venerdì,Marzo 29 2024

Reggio, all’istituto comprensivo “Telesio” chiude il progetto “Open space”

Si tratta di una iniziativa che fa capo ad Actionaid e che si occupa di combattere la dispersione scolastica e la povertà educativa

Reggio, all’istituto comprensivo “Telesio” chiude il progetto “Open space”

Si conclude, dopo quattro anni, la programmazione di “Open Space”, progetto finanziato da “Fondazione con i bambini”, presso l’IC “B.Telesio” di Reggio Calabria.

In un’accogliente aula magna “C. Marsala”, il dirigente scolastico, Marisa Maisano, ha accolto i numerosi ospiti e i protagonisti delle attività, realizzate durante tutto il periodo di collaborazione. Durante l’annualità 2018-2022, sono stati realizzati 7 moduli, che hanno coinvolto circa 750/800 alunni, con la collaborazione di diversi partner, come il prestigioso studio di architettura Cucinella, l’università “Bocconi”, per la riqualificazione degli spazi, la fondazione “Albero della vita”.  

Al tavolo di lavoro sono stati presenti: Eleonora Scrivo, moderatrice e focal point del progetto, Luca Fanelli, project manager e referente nazionale di Open Space, Giusy Princi, vicepresidente della giunta regionale della Calabria, Lucia Nucera, assessore all’istruzione del comune di Reggio Calabria e Roberto di Palma, procuratore della Repubblica del Tribunale per i minorenni di Reggio.

Figure diverse, con ruoli diversi, ma che operano per il bene delle nuove generazioni e per il loro futuro, scevro di devianze, ma impregnato di semi di speranza per la loro affermazione. Open Space, è un progetto, che facendo capo ad Actionaid, si occupa di combattere la dispersione scolastica e la povertà educativa, ma ha offerto anche un altro ampio ventaglio di opportunità per lo sviluppo delle competenze e la valorizzazione delle eccellenze alle comunità educanti che vi hanno preso parte.

Aprendo i lavori di rendicontazione la Scrivo ha spiegato che il progetto ha interessato quattro città italiane, grazie anche al partenariato con l’impresa sociale “Con i bambini”, e per Reggio Calabria la scuola capofila è stato l’IC “B.Telesio”, che ha fatto rete con il Liceo delle Scienze Umane “T. Gullì” e l’I.C. “Radice-Alighieri”, «ma questa non è un punto di fine della nostra collaborazione-ha spiegato la Scrivo- ma la premessa di un nuovo inizio».

Prima di dare voce ai ragazzi, agli esperti, ai tutor e vedere quanto è stato realizzato durante il percorso, è intervenuta la vicepresidente regionale, sempre attenta alle dinamiche della scuola, che ha sottolineato «l’importanza dell’operato di Open Space, in prima linea contro la dispersione scolastica e l’inclusione sociale, orgoglio per tutta la regione».

Partendo da un’esibizione sportiva, i ragazzi hanno dimostrato quanto svolto durante i diversi moduli, dal teatro sociale, diretto dall’artista di Federgat Saverio Tavano, vincitore di numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali, che ha realizzato un cortometraggio sul bullismo e cyberbullismo, rendendo protagoniste le alunne Roberta Tetto e Francesca Libri, insieme a tanti altri ragazzi alle attività di palestra digitale, promosse da Fondazione  mondo digitale, che nel corso del tempo ha arricchito la scuola con attrezzature all’avanguardia (stampante 3d, sensori per la realtà aumentata), che saranno messe a disposizione del territorio, alle accurate indagini e interrogazioni poste agli enti locali dal gruppo di “ Ad alta voce” per la riqualificazione degli spazi e la ripresa del quartiere, inoltre non si è dimenticato di aiutare chi sta vivendo il dramma della guerra, attraverso dei podcast  in lingua inglese per accompagnare i sogni dei bambini ucraini. Buona parte di questi progetti sono stati realizzati durante la pandemia, che nonostante abbia imposto dei freni, si è sempre trovato un modo per non arrestare il lavoro.

Infatti Luca Fanelli ha evidenziato come «“Open Space” sia una fucina di rapporti e conoscenze, che alla fine del viaggio ha cambiato i protagonisti, ha innescato dei nuovi meccanismi e gettato il seme per la costruzione di nuove realtà», che si augura abbiano una prosecuzione, con la presenza fattiva degli Enti Locali. Il progetto è stato, durante il corso del quadriennio, coordinato dalla professoressa Giovanna Vadalà, che ha illustrato le attività, ma ha guidato gli allievi durante tutto il percorso, insieme a un team di colleghi, con i quali si è fatto squadra per raggiungere tutti gli obiettivi. E proprio di percorsi ha parlato il procuratore Di Palma, che con il suo intervento, ha sottolineato il ruolo centrale della scuola, «soprattutto nel nostro contesto, che allontana da ogni ambiente criminogeno i ragazzi, ma è anche una palestra di regole, non viste come limitazione, ma come tutela di essa».

Hanno rendicontato anche le loro attività i dirigenti Francesco Praticò, del liceo “T. Gullì” e la dirigente Simona Sapone dell’IC “Radice-Alighieri”, che attraverso la parola dei loro ragazzi si sono fatti promotori della grande opportunità offerta da Open Space. La dirigente scolastica, padrona di casa, riguardando il percorso a ritroso, è stata orgogliosa di affermare che una delle caratteristiche che l’hanno spinto a lavorare con Actionaid, è stato di aver toccato con mano come gli esperti, da sempre individuati dal focal point, sono stati scelti meritocraticamente, divenendo modelli di tale principio, molto caro alla Maisano. Spesso, infatti riprendendo il noto saggista Roger Abravanel, la ds spiega agli allievi che «il merito deriva dall’impegno, dallo studio e dal sacrificio, dalla perseveranza, dalla tenacia e solo vivendoli e assaporandoli, diventano “attrezzi naturali” di lotta alla mortalità scolastica, che è ancora più triste e grave dell’abbandono».

A conclusione dei lavori, Eleonora Scrivo ha letto una commovente testimonianza di un’allieva dell’IC “B. Telesio”, che ha affidato a carta e penna il suo percorso all’interno dei diversi laboratori, esprimendo le sue  difficoltà nell’essere un’alunna di una scuola classica, fatta di nozioni, di valutazioni e anche di giudizi, da parte dei compagni e magari dei docenti e invece Open Space le ha fatto capire e le ha dimostrato come possa esistere un modo diverso di approcciarsi allo studio e ai rapporti umani e come si possa essere Bravi alunni in tanti modi. Non è possibile spiegare Open space solo con le parole, bisogna vivere l’esperienza, che potrebbe essere sintetizzata in uno slogan: Open space, le strategie che hanno trasformato le fragilità in eccellenze e che ha permesso un salto di qualità all’ IC “B. Telesio”, portando innovazione didattica che ormai è diventata prassi nel PTOF della scuola.

E riprendendo le parole di Anna, la ds Maisano ha salutato la platea, invitando i docenti «ad andare oltre, a guardare lontano, per scoprire le vere storie che accompagno gli alunni, che rendono ognuno di loro speciale e insieme costruire un modello educativo e di apprendimento adatto alla sua unicità, per far sì che sia un bravo alunno», sottolineando che purtroppo dobbiamo prendere atto che anche gli alunni, per difendersi, hanno imparato a indossare “maschere”, disposti a togliere  quando si sentono “coccolati” e “abbracciati” emotivamente.

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