Teatro Primo, “Piagata” apre la nuova stagione sabato 9 novembre
Uno spettacolo scritto da Tiziana Calabrò e Domenico Loddo, interpretato da Silvana Luppino e Tino Calabrò, per la regia di Christiana Maria Parisi
Riapre sabato sera “Teatro Primo” a Villa San Giovanni e lo fa con “Piagata – L’ultimo dei Miracoli”. Una pièce scritta quattro mani da Tiziana Calabrò e Domenico Loddo, interpretata da Silvana Luppino e Tino Calabrò, le scenografie e i costumi di Valentina Sofi e la regia Christian Maria Parisi, prodotto da Dra.c.ma. in collaborazione con Teatro Primo.
Senza nulla anticipare della “miracolosa trama” dello spettacolo, un po’ “Aspettando Godot”, per un altro verso “L’inquisitore” di Dostoevskij «Piagata è nata due anni fa – racconta Tiziana Calabrò – da un’idea di Domenico Loddo, me la propose e mi piacque moltissimo. L’unico nostro diverbio fu sul genere, poiché lui aveva immaginato nella storia un marionettista uomo e io, da femminista quale sono, ho voluto che fosse una donna». Da qui la gestazione durata un biennio perché «così succede che, come nella scrittura, anche il teatro che ha i suoi tempi: non è come quando si scrive un romanzo o una novella che chi scrive è solo (ed eventualmente on lui c’è l’editore): la bellezza del teatro è questa architettura che viene da diverse competenze ed arti: la scrittura, la regia, gli attori, le luci, la scenografia, i costumi ed è architettura e poesia».
Dal punto di “svista” di Domenico Loddo, «Piagata è nata per caso, anche se, a sentire i tibetani, il caso non esiste. L’idea di base probabilmente non è originale, soprattutto perché nessuno oggi è originale, nemmeno il peccato. Siamo copie di copie di altre copie, possiamo soltanto giocare con gli ingredienti, ma non possiamo cambiare la forma finale. La cellula compositiva ha preso slancio da una domanda: se io avessi le stimmate, cosa farei? L’incontro con Tiziana Calabrò – aggiunge – amica prima ancora che collega di piaghe scrivane, ha portato altre ulteriori dinamiche al quesito, e il continuo confronto ha dato vita alla protagonista di questo testo. Benedetta con la sua esistenza è quanto di più lontano dal sacro, e quei fori sanguinanti sulle sue mani per lei non sono un miracolo, ma una iattura. La difficoltà maggiore è stata poi quella di scrivere a quattro mani tutte le dinamiche che avevamo pensato. Io e Tiziana abbiamo stili diversi, la sua scrittura è densa, poetica, profonda, la mia è essenzialmente una manipolazione parossistica di parole». Per conoscere la storia di questo miracolo non resta che seguire gli spettacoli che saranno: sabato 9 novembre alle 21 e le repliche domenica 10 novembre alle18.15 e alle 21.30.