lunedì,Marzo 17 2025

«Vietnam e Calabria sono in guerra»: la ’ndrangheta minacciava i soci asiatici per prendersi il giro di fatture false a Brescia

La scalata dei fratelli Cambareri al business da «10 milioni di euro al mese» e la ricerca di nuovi contatti. Spunta la figura di un uomo considerato vicino al clan Piromalli e “alleato” con un imprenditore lombardo

«Vietnam e Calabria sono in guerra»: la ’ndrangheta minacciava i soci asiatici per prendersi il giro di fatture false a Brescia

Per mettere le mani sul gigantesco giro di false fatture nel Bresciano, il gruppo guidato dai fratelli Cambareri era pronto a mettere da parte la diplomazia e ricorrere a vecchi metodi spicci. Gli ex soci da scalzare avevano parentele calabresi “importanti” ma nessuna che avvicinasse la caratura criminale di Domenico Cambareri, considerato dagli inquirenti il reggente del locale di San Roberto. È suo fratello Giovanni Natalino ad assumersi il compito di chiarire come stanno le cose con uno dei collaboratori asiatici preposto alla gestione di una parte del denaro da riciclare. 

L’incontro con Hung Giang Vu riportato negli atti avviene nel ristorante Reverso Tower, attività che Cambareri&Co avrebbero preso in affitto proprio con una parte dei proventi della mega frode fiscale. Vu confessa di non riuscire a guardare negli occhi il proprio interlocutore per paura e Cambareri gli spiega che d’ora in poi il business ha un nuovo padrone. Vuole parlarne e ottenere una risposta rassicurante. Pretende che l’ex socio si faccia da parte e lasci campo libero alla sua squadra. Davanti alla reticenza spaventata di Vu non esita a minacciare con una frase a effetto: «Se non è possibile parlare, Gianni, vuol dire che oggi Vietnam e Calabria sono entrati in guerra».

Nel mirino dei Cambareri finisce anche Giuseppe Zeli, che si dice preoccupato per le pressioni minacciose dei due fratelli originari di Scilla. Anche Zeli gestiva l’affare prima della scalata ostile dei calabresi. In una conversazione con Vu riferisce delle sue paure per i figli e per sé stesso: in fondo i nuovi “nemici” sanno dove abita e, a suo dire, vanno in giro armati. Meglio arretrare che scontrarsi con chi non ha niente da perdere.

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