martedì,Ottobre 8 2024

Coronavirus a Reggio Calabria, Piromalli: «Non relegare il teatro a fanalino di coda»

L'Officina dell'arte pensa a nuove date utili per poter completare la “vecchia stagione” e far usufruire al nostro pubblico di biglietti e abbonamenti già in loro possesso o a dei voucher di pari valore da poter sfruttare negli spettacoli futuri

Coronavirus a Reggio Calabria, Piromalli: «Non relegare il teatro a fanalino di coda»

Dopo due mesi di stop a causa dell’emergenza sanitaria per il Covid-19, l’attore e operatore culturale Peppe Piromalli, “deus ex machina” dell’Officina dell’Arte, da anni, organizzatore di una brillante stagione teatrale al “Francesco Cilea” di Reggio Calabria, fa il punto della situazione tra danni subiti e speranze e sogni ancora da realizzare.

«Purtroppo, questa pandemia ha distrutto economicamente e socialmente un intero Paese – afferma il direttore artistico – In questi mesi di obbligata reclusione, mi è mancato lo sgranare gli occhi per divorare la bellezza di ciò che accade in scena, il calore degli applausi, la frenetica attività giornaliera del pensare, organizzare, portare sul palco attori, compagnie, artisti. Mi manca lo spettacolo e tutti i suoi derivati. Covid-19, “l’infame silente” ha cancellato tutto questo ma il teatro non si ferma, almeno ci tenta e lo fa attraverso i media, attraverso i social, dando vita a spettacoli su internet cercando in qualche modo di ridurre il dolore da astinenza».

L’attore reggino, in questi mesi, ha provato a non perdere la bella abitudine del teatro, la passione per l’arte in qualunque sua forma perché la sua «è una ricerca di normalità che accomuna tanti, una normalità che, però, non sarà più tale. La pandemia ci sta cambiando, ci cambierà e con noi cambierà anche il concetto di normalità e dovremo reinventarci per godere un teatro “diverso”.

Chiudere i teatri è stato il primo atto necessario, consapevole, doloroso nei confronti di una tutela della salute dei singoli e dei molti, il primo atto di un dramma che si sta compiendo nelle nostre case, che ha come scenario le strade, le piazze su cui ci affacciamo dai nostri balconi come dai palchi di un teatro all’italiana. Il palcoscenico sotto vetro da un lato mostra la forza della resistenza dell’arte della scena, ma dall’altro anche come la mancanza del suo statuto “originale” lo renda, purtroppo, lontano, inefficace.

Per ripartire dobbiamo capire – aggiunge ancora Piromalli – la disponibilità di attori, compagnie e produzioni teatrali a trovare nuove date utili per poter completare la “vecchia stagione” e far usufruire al nostro pubblico di biglietti e abbonamenti già in loro possesso. Se questo non si potrà fare per svariate motivazioni, toccherà annullare gli spettacoli rimanenti e dare ai nostri spettatori, come previsto dal decreto del 17 marzo 2020 art. 88, dei voucher di pari valore da poter sfruttare negli spettacoli che cercheremo di allestire per la stagione futura».

Anche se questo futuro pare ancora fosco, il direttore dell’Oda spera in una rinascita del Paese e di Reggio Calabria. «Bisognerà studiare qualcosa di serio e chi governa ci deve dare delle linee guida chiare ben ragionate soprattutto, di facile messa in opera – conclude Piromalli – Non relegare i teatri, i cinema la cultura come fanalini di coda di una situazione grave, importante, perché questi settori coinvolgono tutto il mondo e tante sono le famiglie che grazie all’arte vivono.

Per quanto mi riguarda, lotterò fino all’ultimo istante per non vanificare questo meraviglioso sogno che è l’Officina dell’Arte. Saranno danni seri, serissimi, ma di certo arriverà il momento in cui le piazze d’Italia, del mondo e le platee dei teatri torneranno a riempirsi ed è li che scopriremo di non essere più gli stessi».

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