mercoledì,Aprile 24 2024

Bronzi di Riace, anche il Salento stregato dalla “Metaconferenza”

Al festival internazionale della public history apprezzata l’opera di Castrizio, Cama e Autellitano. E già si pensa al prossimo lavoro che parlerà delle statue greche di Calabria

Bronzi di Riace, anche il Salento stregato dalla “Metaconferenza”

La “Metaconferenza sui Bronzi di Riace” ha stregato anche il pubblico del Festival internazionale di pubblic history nell’aula magna dell’università del Salento, lo scorso giovedì. «Segnalati numerosi nuovi casi di bronzite acuta. Ormai è una epidemia culturale». Così Daniele Castrizio, storico e docente di numismatica all’università di Messina, sul suo profilo Facebook. Ma un dato è certo: la public history, se raccontata in questo modo, voci, suoni e immagini, riesce a centrare il suo obiettivo: che è quello di far riappropriare la gente delle propria storia, della propria cultura e di farlo in maniera anche divertente.

La Metaconferenza pregiato esempio di public history
Dopo il successo di sabato 9 novembre al teatro Cilea di Reggio Calabria, anche al teatro di Nardò approda la storia dei Bronzi di Riace, Eteocle e Polinice, le statue del gruppo dei “Fratricidi”, create da Pitagora da Reggio e raccontate da Castrizio, dal cantore Fulvio Cama che porta con sé e suona per l’occasione strumenti antichi e da Saverio Autellitano che magistralmente ricostruisce con video e grafica le vicende dei due guerrieri. Se il trio in casa aveva avuto, pur nella sua bravura, gioco più facile, considerando che i guerrieri di Riace sono il simbolo della città, a Lecce, la sfida era molto più complicata.
«Siamo felici – spiega a Il Reggino.it Castrizio – perché, a margine del festival internazionale che ha avuto come riconoscimento la Medaglia del presidente della Repubblica, ci viene riconosciuto un metodo di raccontare public history che nessuno aveva pensato, il fatto che la cosa sia piaciuta e che siano rimasti affascinati, che sia andata bene molto al di là delle nostre aspettative, ci ha molto confortati». Ma le buone notizie non finiscono qui perché, come tessere di un domino che toccano e spingono le altre, la conferenza è stata l’occasione per fare proficui e costruttivi incontri. «C’era Serge Noiret, presidente dell’Associazione Italiana per la Public History – aggiunge Castrizio – anche lui è rimasto favorevolmente impressionato dalla metaconferenza tanto da suggerirci di portare il nostro lavoro a Mestre a maggio, alla più importante manifestazione della public history italiana e poi di partecipare ad un concorso per la realizzazione della migliore public history».

Una delegazione di public history nella città dello Stretto
Il Sud nel frattempo abbraccia la “public history”. E Castrizio racconta che è stata aperta una cattedra di public history all’Universià per stranieri “Dante Alighieri” a Reggio, a Messina c’era già in pole la docente di storia greca, Elena Santagati, ma è stata battuta sul tempo da Raffaele Manduca (professore associato di storia moderna, nds). Forti del confronto che si è avuto nella giornata di giovedì al festival del Salento, Castrizio e compagni pensano alla possibilità di istituire una delegazione di public history della città dello Stretto. Quindi, dimentichiamoci le conferenze appesantite da date e ricorrenze da ricordare per tenere a mente il filo del discorso e lasciamoci trasportare da musica, versi, immagini e storia, ancora una volta.

Le statue della Calabria nella prossima metaconferenza
Visto che il primo esperimento riferibile alla public history ha funzionato, l’instancabile mente di Castrizio pensa già al tema della prossima metaconferenza che vi riveliamo in esclusiva: «La storia di tutte le statue greche di Calabria, del IV e V secolo, quindi il satiro, il kouros, i dioscuri», da proporre sempre con la formula veloce, un’ora di durata ma con particolari affascinanti ed un racconto che tiene incollato lo spettatore fino all’ultima nota.

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