venerdì,Marzo 29 2024

“Arcipelago d’incontri”, la Piccola Opera si racconta al teatro Cilea

La pièce, scritta e diretta da Santo Nicito, è andata in scena ieri sera portando sul palco come attori operatori, volontari e utenti delle 15 strutture

“Arcipelago d’incontri”, la Piccola Opera si racconta al teatro Cilea

Un arcipelago di realtà diverse che racchiudono al loro interno un’identità comune e la volontà di incontrare l’altro. Come ogni anno la Piccola Opera, fondata da Don Italo Calabrò organizza uno spettacolo natalizio per riunire i 15 centri che fanno parte della struttura. S’intitola “Arcipelago d’incontri” la pièce in scena al teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria. A calcare il palco più di duecento attori, tra operatori, volontari e utenti delle strutture.

«L’idea nasce da un percorso di teatro sociale – spiega il regista, che ha scritto e diretto l’opera, Santo Nicito al lavoro coadiuvato da una equipe specializzata- L’obiettivo è accentuare e favorire le abilità sociali di queste persone affinchè possano riuscire a confrontarsi in maniera diverso, attraverso il teatro, col mondo esterno. L’immagine è quella dell’arcipelago, con tutte le isole ossia i tipi di servizi offerti, unite da ponti invisibili che vanno a confluire dentro una realtà che è la Piccola Opera. Uno spettacolo fatto da drammaturgie specifiche che raccontano l’identità dei centri: ci sono quelli per disabili mentali, ci sono donne vittime di tratta, ci sono anziani, la Piccola opera abbraccia tantissime realtà che riguardano gli ultimi e cerca di favorire l’inclusione all’esterno, per far vedere che queste sono persone prima che disabili».

La drammaturgia offre molteplicità di linguaggi scenici per scoprire l’essere umano, la persona disabile o non disabile. Racconta che tutto è possibile e che i limiti non esistono se guardiamo l’altro con altri occhi. Vissuti diversi che partendo dal singolo creeranno una realtà unica, connessa, che non si isola dal resto del territorio, dal mondo ma che si dimostra sempre aperta e attenta. Proiettata al cambiamento e ai nuovi bisogni. Un copione ricco di spunti, che metterà in scena l’importanza di costruire percorsi di inclusione e di offrire il proprio tempo, le proprie capacità e talenti a servizio degli altri.

«Sono 15 realtà – afferma il presidente della Piccola Opera, Pietro Siclari– che vanno da Reggio, a Bianco, Melito, Villa San Giovanni, portate avanti con la stessa idea, con gli stessi principi, con lo stesso amore. Sono esperienze che parlano di amicizia, fratellanza, bontà, con contenuti a volte forti». Sul palco sale anche l’arcivescovo metropolita Giuseppe Fiorini Morosini, abbraccia i ragazzi e ammonisce: su di essi serve «amore con uno sguardo alla pari perché siamo persone con la stessa dignità».

top