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Cinema, Peppino Mazzotta migliore attore nel film “Gramsci 44” per il “Communism International Film Festival”

L’opera del registra reggino Barbucci, prodotta da Ram Film, racconta dei giorni ad Ustica del fondatore del partito Comunista

Cinema, Peppino Mazzotta migliore attore nel film “Gramsci 44” per il “Communism International Film Festival”

Peppino Mazzotta con il film “Gramsci 44”, porta a casa il premio come Miglior Attore Protagonista al “Communism International Film Festival”. L’annuncio qualche giorno fa sul social dal regista del film, il reggino Emiliano Barbucci.

Si tratta di un film documentario del 2016,  produzione Ram film, regia di Emiliano Barbucci, direttore della fotografia  Daniele Ciprì, direttore di produzione Maria Milasi, produttore esecutivo  Americo Melchionda, scritto da  Emanuele Milasi, musiche originali di Marco Betta.

Un riconoscimento «vissuto in sordina a causa della chiusura». Un tributo ad un attore calabrese, conosciuto sul piccolo schermo per il ruolo dell’assistente di polizia Fazio in Montalbano, che ha avuto un grande merito: quello di interpretare un personaggio come Gramsci, politico, filosofo, indimenticato fondatore in Italia del Partito comunista. Una sfida non da poco perché, come chiarisce Barbucci «c’erano poche descrizioni, e comunque era difficile confrontarsi con un personaggio così, ma Peppino c’è riuscito bene».

Una scelta quella dell’attore principale sulla quale il direttore esecutivo fu tassativo. È stata infatti Maria Milasi ad avere avuta la folgorazione su un ruolo chiave per la riuscita del film. E Mazzotta ha ben accettato la sfida, perché, afferma il regista, «La storia gli è piaciuta».

Andando a monte, a come è nato il film, interamente girato ad Ustica, è lo stesso Barbucci a raccontare dell’incontro coi pescatori di Ustica nel corso di una ricerca post laurea. Nelle interviste ai pescatori del luogo, Barbucci fu incuriosito dal fatto che molti si chiamavano tra loro “compagni”. E il perché fu presto svelato. Alcuni dei loro nonni avevano imparato a leggere proprio da Gramsci che ad Ustica fu esiliato dai fascisti e sull’isola rimase per 44 giorni (da qui il titolo “Gramsci 44”) fondando la “Scuola dei Confinati Politici”.

Come chiarisce la sinossi del film, fu un modo «per i politici confinati di sopravvivere alla lenta e logorante morte intellettuale a cui erano condannati, e per gli isolani, sensibili al fascino dell’accoglienza, un tentativo di costruire momenti di inclusione sociale in un periodo in cui l’isola era considerata luogo di emarginazione per l’intera nazione.

La scuola, che era aperta a tutti, servì anche ad arginare l’analfabetismo, coinvolgendo cittadini di ogni età e stato sociale. Di quella scuola e di Gramsci oggi molti usticesi hanno ancora ricordo, ed è per l’isola di Ustica uno dei fondamenti della loro memoria storica. Ad Ustica Gramsci ritrovò il “suo” sud, prima di essere tradotto nel carcere di San Vittore».

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