mercoledì,Aprile 24 2024

Accademia delle Belle Arti, il presidente Morabito: «Sinergie, respiro internazionale e più spazi»

Francesca Maria Morabito, freschissima di nomina alla guida dell’Accademia reggina, ci ha raccontato quelli che sono i suoi propositi a cominciare dalla sinergia con la Città metropolitana

Accademia delle Belle Arti, il presidente Morabito: «Sinergie, respiro internazionale e più spazi»

Ha le idee molto chiare Francesca Maria Morabito, su quello che sarà il suo compito alla guida dell’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, per i prossimi 3 anni. Questa nomina, arrivata circa una settimana fa direttamente dal Miur, aggiunge un nuovo importante incarico al suo già ricco curriculum. Originaria di Molochio, è molto apprezzata nell’ambiente scolastico per le sue spiccate doti professionali, condite da una sana dose di caparbietà e tenacia che le fanno sempre raggiungere gli obiettivi prefissati. Attualmente è anche dirigente scolastica – ruolo che ricopre ormai da 16 anni – del Liceo Statale “Giuseppe Rechichi” di Polistena, e reggente dell’Istituto comprensivo “Oppido – Molochio – Varapodio”. A pochi giorni dal suo insediamento, la Morabito è già un fiume in piena di idee da mettere in pratica per far sì che l’Accademia delle Belle Arti reggina diventi sempre più un punto di riferimento artistico e professionale dell’intero territorio.

«Sono molto onorata di questo incarico – ha esordito – che dà nuova linfa alla mia professione. Ho già cominciato a prendere visione di questo mondo nuovo e ho già ben chiare le proposte che mi accingerò a presentare al Consiglio di amministrazione. Rispettando gli obiettivi che ci vengono dati dal Ministero, occorre preparare un piano triennale che, secondo la mia visione, deve coinvolgere i nostri artisti, creando sinergie tra tutti quegli enti che si occupano di cultura, in primis comuni e Città metropolitana. Considerando poi, che la Calabria ha un patrimonio culturale immenso, soprattutto dal punto di vista archeologico, oltre a vantare infiniti beni paesaggistici, l’idea è quella di mettere insieme arte e cultura, con gli svariati beni ambientali. Se riusciamo a fare questo, creando sinergie con il territorio e con tutto il patrimonio culturale – presente per esempio nelle diocesi, nei parchi archeologici, nei borghi dei nostri paesi – si può far passare il messaggio che l’arte può essere professione, oltre che passione. Io credo molto in questa funzione dell’arte, che non è assolutamente solo creatività.

A tal proposito è quindi necessario riuscire a creare le basi per vivere con essa, cominciando col farsi conoscere fuori. Infatti, abbiamo tanti artisti poco conosciuti, che necessitano di uscire allo scoperto. Per questo, l’altro passo che vorrei fare, anche su input del Ministero, è proprio quello di lavorare sulla internazionalizzazione delle nostre strutture, facendo in modo che la nostra arte, le nostre professioni, i nostri professionisti possano far conoscere il loro mestiere e la loro arte al di fuori, non solo della Calabria o dell’Italia, ma anche del contesto in cui si trovano, confrontandosi con le avanguardie. È il confronto che fa crescere, soprattutto gli artisti». Tra i progetti imminenti del nuovo presidente, c’è anche la sinergia con la Città metropolitana. «L’edificio in cui è allocata l’Accademia – ha spiegato – appartiene ed è gestito dall’Ente metropolitano e quindi il mio proposito è quello di chiedere che ci venga data la possibilità di ampliare gli spazi, perché molti laboratori necessitano di spazi più funzionali, più grandi e più ampi.

Successivamente, sulla base delle attività che ho già in mente di svolgere, tenterò di coinvolgere Accademia e Città metropolitana in attività di promozione, turistica e culturale, ma non solo. Non sarebbe male far vedere cosa si fa in Accademia, come lavora un’artista, come interpreta un paesaggio, attraverso delle mostre ma soprattutto dei workshop. Dovremmo puntare molto sui paesaggi e sulla loro narrazione culturale». La Morabito ha sottolineato che l’obiettivo principale da perseguire è quello dettato dal Miur, previsto anche dallo Statuto, ossia «dare una qualificazione sempre più alta alla formazione artistica, promuovere la diffusione della cultura artistica all’interno del territorio, ma anche nell’ottica dell’internazionalizzazione, oltre a formare professionalità che poi possono avere un adeguato riscontro nella società in cui viviamo. Sono obiettivi molto importanti, che spetta poi al presidente, di concerto con il Consiglio di amministrazione, il Consiglio accademico e il Collegio dei professori, far sì che vengano concretizzati con atti organizzativi e con la didattica, ma anche con le varie convenzioni, i rapporti e le relazioni, che un presidente deve sviluppare a 360 gradi».

Per quanto riguarda lo status dell’Accademia, il nuovo presidente ha raccontato di aver trovato «una grande qualità nella docenza, ma c’è comunque molto lavoro da fare. Da questo punto di vista però, sono tranquilla, perché ho visto l’entusiasmo da parte di tutti e la condivisione è il primo step per raggiungere i traguardi importanti. Si dice che i progetti camminano sulle gambe degli uomini e il Consiglio accademico e i docenti possono dare un contributo fondamentale per realizzarli». L’intento della Morabito è quello di lavorare su più fronti per raggiungere gli obiettivi che si è prefissata. «È un piano il mio – ha spiegato – che sta prendendo forma e che va condiviso con gli organi propri dell’Accademia. Come dicevo, mi piacerebbe riorganizzare gli spazi in modo che siano ancora più funzionali alla didattica, perché l’Accademia è fatta di tanti laboratori, molto belli e frequentati, ma occorre renderli più spaziosi e funzionali.

E poi a mio avviso, l’ottica dell’internazionalizzazione è quella vincente. La cultura e l’arte italiana, sono un patrimonio dell’umanità intera e fare in modo di diffonderle, ma soprattutto proiettarle in ambito lavorativo, è la strada che dobbiamo percorrere. Proprio in questo senso mi voglio muovere, perché i nostri ragazzi, i nostri artisti, possano effettivamente dare un contributo alla crescita culturale di questa nostra terra, in Italia e nel mondo intero. Non dobbiamo solo esportare, ma anche confrontarci con culture diverse. Ci sono già in atto tanti progetti di internazionalizzazione, come il progetto Erasmus, ma molte altre possibilità si possono dare ai nostri studenti, promuovendo convenzioni, ad esempio con le grandi accademie europee. Lo scambio poi, non deve essere solo tra studenti, ma anche tra docenti. Secondo me – ha continuato – la crescita formativa deve partire proprio dallo scambio tra docenti, perché se avviene solo tra studenti, rischia di rimane circoscritta. Per crescere, è importante andare sempre oltre quelle che sono le convinzioni personali. Dobbiamo sì conoscere bene la nostra cultura, ma dobbiamo essere aperti ad incontrare anche le novità, confrontandoci con le caratteristiche delle avanguardie».

La Morabito ha pensato anche di migliorare l’offerta formativa, inserendo dei corsi specifici di restauro, «soprattutto di restauro per il patrimonio culturale che abbiamo e che spesso non è molto curato, come quello delle chiese e dei grandi palazzi. Ci sono palazzi storici ma anche ville, che necessitano di interventi di restauro adeguati, pittorici o archeologici, che una volta effettuati possono farli diventare parte dei beni paesaggistici, contribuendo così alla rinascita della nostra terra e del turismo. È bene abituare le persone a vedere il bello e non solo l’incuria, un modo fortemente educativo anche del senso civico». Il presidente dell’Accademia delle Belle Arti ha concluso rimarcando che il compito del presidente è quello di mantenere relazioni con gli enti, i comuni, con le associazioni e quant’altro, proprio per diffondere la cultura, e tra i suoi propositi c’è quello di coinvolgere i territori, partendo magari proprio dalla sua Molochio. «Bello sarebbe – ha affermato – tenere i contatti con i Licei artistici, orientando i ragazzi affinché possano scegliere quel ramo che muove dalla passione per trasformarsi in lavoro». Tra gli innumerevoli propositi del presidente, anche quello di istituire un ufficio stampa, per cominciare a divulgare la realtà dell’Accademia. 

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