mercoledì,Aprile 24 2024

L’appello de Le muse: memoria delle identità territoriali per fare ripartire il turismo

Suggestiva le lettura dell’ultimo scritto del grande regista e scrittore Rodolfo Chirico, testo messo su carta prima della sua prematura scomparsa

L’appello de Le muse: memoria delle identità territoriali per fare ripartire il turismo

L’ ultimo “Appello delle Muse” presso il Cortile delle Muse, nell’ambito della programmazione estiva de l’Associazione “Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere” ha visto una presenza numerosissima di pubblico e simpatizzanti, attestando come la scelta degli “Appelli Culturali” è stata vincente nell’ambito degli eventi estivi della città di Reggio Calabria. In apertura di serata, il presidente Livoti, ha ricordato l’alto livello degli ospiti e come settimana dopo settimana si è cercato di “svegliare le coscienze” su argomenti importanti quali letteratura calabrese, teatro, idiomi dialettali, arte, poesia e per finire in questo primo blocco, il tema della memoria.

L’invito alle varie serate lo abbiamo rivolto comunque anche ai vari rappresentanti della cosa pubblica e delle istituzioni, ha commentato il presidente Muse, perché ogni “appello” è stato anche un modus per entrare in contatto con chi ci amministra per migliorare cio’ che ci circonda. L’ultimo messaggio è stato accolto dal presidente dei Sindaci dell’Area Grecanica Pierpaolo Zavettieri, il quale, ha ribadito che l’occasione data dalla pubblicazione del “Grido del Silenzio”, testo poetico di Antonietta Siviglia, donna che appartiene per storia, radici e formazione all’area grecanica ed esattamente a Roghudi, è opportunità importante, perché attesta la creatività e la formazione di chi appartiene a quei territori identitari.

Rappresento con il mio ruolo – ha ribadito Zavettieri-  non solo tutti i comuni dell’area grecanica ma Roghudi nuova, cittadina creata ex novo dopo la terribile alluvione del 1971 e del 1973 che viene ricostruita in una nuova collocazione geografica, molto in ritardo dopo circa 17 anni, mentre ormai, la diaspora della popolazione tra Melito, Condofuri, Bova Marina, Reggio era già avvenuta.  Un appello dunque per ricordare e magari fare attuare la proposta di Livoti al primo cittadino di Roghudi, ovvero  realizzare dei pannelli con i versi di poeti e scrittori dell’area grecanica per le vie del paese. 

Punto di partenza è stato il libro della poetessa e scrittrice Siviglia che richiama in versi la sua vita sin da giovanissima, all’età di 12 anni, vivendo il tempo dell’abbandono, quello dalla propria terra di origine, in un momento molto triste per il cuore  dell’area ionica reggina. Dunque la conversazione è proseguita con un’ampia riflessione, aperta e condivisa, quella del dirigente scolastico e vice presidente Muse Orsola Latella: occorre ritornare alla classicità delle origini, va ricordato a tutti che le radici dell’Europa sono proprio il Cristianesimo e la civiltà Ellenico Romana, e la Siviglia sperimenta il suo senso di appartenenza, sempre soggettivo. Oggi non ci possono essere disappartenenze, poiché il passato e la propria famiglia determinano il flusso della nostra vita, costruendo oggi per vivere il domani. La scrittura ed il  suo ruolo è utile così per fare riemergere storia e progenie.

 E la Siviglia è testimone attiva e fattiva che  ha subito una metamorfosi da donna grecanica a donna contemporanea. Ritornare nella sua Ellade perduta, sognare l’eterna speranza, conferma come la vita a volte, …fa penare il cuore, ma la poetessa ricerca l’ululato del vento, quello della memoria.  Suggestiva le lettura dell’ultimo scritto del grande regista e scrittore Rodolfo Chirico, testo messo su carta prima della sua prematura scomparsa per questo libro, in cui si evince il …sentire di pazienza antica soffia per cambiare la pagina dell’accadimento, con la Siviglia sorta di Cassandra che vede la continua rovina umana.

Per Domenico Rodà – grecista – gia’ Rettore Convitto “Pasquale Galluppi” di Cz esistono tantissime personalità nel mondo culturale che hanno un retaggio che demanda alla cultura dei Greci di Calabria, non tralasciando le proprie tradizioni, usanze e costumi, e la poetessa riesce a cogliere gli aspetti piu’ importanti dell’antico idioma grecanico, non dissimile dal linguaggio neogreco oggi esistente in Grecia.

Importante poi il punto di vista antropologico e linguistico in cui le poesie fanno riemergere la figura della –mana- la mamma, poesia che demanda e che attiene alla vita, al territorio ed all’amore, amore per i propri cari, per i propri sentimenti, l’amore per il vicinato, ossia come dicono nella –grecia calabrese- la “ghitonia”.

Accattivante la testimonianza dei  Glueckners – esperti di ricerca musicale, musicisti, cantanti e studiosi di tradizioni popolari che dopo tanta ricerca hanno da poco registrato tracce musicali, facendo rivivere le antiche melodie e i coinvolgenti ritmi del folklore celtico-irlandese, sonorità tipiche del mondo di mezzo e dei suoi miti e leggende attraverso anche la rielaborazione di brani portati al successo da artisti internazionali, arricchendo il proprio stile con contaminazioni calabresi, suoni pop rock e riferimenti a miti locali come quello della Fata Morgana nel nostro Stretto di Messina. 

L’evento è stato scandito dai versi letti dal Laboratorio di Lettura Interpretativa delle Muse diretto da Clara Condello con la partecipazione di Emanuela Barbaro, Antonella Mariani, e l’esecuzione di brani in lingua eseguiti dalla cantante Adele Leanza, mentre una inedita sfilata ha caratterizzato grandi momenti visivi con oggetti della cultura grecanica tra legno, tessuti e ricami realizzati dall’inizio del ‘900 ad oggi da componenti della famiglia Siviglia, pezzi unici in cui si evince il senso del decoro, dello stile, alla praticità dell’uso domestico.

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