giovedì,Aprile 25 2024

Reggio, all’I.c. “Telesio” il seminario conoscitivo sulle insidie della rete

L’ispettore di polizia postale Battaglia: «Facciamo attività di contrasto e prevenzione legate ai pericoli della rete che spesso provocano gravi conseguenze»

Reggio, all’I.c. “Telesio” il seminario conoscitivo sulle insidie della rete

«Non sono mai sufficienti gli incontri sulla prevenzione e sull’uso corretto della rete, tra i più giovani, ma anche fra tutti gli utenti, che si sentono più esperti». Con queste parole apre il seminario dal tiolo “Le insidie della rete” la dirigente scolastica Marisa Maisano, organizzato per gli studenti della scuola secondaria di I grado dell’ic “B. Telesio” e tenuto dall’esperto Antonino Battaglia, ispettore della Polizia postale, specializzato in analisi del web, cyberbullismo, cybersecurity e cyberintelligence.

Da anni Battaglia opera nelle scuole, mettendo al servizio delle comunità educanti la propria esperienza professionale e la sua ricchezza umana, spendendole per i più giovani. «Cerchiamo di fare un’attività di contrasto – sostiene l’esperto – e prevenzione legate ai pericoli della rete, come adescamenti, episodi di violenza, uso inconsapevole di chat pericolose, che spesso provocano gravi conseguenze».

La tematica è stata trattata in modo molto semplice e attraente per il giovane pubblico, che ha dimostrato interesse e partecipazione, rivolgendo anche delle domande che sono state spunto di riflessione. Battaglia ha citato diversi espedienti che portano i ragazzi, soprattutto, a cadere nella trappola dell’intelligenza artificiale, come le challenge, il catting e le dark room, «senza spaventare, si può essere spinti al suicidio e portarlo a termine – aggiunge l’ispettore – quando si sconfina nell’assurdo di usi spropositati e non corretti di queste applicazioni».

E per avere un’incisività maggiore, ha parlato della sindrome di Hikikomori, portando come esempio “Il ragazzo dai pantaloni rosa”, di Teresa Manes, madre di Andrea, protagonista e vittima del libro. Battaglia ha anche mostrato dei filmati ai ragazzi, improntati sull’uso consapevole del web, dei database, per tutelare la nostra privacy, poichè «viviamo sempre sotto un occhio indiscreto, che ci registra e conosce tutto di noi», come se fossimo sempre in un “Grande Fratello” di orwelliana memoria.

L’incontro è stato organizzato e coordinato dalla professoressa Maria Ieracitano, che ha preparato i ragazzi e da grande esperta di ascolto e sostegno ai giovani ha smosso le loro coscienze, perché da usuali e spesso smodati consumatori della rete abbaiano ben impresso quanto possa accadere quando si oltrepassano i limiti. «Questo tipo di attività – ha concluso la ds Maisano – non hanno lo scopo di demonizzare la strumentazione tecnologica, anche perché la società di oggi non ci permette di farne a meno soprattutto ai ragazzi, che sono nativi digitali, ma è dovere degli adulti, degli esperti e della scuola indicarne l’uso corretto e ciò che si nasconde dietro uno schermo, infatti qualcuno di loro si è aperto e ha chiesto aiuto perché, forse, grazie a questo confronto, si è fermato prima di cadere nel baratro ma mettendo tutti di noi di fronte al fatto che, spesso, non vogliamo o non dedichiamo in modo corretto, né come genitori, né come educatori le loro richieste d’aiuto».

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