giovedì,Marzo 28 2024

Horcynus festival, al castello Aragonese: Astràgali Teatro e l’omaggio a Georges Bataille

La Calabria Magica di Ettore Castagna col Il reading - concerto, ispirato al libro "Della Grecìa perduta", alle ore 21 sulla terrazza di Medinblu

Horcynus festival, al castello Aragonese: Astràgali Teatro e l’omaggio a Georges Bataille

Una Calabria antica dalla dimensione magica, in cui sonorità, lingue e suggestioni si manifestano nell’intreccio affascinante tra sacro e profano, mito e narrazione, leggenda e storia, sarà protagonista questa sera del nuovo appuntamento targato Horcynus Festival Reggio Calabria. In programma il reading – concerto di Ettore Castagna, ispirato al suo ultimo romanzo “Della Grecìa perduta” (Rubbettino Editore), stasera alle ore 21, nella cornice della terrazza di Medinblu.

«Quella che descrivo è la dimensione mediterranea del realismo magico calabrese; essa è narrata in una lingua che è frutto di ricerca. Il mio è un italiano “corrotto” in cui si intrecciano dialetto, tracce di letteratura popolare, parole in greco moderno e in greco di Calabria, elementi colti. Una miscellanea linguistica che coniuga l’antico con il contemporaneo. Dopo venti anni di elaborazione sono approdato alla scrittura di romanzi in cui anche lingua è in sé ricerca. In particolare “Della Grecìa perduta” abbraccia oltre due secoli dalla fine del Seicento ai primi dell’Ottocento. I personaggi si muovono su uno scenario reale e fantastico allo stesso tempo, nel quale storia, ucronia, invenzione, cruda realtà e magia si mescolano in un unico coinvolgente percorso narrativo», commenta Ettore Castagna, antropologo culturale, musicista e scrittore, per 17 anni direttore artistico del festival dell’Area Grecanica Paleariza.

Prosegue così Horcynus Festival che ieri, nell’ambito dell’Estate Reggina al castello Aragonese, ha proposto Astràgali Teatro e l’omaggio a Georges Bataille, un autore poliedrico che ha dedicato la sua vita all’estetica, alla filosofia, allo studio della storia dell’arte e alla pittura preistorica, alla letteratura e all’erotismo. Proprio nel segno di quest’ultimo, che Bataille definisce come “la vita che entra fin dentro la morte”, attraverso il racconto “Storia dell’occhio” e la raccolta poetica, recentemente tradotta anche in Italia, “L’Arcangelico”, Fabio Tolledi (regia e voce) e Mauro tre (piano) hanno fuso note e parole. «Abbiamo voluto esplorare con il pubblico la relazione tra poesia, suono, eros e vita.

L’occhio è, infatti, la parte del nostro corpo che rappresenta la finestra sul mondo attraverso la quale guardiamo e facciamo esperienza. Nel racconto di Bataille due donne e un uomo, attraversando le campagne della Francia, vivono situazioni al limite, sperimentano l’eccesso, il brivido e l’esaltazione, in costante presenza della morte, elemento non lugubre ma vitale. Da lì si dipana una possibilità di spingersi oltre e di comprendere qualcosa di noi. Lavoriamo molto in giro per mondo, specie nelle zone di guerra dove cogliamo sempre una fortissima voglia di vivere e di conoscere. Il Mediterraneo si presenta ricco di storia ma anche segnato dalle migrazioni, pregno di contraddizioni e di questa vitalità che avanza con la morte accanto. Sentiamo per questo una profonda fratellanza con Horcynus Festival», ha commentato Fabio Tolledi.

Gli itinerari di cambiamento, nel segno di “Ghadaan” (termine arabo per intendere “domani”) targati Horcynus Festival Reggio Calabria, proseguiranno stasera (ore 21) sulla terrazza di Medinblu, con Ettore Castagna, che indaga la complessità della dimensione antropologica calabrese attraverso poliedrici e innovativi linguaggi artistici, tracciando percorsi di approfondimento capaci di spaziare dalla musica alla letteratura, dal documentarismo al giornalismo, dalla comunicazione alla progettazione e alla didattica per l’università e per la scuola superiore.

“Della Grecìa perduta” è un viaggio etnico e acustico alla ricerca dell’epica sospesa tra il suono e la parola e si pone come naturale prosieguo della storia narrata da Ettore Castagna nel precedente romanzo “Del Sangue e del Vino”.

La Grecìa perduta è la Grecia dell’Occidente, quindi anche quella dei territori ellenofoni del Sud Italia. Luoghi letterariamente trasfigurati in una Calabria, Sud di tutti i Sud, in cui lo scrittore ambienta il romanzo, nell’ambito di una vera e propria saga di tre generazioni di Greci dell’Aspromonte. Protagonista, il giovane pastore Nino che, risvegliatosi da un sonno secolare, parte alla ricerca della sua identità. Sullo sfondo la Calabria di Murat, che il protagonista Nino decide di seguire fin quando quell’ardore non cede il passo al disincanto. E’ allora che il suo cammino, in una Calabria desolata e straordinaria al contempo, riprende all’ombra di un’inedita nostalgia.
Ad arricchire la narrazione la dimensione magica e misteriosa tracciata dal sortilegio che avrebbe risvegliato Nino e dalla presenza di Dragumeno, una sorta di demone centauro dalle mille manifestazioni che lo accompagna e lo protegge, già noto alla mamma di Nino, Caterina.

Ettore Castagna nasce a Catanzaro ma vive a Bergamo. Si occupa di antropologia culturale e ricerca da oltre quarant’anni. Nel corso del tempo, la sua riflessione antropologica si è articolata su più fronti. Il primo è stato quello della musica attraverso attività in vari gruppi storici della musica etno-acustica nazionale e internazionale. Il più importante è il Re Niliu, attivo sin dal 1979 (www.reniliu.it). Poi l’approdo alla letteratura. Tra le sue ultime pubblicazioni citiamo “Tredici gol dalla bandierina” (Rubbettino 2018) e “Del sangue e del vino” (Rubbettino 2016), nella collana “Che ci faccio qui” diretta da Vito Teti.

top