venerdì,Marzo 21 2025

Portigliola, sold-out per la prima de “La festa delle donne” diretto da Elisabetta Pozzi

Un grande successo per questa nuova produzione della Compagnia teatrale reggina "Scena Nuda", diretta da Teresa Timpano

Portigliola, sold-out  per la prima de “La festa delle donne” diretto da Elisabetta Pozzi

Un lunghissimo applauso, un’autentica ovazione per il cast e la regista Elisabetta Pozzi, al termine de La festa delle Donne, lo spettacolo andato in scena ieri sera, in prima nazionale, al teatro greco-romano di Portigliola, registrando il sold-out.

Un grande successo per questa nuova produzione della Compagnia teatrale reggina “Scena Nuda”, diretta da Teresa Timpano, e di “Fatti non foste”: il pubblico è stato conquistato dalle scelte registiche di Elisabetta Pozzi (coadiuvata da Francesco Biagetti, aiuto regista, e con la collaborazione artistica di Francesca Ciocchetti), che ha utilizzato ogni spazio dell’antico teatro, avvolgendo letteralmente gli spettatori posizionati nell’orchestra, al centro del sito.

La prima parte dello spettacolo, in particolare, è stata caratterizzata da cambi di prospettiva, con il pubblico chiamato a ruotare la propria sedia per osservare i personaggi che entravano in scena in differenti parti del teatro, per una commedia vissuta proprio a 360 gradi. Scelte registiche innovative e coinvolgenti, evidenziate anche dalle luci di Daniele D’Angelo, che ha abilmente utilizzato gli elementi naturali, costruendo un racconto scenico emozionante: D’Angelo è, inoltre, autore delle musiche originali, altri elementi fondamentali dello spettacolo, che hanno sottolineato i vari aspetti di questa esilarante commedia, con una sapiente unione tra modernità e sguardo alla tradizione, culminando nel canto finale in greco.

Tradizione che ritorna anche nelle scene, con le pupazze di Bova (che vengono portate in processione la domenica delle Palme), che raffigurano proprio le dee Demetra e Persefone, cui le Tesmoforie, le feste citate nel titolo, erano dedicate. Tutti elementi che, insieme ai costumi di Silvia Salvatori, hanno esaltato l’adattamento del testo originale di Aristofane, curato dall’autrice Maria Pia Battaglia, che ha parzialmente tradotto la commedia in dialetto calabro. Un ulteriore coinvolgimento del pubblico e un riferimento al territorio, dato che la storia del Tesmoforio è stata identificata proprio nel sito di Locri Epizefiri.

L’adattamento, l’uso del dialetto, i riferimenti alla terra della Locride, hanno conferito originalità allo spettacolo, evidenziando proprio le radici, le tradizioni, il legame tra questa terra e l’antica Grecia. E poi, naturalmente, l’attualità del tema: la lotta delle donne per l’emancipazione, per difendersi dall’immagine stereotipata proposta da Euripide, diventa paradigmatica di una battaglia per l’uguaglianza di genere che si perpetua fino ai giorni nostri.

Proprio da qui si è partiti per la realizzazione di questo progetto, con una ricerca scientifica condotta dall’associazione Arpa Firenze, che ha intervistato un campione di cittadini calabresi su questo argomento: un tema sviluppato attraverso il lavoro drammaturgico – anche con l’inserimento di un momento che ricorda la parabasi, un breve spazio tra due fasi della rappresentazione, durante il quale le protagoniste sottolineano come le frasi di Aristofane riflettano condizioni che riguardano le donne, purtroppo ancora attuali – e, quindi, di messinscena, con le applaudite performance di un cast di alto livello, che ha restituito sul palco un percorso di intenso lavoro e grande professionalità.

Da Francesco Migliaccio, nei panni del parente di Euripide, a Filippo Gessi, in quelli di Euripide, a Gabriele Rametta in quelli di Agatone, a Giuseppe Nitti in quelli di Clistene, a Teresa Timpano e Miryam Chilà, negli esilaranti ruoli di due donne delle Tesmoforie, a Barbara Esposito (la sacerdotessa). E ancora Elisabetta Femiano (Demetra), Silvia Salvatori (Persefone), Francesco Godina, Andrea Pacelli, Andrea di Falco, Nicola Pighetti (servi di Agatone e guardie). E poi il coro, composto da Adriana Cuzzocrea, Lucia Femia, Giulia Lombardo, Nicole Strangio, allieve del laboratorio condotto, lo scorso luglio, dalla stessa Elisabetta Pozzi insieme ad altri formatori di rilievo nazionale, e residenti nella provincia di Reggio Calabria: un altro elemento di grande legame con il territorio che questo spettacolo ha voluto creare, anche attraverso il lavoro in residenza che ha poi condotto allo spettacolo.

Un momento di grande teatro, dunque, per un importante progetto – che si avvale della partnership istituzionale di MiC, Regione Calabria, Città Metropolitana di Reggio Calabria e Comune di Portigliola – che punta a creare le basi per uno sviluppo ulteriore, sempre all’insegna della cultura e della valorizzazione, attraverso di essa, di luoghi densi di storia.

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