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Non solo Bronzi di Riace, il segreto del successo di palazzo Piacentini

Ad agosto 2019 si sono superate le 48.000 presenze, nell’ordine dei numeri registrati nel 2016, prima estate dall’apertura

Non solo Bronzi di Riace, il segreto del successo di palazzo Piacentini

Non solo Bronzi di Riace, il segreto del successo di palazzo Piacentini. Ad agosto 2019 si sono superate le 48.000 presenze, nell’ordine dei numeri registrati nel 2016, prima estate dall’apertura. Sospirata lunga e difficile. Così è stata la strada che ha portato alla riapertura di palazzo Piacentini solo il 30 aprile del 2016, ed è uno devi eventi culturali più importanti per la città, nell’ultimo decennio. Una riapertura parziale, solo per il piano terra, fortemente voluta dal ministro ai beni culturali, Massimo Bray, era avvenuta a dicembre del 2013 per far posto ai bronzi di Riace.

La chiusura a novembre 2009

Quella di palazzo Piacentini è una storia che inizia tanto tempo fa, con la creazione ad opera di Marcello Piacentini, uno dei principali esponenti dell’architettura del Novecento: la struttura e la forma non nascondono la genesi fascista dell’opera urbanistica. L’inaugurazione nel 1959. Nel 1981 viene aggiunta l’importante sezione di archeologia subacquea che ospiterà al suo interno le statue di Riace di ritorno dall’esposizione di Firenze, dove era avvenuto il primo restauro e poi di Roma. In quell’occasione viene realizzato un settore al secondo piano che ospita i resti delle colonie della Magna Grecia.
La chiusura avviene nel novembre del 2009, con il trasporto dei bronzi di Riace a palazzo Campanella e la speranza di vedere in breve tempo l’opera ristrutturata. Alla fine ci sono voluti quasi 34 milioni di euro, una serie di lunghi contenziosi, intoppi burocratici e, soprattutto giudiziari, che hanno investito le ditte che avevano avuto l’appalto. Tutte vicende che hanno ritardato notevolmente i lavori. Perché, se da un lato le statue di Riace contribuivano a tenere alto il nome di Reggio, seppur “coricate” nell’acquario di vetro della sede del consiglio regionale, tutti gli altri reperti subivano la mortificazione di rimanere celati. Con una perdita incalcolabile dal punto di vista di turismo e visitatori.
Il ministro Bray, considerati i ritardi, spinge per un’apertura parziale di palazzo Piacentini, in modo, almeno, da accogliere i visitatori che possono ammirare i Bronzi di Riace. È il 30 aprile 2016 quando le porte del museo riaprono e tutta la struttura è ultimata. Presenti il ministro ai Beni culturali Dario Franceschini e Matteo Renzi, presidente del consiglio, viene inaugurato il nuovo museo archeologico nazionale di Reggio Calabria, il MarRC (secondo la denominazione che include una sigla per le eccellenze culturali). Comincia una nuova avventura anche per Carmelo Malacrino, che del museo è il direttore, secondo la nuova concezione dei musei. Un nuovo ciclo all’insegna della collaborazione delle associazioni sul territorio, fra cui il coordinamento del Fai, con il progetto alternanza scuola-lavoro e la stessa università Mediterranea.

Il nuovo allestimento

Al centro dell’opera c’è il cortile interno, creazione dell’artista Alfredo Pirri, ricavato chiudendo con una vetrata il cortile esterno e creando uno spazio che diventerà una nuova piazza interna, utilizzata per mostre e conferenze.
L’allestimento consentirà ai visitatori di seguire la costituzione della Magna Grecia fino a focalizzarsi sulla città di Reggio Calabria. Chi arriva, inizia la visita dall’alto, procede attraverso un percorso che va dalla preistoria fino alla storia più recente che vede, poi, nella sala dei bronzi il coronamento della visita. Si parte dal secondo piano con la sezione dedicata alla Preistoria al Neolitico; al primo ci sono poleis greche fondate sul territorio; dal primo piano si passa all’ammezzato dedicato alle popolazioni che abitarono la Calabria e alle necropoli greche ed infine al piano terra saranno posti i Bronzi di Riace e la testa del Filosofo. Le statue si trovano in una sala con un impianto climatico particolare e con un filtro d’accesso riservato ai visitatori. Prima di arrivare alle due statue, ci sono reperti della storia di Reggio greca e romana, una sezione specifica, creata ad hoc. Nel piano interrato, infine, due ampie sale destinate a esposizioni temporanee; all’interno del lungo corridoio laterale, si trova un lapidario.

Palazzo Piacentini dà i numeri

Un nuovo allestimento che ha portato a più di 50mila visite nell’agosto del 2016 e che, nonostante tutte le difficoltà infrastrutturali di questo straordinario territorio, continua ad essere uno straordinario attrattore. A novembre 2019, Malacrino segnala un numero di visitatori ancora superiore a quello del 2018. Ad agosto 2019 si sono superate le 48.000 presenze, nell’ordine dei numeri registrati nella prima estate dall’apertura.

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