giovedì,Aprile 25 2024

Joe Quattrone, il barbiere reggino dei presidenti americani

Da 50 anni lavora vicino al Congresso Usa e ha tagliato i capelli a Bush, Ford e Obama, ma anche a Craxi ed Andreotti

Joe Quattrone, il barbiere reggino dei presidenti americani

Joe Quattrone, il barbiere reggino dei presidenti americani. Da 50 anni lavora al Congresso e ha tagliato i capelli a Bush, Ford e Obama, ma anche a Craxi ed Andreotti

Il suo nome è Joe Quattrone, è nato a Reggio Calabria. E proprio dalla città dello Stretto è partito nel 1947 per poi approdare in Ohio. Fino al suo trasferimento nella capitale, Washington, dove da 50 anni taglia i capelli ai politici illustri, senza fare alcuna differenza tra repubblicani e democratici. A raccontare la storia del barbiere italo americano è il Corriere della Sera.

In Ohio, Joe riesce ad andare a scuola, ma sono le officine e i cantieri i luoghi più frequentati. Fallita l’avventura del ristorante aperto dalla famiglia, il giovane trova la sua strada pettini, rasoi e forbici alle mani. Così nel 1970 approda, a 35 anni al Congresso, a Capitol Hill. Dove lo ritroviamo ancora oggi, a 85 anni, a lavoro con la sua squadra: c’è un mini box per barba e capelli, 17 dollari per il taglio semplice; più una specie di sedia gestatoria per i clienti di Al, un anziano afroamericano di New York che, per 10 dollari, lucida le scarpe.

Capitol Hill ospita gli uffici di 169 deputati e le aule di nove Commissioni. Dalle sue abiti mani sono passati tre presidenti degli Stati Uniti: George Henry Bush, Gerald Ford, e anche Barack Obama, ancora giovane senatore dell’Illinois; non sono mancati i futuri vice presidenti Al Gore, Dick Cheney e Joe Biden.

Ma tra le dediche delle foto nel suo locale, immortalato come se fosse una obbligatoria tappa turistica, ci sono anche Nancy Pelosi e Hillary Clinton. In passato sulle sue poltrone si sono accomodati anche illustri italiani: Bettino Craxi, il presidente Giovanni Leone e Giulio Andreotti. E chissà quanti segreti, tra una sforbiciata ed una sistemata con il pettine, sono rimasti nell’aria di quel salone…

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