giovedì,Marzo 28 2024

Piazza De Nava, fondazione Mediterranea: «Ecco chi non dovrebbe esprimersi sul progetto per conflitto d’interesse etico»

Il presidente Vitale puntualizza: «La quasi totalità di quelli che non hanno pubblicamente espresso la loro opinione, pur con varie sfumature, è sostanzialmente contraria al progetto»

Piazza De Nava, fondazione Mediterranea: «Ecco chi non dovrebbe esprimersi sul progetto per conflitto d’interesse etico»

Sul dibattito relativo al progetto di riqualificazione di piazza De Nava interviene a gamba tesa Vincenzo Vitale, Presidente Fondazione Mediterranea, evidenziando quali dei partecipanti incorrono in conflitti di interesse, etici non giuridici.

In una nota Vitale ricorda che il prossimo 12 maggio è fissata la Conferenza dei Servizi «che dovrà decidere sulla demolizione dell’impianto storico di piazza De Nava. Di seguito le associazioni e i professionisti che si sono pubblicamente espressi nel merito e gli evidenziati conflitti di interesse, non giuridici ma etici». 

Nell’elenco figurano come contrarie: FAI, presidente Rocco Vittorio Gangemi; Legambiente (comunicato non firmato); Fondazione Mediterranea, presidente Vincenzo Vitale; Associazione Amici del Museo, presidente Franco Arillotta; Soroptimist, presidente Francesca Crea Borruto; Fidapa RC, presidente Wanda Albanese De Leo; Coordinamento associazione di Club Service, presidente Massimo Serranò; Comitato Interdistrettuale Lions, presidente Ettore Tigani; Associazione Anassilaos, presidente Stefano Iorfida; Laboratorio politico Patto Civico (comunicato non firmato); Associazione Le Muse, presidente Giuseppe Livoti; Associazione “50 e più”, presidente De Carlo; Associazione Commercianti, presidente Grillone; Coordinamento Nazionale Artigiani, presidente Gianni Laganà; prof. Giuseppe Cantarella, Deputazione di Storia Patria; prof. Pasquale Amato, Università di Messina; dott. Antonino Minicuci, leader opposizione a Palazzo san Giorgio; on. Natino Aloi, storico reggino; prof. Antonino Monorchio, presidente CdA Università per Stranieri Dante Alighieri.

A questi vanno aggiunti una serie di associazioni e di personalità del mondo della politica e della cultura che, pur non condividendo affatto il progetto, hanno ritenuto di non schierarsi pubblicamente per non smuovere equilibri a loro svantaggio.    

Favorevoli: Laboratorio politico Reggio Bene Comune, associazione professionale Diagonal, TCI, (comunicati non firmati), prof. Marisa Cagliostro, prof. Daniele Castrizio.

Delle contrarie, la Fondazione Mediterranea ha condiviso parzialmente alcune linee ispiratrici del progetto (apertura all’esterno del Museo, pedonalizzazione dell’area e raccordo con il Monumento Alvaro) bocciandone comunque la realizzazione, che prevede la completa demolizione dell’esistente, e suggerendo alcune modifiche progettuali che metterebbero tutti d’accordo. Una posizione più decisa, di motivato e circostanziato rigetto o di acritica e supina accettazione, hanno assunto gli altri. La quasi totalità di quelli che non hanno pubblicamente espresso la loro opinione, pur con varie sfumature, è sostanzialmente contraria al progetto.

A questo punto la fondazione trae le fila dei «conflitti di interesse evidenziati tra i sostenitori, nell’accezione etica del termine e non in quella giuridica. Alcuni di questi conflitti, in modo speculare, sono presenti anche tra chi si oppone al progetto.

Il TCI, che ha sempre assunto posizioni generalmente in linea con il FAI e Legambiente, stavolta si dissocia e appoggia la linea demolitiva della piazza. Vi è relazione con la nomina del responsabile locale TCI a presidente della Commissione Toponomastica? Probabilmente no, ma sarebbe stato quantomeno elegante dichiararlo.

La prof.ssa Cagliostro, i cui rapporti con il Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea sono chiari, non dovrebbe esprimersi sull’argomento se è vero, come afferma la progettista arch. Vitetta, che per la redazione del progetto ci si è avvalsi della collaborazione con il PAU.

L’Associazione politica Reggio Bene Comune, in quanto tale, è in odore di essere molto poco oggettiva (lo stesso specularmente dicasi per chi, contrario al progetto, ha interessi politico-partitici).

L’associazione professionale Diagonal si dice sia vicina agli ambienti del Mibact e in rapporti di consulenza con il Comune. Sarebbe stato elegante che non avesse espresso il suo pur legittimo parere».

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