venerdì,Aprile 19 2024

Ferramonti, storie di Shoah viste con gli occhi dei bambini

Dal lavoro dell'ambasciatrice di pace, Miriam Jaskierowicz Arman, reggina d'adozione, un libro con disegni e versi degli alunni della primaria di Roggiano Gravina

Ferramonti, storie di Shoah viste con gli occhi dei bambini

Pensare al campo di concentramento di Ferramonti come un posto sognato forse sembra strano. Eppure proprio quel luogo era nel cuore da tempo, tanto tempo. Qualche giorno fa il sogno di Miriam Jaskierowicz Arman, ambasciatrice di Pace della Universal Peace Federation Italia si è avverato.  

Una storia che, prima di arrivare a Roggiano Gravina e al campo di Ferramonti, parte dal Secondo concorso nazionale di poesia per la Shoah. La seconda edizione racconta l’ambasciatrice «Ha visto la partecipazione di centinaia di poeti. E poi la scuola di Roggiano che non è riuscita ad entrare nel concorso, mi hanno contattato dopo il termine di presentazione die lavori e io lì ho avvertito qualcosa di importante: l’amore di questi insegnanti Carmelina La Torre, Maria Carmela Costabile e Rosanna Martino, per i bambini, per la storia, per educare. Ciò mi ha spinto a fare per loro qualcosa di speciale perché  hanno lavorato tre anni per mettere insieme questo progetto scolastico, anche se era molto di più. I bambini hanno scritto poesie, hanno fatto disegni e quando li ho visti ho pensato che questa dovrebbe essere l’educazione. Parliamo di bambini delle elementari». 

Da queste riflessioni è nato il volume “Versi e immagini di speranza e di memoria”. Una raccolta di poesie, disegni e riflessioni degli alunni di classe V della scuola primaria di Roggiano Gravina, presentata qualche giorno a piazza Marconi a Roggiano e poi nel campo di concentramento di Ferramonti di Tarsia. Un libro che è come una carezza ristoratrice, che porta con sé tante emozioni che i bimbi, pur non avendoli vissute sono riusciti a trasportare e fare loro. «Un libro – aggiunge l’ambasciatrice – che è venuto fuori dal luogo che ha ispirato il grande lavoro, Ferramonti». 

Nella giornata di Ferramonti, particolarmente emozionante è stata la visita, proprio in quei momenti, di un uomo, per pure casualità, racconta ancora Miriam Jaskierowicz Arman «venuto oggi con la sua famiglia da Israele, nato a Ferramonti nel 1943 che ha portato la sua famiglia il luogo in cui era venuto al mondo, senza sapere ovviamente dell’evento che si stava celebrando». 

«Ferramonti Tarsia – ha spiegato Miriam Jaskierowicz Arman – è un posto in cui il mio cuore lacrima di dolore, ma dall’altra parte siamo in Calabria, una terra i cui abitanti hanno aiutato chi era dentro il campo di concentramento, hanno fatto musica con loro, si sono innamorati e sposati. Semplicemente era diverso da Auschwitz, un campo di internamento ma senza morti. Così i bambini possono comprenderlo più facilmente, possono toccarlo, non hanno bisogno di andare in Polonia o in Germania». 

Inaspettatamente, qualche mese fa, i bambini si sono trovati a fare i conti con la miseria della guerra ritornata realtà. Morti e dolori che fino ad oggi solo nei libri avevano conosciuto e che oggi invece diventano carne e sangue vivi nella guerra in Ucraina. «I bambini non hanno potuto capire come una guerra possa scoppiare e il mondo non sta facendo nulla, non capiscono coma la politica consenta che ciò possa succedere. Ancora una volta. Hanno fatto una marcia, hanno scritto poesie e disegni. Ho deciso di fare un libro per la scuola e per il Paese perché sarà un progetto pilota per mostrare ciò che è possibile fare nel discorso educativo». 

Alla manifestazione erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Roggiano Gravina Salvatore De Maio, l’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Amelia Perrone, la dirigente scolastica Rosina Gallicchio. Ma i veri protagonisti sono stati i bambini, che avevano scritto dei campi di concentramento e della Shoah, l’avevano rivisitata, in maniera visionaria nei loro versi e nei loro disegni.  «Onore alle insegnati – chiude l’ambasciatrice di pace che non hanno portato fuori solo la storia per raccontarla ma con essa anche l’umanità». 

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