giovedì,Marzo 28 2024

L’omaggio del teatro metropolitano alla memoria di Pino Daniele

Lo spettacolo messo in scena dall'associazione culturale "L'Amaca" nel ricordo dell'artista partenopeo domani alle 18

L’omaggio del teatro metropolitano alla memoria di Pino Daniele

Un omaggio tra musica e racconto al grande ed indimenticato Pino Daniele, alla sua immensa forza poetica e alla sua straordinaria musica. È quello che, domenica 17 novembre, alle ore 18 al “Cineteatro Metropolitano”, farà “L’amaca” attraverso uno spettacolo che, tra musica e parole, si svilupperà fra Napoli e gli altri Sud del mondo, l’amore e la donna, i miserabili, la malinconia ed altri temi cari all’immortale Pino. “Putesse essere allero, Pino Daniele e il suo Tarumbò” è il titolo dell’evento proposto dall’associazione culturale capitanata da Antonio Calabrò, che si caratterizzerà per canzoni risalenti ai primi dischi di Daniele, quelli del cosiddetto “Periodo Tarumbò”, interpretate dalla “PinoDaniele Amodonostro”, band composta da Salvatore Mazzella (voce),  Antonio Rasconà (chitarra), Crispino Mangano (basso), Rocco Rispoli (tastiere), Sandro Spanò (sax), Tonino Labate (batteria). E si contraddistinguerà pure per il racconto sull’origine dell’arte di Pino Daniele e un calarsi nel pathos dell’epoca e nella napoletanità grazie ai testi scritti da Calabrò e portati in scena dagli interpreti de “L’Amaca”. A condurre sarà Benvenuto Marra, il fonico Fortunato Serranò, la regia tecnica Stellario Rato, il grafico Pasquale Ferrara. «Ricorderemo Pino Daniele tra musica e parole. Faremo un viaggio nei meravigliosi versi di Pino, nel quale toccheremo la Napoli di “Napule è”, non stereotipata “pizza e mandolino”, ma attuale, aperta ad influenze rock, blues, jazz e sudamericane, che ha superato i confini partenopei diventando un emblema universale di tutte le città del Sud del Mondo, anche di Reggio. Ma anche l’amore di “Quanno chiove” e il suo rapporto con la donna tra struggimento ed ironia. E ancora la vicinanza ai miserabili di “Je so pazzo” e il suo essere cantore dei deboli che vuole mandare a morte chi li tiene sotto. E infine la nostalgia di “Putesse esse allero”, la mancanza di un qualcosa che è sentimento predominante in Pino. Come sempre, come tutti gli altri targati “L’Amaca”, sarà un evento che vuole dare in termini umani e culturali, in modo semplice, ma non superficiale, simpaticamente per stare insieme» è la presentazione di Calabrò.

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