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“Città del vino 2022”, è del reggino Karol Carassai il bozzetto vincitore

Lo studente del liceo artistico “M. Preti- A. Frangipane”: «Ho trasportato nel mondo dei vini il mio amore per i colori»

“Città del vino 2022”, è del reggino Karol Carassai il bozzetto vincitore

Un calice di non solo vino, che trabocca di colori e che emerge in tutta la sua bellezza. Un’idea, nella sua varietà cromatica, frutto della fantasia sognatrice di Karol Carassai che è risultata vittoriosa. L’obiettivo era creare l’immagine dell’associazione Città del vino 2022 da utilizzare in tutte le sue attività ed espressioni di comunicazione (quindi dai manifesti alle brochure. E il bozzetto vincitore selezionato è stato creato dal diciottenne reggino, Karol Carassai, studente del Liceo Artistico “M. Preti- A. Frangipane” di Reggio Calabria. In un bozzetto moderno e visionario che coniuga l’arte a un immagine nuova da adattare ad un vino, prodotto dell’arte della terra.

Il bozzetto vincitore

Qual è stato il punto di contatto tra il vino e l’arte?

«Ho trasportato nel mondo dei vini il mio amore per i colori. Da artista parto sempre ispirandomi per le mie opere alla metafisica, qualcosa di irreale, che non esiste. Sembra strano a dirsi ma questo bozzetto è nato prima nel mondo dei sogni per poi essere tramutato nel mondo reale. Sogno moltissimo e, attraverso i sogni, riesco a crearmi questa dimensione in cui sono più attento e non distratto dal mondo reale e da lì nascono le idee. Il bozzetto nasce come visione di esplosione di colori, le macchie di colore intorno al calice di vino lo raccontano bene. Lo stesso calice non è realistico ma più moderno. Il mio punto focale sono i colori, i pigmenti di colori primari e secondari che si accostano e che alla visione si mescolano tra loro e suscitano emozioni differenti. I pigmenti rappresentano i sapori che un vino può assumere durante la sua stagionatura e, a loro volta, rappresenta anche le regioni d’Italia che hanno partecipato a questo concorso e che si riuniscono sotto un unico calice. L’ispirazione è nata dal sintetizzare quello che è il colore».

Quando ha scoperto l’amore per l’arte?

«L’ho scoperto facendo concorsi e le competizioni che si fanno già da piccoli. È vero che si vede se una persona ha talento artistico, però io ancora devo crescere, e sto studiando in quest’ambito, mi sto formando. Grazie alla competizione nei concorsi e sapere di vincere in questo ed in altri concorsi ti forma come persona perché sai che quello è il tuo posto. L’artista è chi vuole mostrare al mondo il suo animo interiore, io ho voglia di far vedere l’amore che ho per i colori i concorsi aiutano ad approcciarsi ad un mondo che è molto vasto».

L’arte per lei cosa rappresenta?

«Per me è qualcosa che deve stupire ed emozionare. Quando ti trovi di fronte ad un’opera, scultorea, digitale che sia, come in questo caso, un logo, le persone devono essere affascinate non solo dai colori ma ciò che c’è dietro, dal lavoro dell’artista. Quindi l’arte per me è un mondo che non esiste ma che è presente, come per i sogni sono surreali, un’altra dimensione in cui ci trasportiamo ma siamo noi stessi a crearla e per questo ci ancora a terra nella realtà. Una mia opera deve essere come un salto in un’altra dimensione».

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