Dalla loggia al cuore della folla, l’ultimo consapevole abbraccio di Papa Francesco al mondo
Prima la sorpresa per l'Urbi et Orbi, poi l'ultimo giro tra i fedeli in piazza San Pietro. Oggi, quel gesto risuona come un addio consapevole

Non si è fermato alla loggia. Papa Francesco, nella sua ultima uscita pubblica, ha voluto donarsi ancora una volta. Fino in fondo. Lo ha fatto nel giorno di Pasqua, il 20 aprile 2025, appena ventiquattr’ore prima della morte. Gravemente debilitato da una polmonite, con il fiato corto e il passo incerto, si è affacciato dalla Loggia delle Benedizioni per la benedizione Urbi et Orbi. Non ha letto il messaggio, non ce la faceva. Ma c’era. Era lì, con la voce tremante e la volontà salda: «Cari fratelli e sorelle, buona Pasqua. Incarico il Maestro delle Cerimonie di leggere il messaggio».
Una presenza, quella di ieri, che sembra risuonare con un altro significato. Il Papa sapeva. O forse non lo sapeva, ma sentiva. E in quella consapevolezza silenziosa ha deciso di non cedere al riposo, di non accontentarsi di un’apparizione simbolica. Ha chiesto di salire sulla papamobile. E tra due ali di folla, ha percorso lentamente piazza San Pietro per l’ultima volta, benedicendo, sorridendo, stringendo mani. Come un pastore che non lascia il gregge. Come un padre che non si arrende al corpo che cede.
La folla lo ha accolto con commozione e incredulità. Nessuno sapeva che quella sarebbe stata l’ultima volta. Eppure, a riguardare le immagini, si percepisce una solennità diversa. Un silenzio dentro il clamore. Una dolcezza dentro la stanchezza. Un addio, senza dirlo, tra la sua gente. Come per tutta la sua vita.
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