sabato,Dicembre 14 2024

«Pratica religiosa vietata ai fedeli, ora la misura è colma»

L'INTERVENTO | Il sacerdote ed esperto giurista si domanda: «Da quando un Dpcm assume preminenza su una norma costituzionale? In Italia si può fare tutto tranne che vivere la propria fede»

«Pratica religiosa vietata ai fedeli, ora la misura è colma»

di Don Antonello Foderaro* – Ieri sera dopo l’intervento del prof. Conte ho sentito l’esigenza di riprendere in mano la nostra Carta Costituzionale e ad un certo punto della lettura mi sono imbattuto dall’articolo sette che ha richiamato alla mia memoria di piccolo studioso un altro testo di legge l’Accordo di revisione del Concordato firmato nel 1984 tra lo Stato italiano e la Santa Sede. Quel testo, che ha visto l’incontro di diverse culture e figlio del fior fiore dei costituzionalisti ed ecclesiasticisti di matrice laica e cattolica, contiene una serie di articoli che in questo tempo di pandemia sono stati violati uno dietro l’altro. Ne prendo ad esempio due uno contenuto nell’articolo 5 e uno contenuto nell’articolo 2.

Leggiamo all’articolo 5 par. 2 dell’Accordo del 1984:

Salvo i casi di urgente necessità, la forza pubblica non potrà entrare, per l’esercizio delle sue funzioni, negli edifici aperti al culto, senza averne dato previo avviso all’autorità ecclesiastica.

Quale urgente necessità c’era in quella parrocchia di Cremona tanto da far intervenire la forza pubblica per interrompere la celebrazione della messa?

All’articolo 2 par. 1 dello stesso documento concordatario si legge:

La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare, è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica.

Dopo la lettura di questi due articoli di legge come si può minimamente pensare che le dichiarazioni prof. Conte, in materia di dettati costituzionali e in materia di libertà religiosa, rispondano a criteri di coerenza normativa? Da quando un DPCM assume preminenza su una norma costituzionale?

Certamente la straordinarietà del momento ha visto in fase uno la Chiesa Cattolica, con enorme sofferenza, accogliere l’invito del governo a sospendere l’attività religiosa in forma pubblica, ma posso mai pensare che nella fase due solo la pratica religiosa mette a rischio la salute pubblica? Possibile che gli scienziati che affiancano il governo vedano solo nelle assemblee liturgiche il luogo dove il virus prolifica?

In questa Italia si puoi fare di tutto da giorno 4 maggio 2020 meno che vivere la propria fede unico rischio rimasto al diffondere della pandemia.

Il premier ungherese Orbàn si è fatto dare poteri dal parlamento poteri speciali per gestire questo frangente, e giustamente in questo gesto si è vista a rischio la democrazia di quel paese. Ma non mi pare che il parlamento italiano abbia dato poteri speciali al governo, la nostra è fino a prova contraria, e finché i cavalieri senza macchia ce la lasciano, una democrazia parlamentare.

Che autorevolezza ha un governo che dopo il comunicato della CEI dice pur confermando per il momento le dichiarazioni di Conte si impegna a rivedere con “gli scienziati” la posizione.

Era necessario arrivare a tutto con tutte le interlocuzioni che ci sono state?

Non è accettabile l’atteggiamento del Governo, la misura è colma!

Voglio essere provocatorio richiamando una frase celebre di Andreotti “a pensar male si fa peccato ma spesso si indovina”.

Oggi, nonostante i tanti errori che ha commesso, ho nostalgia di quella politica che ha costruito la nostra democrazia pluralista e ha dato nello stato italiano diritto di cittadinanza a ogni uomo, garantendo a tutti la libertà di esprimere il proprio pensiero, la propria fede. Era la politica che aveva provato sulla propria pelle le limitazioni delle libertà.

Invece ho timore della politica che oggi ci sta governando puritana, qualunquista e figlia del peggior doppio-gioco dell’Edonismo Reaganiano.

*Moderatore del dipartimento di Diritto Canonico della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale Sez. S. Tommaso d’Aquino

Articoli correlati

top