colpita da questo atto di violenza assurdo e ingiustificato».
Il primo cittadino di Gioia Tauro manifesta preoccupazione «su un clima di violenza che, in più parti in tutto il territorio italiano, è denunciato ormai quotidianamente e che fa temere sul livello di sicurezza nei nostri treni. Indubbiamente i presidi di legalità come quelli della Polfer vanno potenziati in tutte le stazioni. In alcune mie dichiarazioni rilasciate nei mesi scorsi ho avuto modo di rimarcare come la stazione di Gioia Tauro, grazie alla presenza degli agenti di polizia ferroviaria, rappresenti un importante presidio di sicurezza da Lamezia terme a Villa San Giovanni. Il problema dei presidi di polizia all’interno delle nostre stazioni diventa quindi uno degli argomenti a cui deve essere prestata massima attenzione per garantire la sicurezza a chi viaggia e la serenità a tutti coloro che prestano la loro attività lavorativa sopra i nostri treni».
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