Reggio, l’università Mediterranea centro di formazione e diplomazia dello Spazio
Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana Giorgio Saccoccia in visita presso l'ateneo reggino
«Reggio Calabria con la sua Università diventerà il centro di un percorso di formazione che creerà conoscenza e alimenterà una rete di contatti e scambi, assumendo un ruolo di primo piano nella diplomazia della scienza e dello spazio».
L’università Mediterranea di Reggio Calabria sempre più proiettata nell’universo. Così la descrive il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Giorgio Saccoccia, in visita presso l’ateneo reggino in occasione della presentazione del corso di alta formazione in tema di GeoInformazioni e di gestione dei dati spaziali per favorire lo sviluppo sostenibile delle regioni del Mediterraneo (Geoinformation and Space Data Management for the Needs and Sustainable Development of the MediterraneanRegion).
La Mediterranea nello Spazio
L’Università di Reggio Calabria, già sede nel 2019 del forum Internazionale dello Spazio, tornerà protagonista nel prossimo novembre quando ospiterà l’importante appuntamento formativo, illustrato in occasione di un webinar – The follow-on activities of the IV International Space Forum (ISF) 2019 – The MediteraneanChapter – introdotto dal rettore Santo Marcello Zimbone e dal presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), Giorgio Saccoccia.
«Un appuntamento strategico che, grazie alla presenza del presidente Saccoccia, ci offre la possibilità di mettere in luce le frontiere dello spazio per i nostri giovani. Il mondo sta cambiando e ci sono degli impulsi forti nel campo delle scienze e delle tecnologie che si intrecciano con il progresso delle popolazioni e che dal bacino del Mediterraneo si irradiano a livello globale.
È un momento di grande fermento, un’occasione da cogliere dando un contributo in termini di ricerca e creando opportunità per i nostri studenti. Il tutto in stretta sinergia con l’Agenzia Spaziale Italiana», ha sottolineato il rettore dell’università Mediterranea, Santo Marcello Zimbone.
Diciassette i paesi del bacino Mediterraneo (Albania, Algeria, Bosnia-Herzegovina, Cipro, Croazia, Egitto, Francia, Grecia, Israele, Libano, Libia, Malta, Marocco, Montenegro, Slovenia, Tunisia, Turchia) collegati con l’aula magna Ludovico Quaroni dell’università calabrese.
Studiare e proteggere il bacino del Mediterraneo
«In questa occasione ripartiamo con slancio, dopo la pausa dettata dalla pandemia, da quanto avevamo concordato in seno alla risoluzione adottata nel 2019, in occasione del Forum svoltosi a Reggio in collaborazione con l’Accademia internazionale di Astronautica. Nell’ottica della condivisione dei percorsi, tra gli strumenti vi è proprio questo corso di alta formazione sull’utilizzo dei dati provenienti dai servizi spaziali di osservazione delle Terra come Cosmo-Skymed, la nostra costellazione di satelliti di prima e seconda generazione in grado di scrutare la Terra dallo spazio metro per metro, di giorno e di notte, con ogni condizione meteo.
Tali informazioni dovranno poi essere utilizzate per lo studio e la protezione delle risorse del Mediterraneo. Lo scopo è quello di analizzare e applicare tutto quanto può essere rivelato da queste informazioni. Un’esperienza formativa che coinvolgerà tanti Paesi e questo credo sia un importante valore aggiunto. Il settore dello Spazio è oggi riconosciuto come un volano importante per la crescita del nostro Paese. Non a caso nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, circa l’1% è dedicato a progetti nello Spazio; progetti che necessitano di una classe di giovani competenti, formati e operativi da subito dopo la laurea», ha evidenziato il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia.
Creare competenza e occasioni per valorizzarla
«In occasione del forum ospitato dalla nostra Università nel 2019, tre sono stati i focus individuati come direttrici di orientamento dell’azione comune. Unitamente a Sorveglianza marittima e Blu economy, anche il sempre più strategico Rafforzamento delle collaborazioni tra le Agenzie spaziali, i Centri di ricerca e le Università.
Questo corso non ha solo il fine di formare delle figure specializzate nell’osservazione della Terra ma ha anche lo scopo di migliorare il livello di interazione tra gli attori impegnati in questo ambito complesso e pieno di opportunità. È un messaggio rivolto principalmente agli studenti poiché ci sono delle prospettive concrete nel breve futuro che potranno offrire delle occasioni di valorizzazione del percorso universitario proprio laddove esso è stato conseguito», ha sottolineato il rettore Santo Marcello Zimbone.
Sulla centralità delle sinergie e del coinvolgimento dei giovani pone l’accento anche il presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia: «Le Università sono per l’Agenzia Spaziale Italiana un bene prezioso. Non può, infatti, esistere una crescita di un settore innovativo e complesso come quello dello Spazio senza formazione, ricerca e idee condivise da Agenzia Spaziale Italiana e Università. Pur non intaccando in alcun modo la libertà di pensiero e l’autonomia, ci prefiggiamo l’obiettivo di proporre temi di importanza rilevante e di applicazione il più possibile immediata al fine di creare competenze e opportunità per metterle al più presto a frutto».