sabato,Aprile 20 2024

I moti del Settanta raccontati da volantini, foto e quotidiani dell’epoca

La mostra storico-documentaria “Reggio 1970-2020, Rivolta in Bianco e Nero” a cura di Giuseppe Diaco, Associazione Culturale Anassilaos, d oggi pomeriggio alla Biblioteca Comunale Villetta “De Nava”

I moti del Settanta raccontati da volantini, foto e quotidiani dell’epoca

«Reggio era il capoluogo ed è stata depredata dal titolo. Questa è la storia. Da militante di Sinistra, l’ho scritto e l’ho raccontato e nessuno lo può negare, a 17 anni, ho partecipato. Diffondevo i volantini dentro i giornali, un lavoro importante e clandestino». Così inizia il racconto di Franco Arcidiaco, editore, nel corso dell’inaugurazione, nell’ambito del 50° anniversario dei Moti, della Mostra storico-documentaria dal titolo “Reggio 1970-2020, Rivolta in Bianco e Nero” a cura di Giuseppe Diaco, Associazione Culturale Anassilaos, oggi pomeriggio alla Biblioteca Comunale Villetta “De Nava”. Presente per il Comune l’assessore alla valorizzazione del patrimonio culturale Irene Calabrò.

«Continuiamo a difendere l’onore della nostra città – aggiunge l’editore – solo questo possiamo fare. Le sinistra hanno sbagliato: non abbiamo avuto la capacità di ribellarci al centralismo democratico. Per cui quello che arrivava da Roma o Catanzaro era legge. Non abbiamo avuto l’autonomia di dire: questa è una rivolta che va sostenuta. Perché è stata la più importante rivolta popolare del Mezzogiorno  dopo l’unità d’Italia».

«Si tratta di giornali che raccontano il dramma di quei giorni, e dei volanti perché questo fu lo strumento di comunicazione dei rivoltosi per eccellenza – chiarisce Diaco – stampato come potevano, clandestinamente, in ciclostilato. E poi una serie di fotografie concesse da Mario Di Pietro e dall’archivio Fiorenza, dal preside Trombetta e mie personali».

Museo civico, un’ala per i moti

«L’iniziativa nasce da un’idea che il mio assessorato aveva programma questa primavera con l’Anassilaos e la biblioteca De Nava, non abbiamo voluto rinunciarvi – afferma Calabrò – Abbiamo inaugurato oggi per rinnovare l’esperienza vissuta 50 anni fa dalla città e raccontarla attraverso testimonianze visive, curata da Diaco per l’Anassilaos. Abbiamo voluto dare un’impronta culturale a questo momento, vissuto dalla città e raccontarla attraverso chi ha dato un contributo attivo. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con il comitato per il 50° dai moti, istituito dal Comune di Reggio.

Abbiamo voluto leggere gli eventi in ottica culturale, socioculturale e, considerato che la cultura non è soggettiva, non è univoca, non è personale e autoreferenziale abbiamo voluto che vi partecipassero anche  i componenti dei moti di Reggio. Ognuno di noi è responsabile di come gli eventi devono essere raccontati e trasferiti alle generazioni future. Responsabilità che ciascuno di noi deve assumere senza personalismi, visioni deviate e distorte di quelli che sono stati i fatti, semplicemente delineando i fatti di cronaca. Dal punto di vista culturale si è profilata la volontà di mettere un sigillo a questo momento importante della nostra città, dedicando un ampio spazio del museo civico ai moti. Un’idea divisa e condivisa con le voci e i personaggi che hanno partecipato attivamente. Massima apertura nell’ottica di una visone unitaria e condivisa di quell’esperienza».  

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