sabato,Aprile 20 2024

Reggio, al Castello Aragonese la mostra “I passi della rimembranza”

L’artista Miriam Jaskierowicz Arman: «In questa città mi parla l’anima delle persone. Ho voluto un luogo istituzionale per restituire ciò che Reggio mi sta dando»

Reggio, al Castello Aragonese la mostra “I passi della rimembranza”

Pezzi di anima condivisi che tornano arte. La sala Falcomatà di palazzo San Giorgio ha ospitato stamattina la conferenza stampa di presentazione de “I passi della rimembranza”, mostra personale dell’artista Miriam Jaskierowicz Arman, curata da Mario D’Ascola che sarà inaugurata domenica 19 giugno alle 17.30 al Castello Aragonese.

Alla conferenza stampa di presentazione, moderata dalla giornalista Gabriella Lax, c’erano l’artista e ambasciatrice di pace

Alla conferenza stampa di presentazione, moderata dalla giornalista Gabriella Lax, c’erano l’artista e ambasciatrice di pace UNIVERSAL Peace Federation italia (UPF), l’assessora comunale all’istruzione e cooperazione per i diritti umani Lucia Anita Nucera e il curatore della mostra Mario D’Ascola.

, l’assessora comunale all’istruzione e cooperazione per i diritti umani Lucia Anita Nucera e il curatore della mostra Mario D’Ascola.

«L’artista cosmopolita si è stabilita nella città dello Stretto da qualche anno. Insegna il segreto del vero Bel Canto, che affonda le radici nel cantico dei Leviti del tempio in Gerusalemme; conosce sette lingue, ha vissuto e viaggiato per il mondo: Israele, Messico, Stati Uniti, Ungheria, Ucraina, Italia, Svizzera e tanti altri posti – chiarisce la giornalista – Dopo tanto peregrinare da qualche anno vive e fa l’insegnante di canto a Reggio Calabria. Nella città dello Stretto è arrivata con i suoi container da Israele, ha spostato qui, con coraggio, tutta la sua vita.

Ma, in fondo, Reggio per molti versi sembra come Israele. Le persone hanno gli stessi visi, lo stesso calore. Anche la luce sembra simile, e i paesaggi: questo repentino passare dalle montagne al mare. Reggio segna un passaggio importante il ritorno delle esposizioni dei suoi quadri, materia vivente, grido dell’animo. Un urlo di dolore e di rinascita che, nell’arte, diventa dono da condividere».

«È un privilegio essere qui – afferma Nucera – Miriam è un’artista e una donna di profonda cultura che ha scelto la nostra città, e mi è rimasto impresso quando me lo ha spiegato, per le persone. Queste sue parole mi hanno molto colpita, vuol dire che abbiamo suscitato in lei qualcosa. Non è stata una vita semplice la sua. E adesso mette a nudo la sua anima. Gli occhi che ci osservano sono un ricordo del percorso e nella sua infanzia, dietro ci sono volti e nomi. Per la città è un valore in più».

Mario D’Ascola ha avuto un approccio recente con l’artista, eppure è riuscito a coglierne la sintesi umana, oltre la critica artistica. «Fare un viaggio nelle opere di Miriam è stato come fare un viaggio nei film, uniti da un filo febbrile. Lasciando da parte la tecnica dei lavori, le opere riportano ad un mondo terribile di esperienze passate, da svelare, lasciano sgomenti. Lasciano profondi interrogativi. L’invito che faccio è di andare al di là delle forme e dei colori: dietro alla superficie, abbandonarsi a una ricerca degli stati emotivi».

«Ho voluto fare la mostra in un luogo istituzionale della città perché è mio dovere fare qualcosa per il luogo che mi sta dando tanto» spiega l’artista che una mostra cerca di presentarla da anni. Finalmente domenica si apriranno le porte del castello. Gli spettatori potranno assaporare i lavori e farli loro, per poi ascoltare in conferenza stampa il 23 giugno le spiegazioni dell’artista.

«A Reggio parla l’anima delle persone, parla l’anima mia alla terra, Reggio è il punto di riferimento della mia anima. Nella sinagoga di Archioderi ho ritrovato un pezzo della mia anima. Ho lasciato Israele, sogno della mia vita, per venire qui ad agganciare un sogno del mio essere in questo pezzo. A Montevideo hanno preso i miei quadri e hanno fatto una mostra e lo stesso in Tiberiade. Ma non c ‘era la mia anima, avevo difficoltà di tirare fuori tutto dopo la morte di mia figlia nel 1996. Adesso mi spinge qualcosa di enorme a dare vita alle opere». Opere che però, per scelta precisa dell’artista, restano senza titolo. «Ognuno deve esorcizzare quello che ha dentro».

Orari di visita

Il Castello aperto tutti i giorni – dal lunedì al venerdì – dalle 8.30 alle 13 (u.i. alle 12.30) e dalle 14.30 alle 19.00 (u.i. alle 18.30). Il sabato aperto dalle 14.30 alle 19.00 (u.i. alle 18.30).

Le domeniche dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Il 19, in occasione del vernissage  della mostra personale dell’artista e in adesione alle “Giornate Europee dell’archeologia” il Castello resterà aperto fino alle 21.30.

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