mercoledì,Aprile 24 2024

A Gallina Francesco Poto racconta la storia della “Parlata Santagatina”

Al via le presentazioni della prima pubblicazione letteraria di Sveva Edizioni. Hanno conversato con il professore e autore del volume la professoressa Rosetta Neto Falcomatà e il professore Luigi Marino. Letture di Antonio Marino e intermezzi musicali di Giuseppe Scopelliti e Teo Megale

A Gallina Francesco Poto racconta la storia della “Parlata Santagatina”

La gremita piazza Municipio di Gallina, quartiere collinare di Reggio
Calabria, ha accolto con grande partecipazione il professore
Francesco Poto in occasione della prima presentazione del
volume “La parlata santagatina”, piccolo dizionario dei termini dialettali, alcuni dei quali non più usati, tipici della Vallata di Sant’Agata e in particolare del paese oggi indicato con il nome di Gallina.


La prima pubblicazione letteraria di Sveva Edizioni è stata al centro
della conversazione, introdotta dal consigliere metropolitano
Demetrio Marino e dal presidente della fondazione Giuseppe
Marino, Antonio Marino, alla quale hanno contribuito la
professoressa Rosetta Neto Falcomatà, che ha firmato la
presentazione del volume, e il professore Luigi Marino. Ad
intrecciare i commenti e le osservazioni sul volume, le letture sapienti
dell’attore Antonio Marino e i canti tradizionali dei talentuosi
musicisti santagatini doc, Giuseppe Scopelliti (voce e chitarra) e Teo
Megale (fisarmonica).

Un’occasione in cui riscoprire e condividere, nel segno della lingua
dialettale, tratti identitari di grande rilievo del «territorio che – ha
ricordato il consigliere metropolitano Demetrio Marino – poco meno
di dieci anni fa visse proprio in questa piazza un momento di grande
partecipazione con la rievocazione degli storici giochi che un tempo
accomunavano tutto il territorio della Vallata di Sant’Agata
».
Una prima presentazione che coincide anche con la prima
pubblicazione letteraria di Sveva Edizioni, finora dedicatasi alla
promozione discografica.  «Sono particolarmente emozionato. Mi
inorgoglisce inaugurare questo nuovo filone di attività di Sveva
Edizioni con Francesco Poto
, da sempre legato alla famiglia Marino
e a mio padre Giuseppe che tanto si era prodigato per la
valorizzazione di questo luogo, delle sue tradizioni e della sua
cultura. Un esordio legato, nel segno di questo volume, a Gallina.
Sono dunque davvero onorato di iniziare proprio da qui un ciclo di
presentazioni che faranno tappa anche negli altri territori della
Vallata di Sant’Agata e oltre», ha sottolineato Antonio Marino,
presidente della fondazione Giuseppe Marino.

«Un lavoro di cui essere grati al professore Poto che ha saputo
magistralmente coniugare la pazienza della ricerca con la competenza
dell’approfondimento, offrendoci una testimonianza preziosa e
sapiente della nicchia linguistica cha Gallina rappresenta anche
rispetto alle zone limitrofe
. Questo lavoro mette in luce le molteplici
peculiarità di una lingua che ancora conserva intatta la capacità di
denotare luoghi e persone e così custodire pregnanti tracce storiche e
culturali del territorio», ha spiegato il professore Luigi Marino. 

Un accento marcato è stato posto sull’urgenza di recuperare il
Dialetto come patrimonio non ripetibile della nostra cultura e tratto
irrinunciabile della nostra identità. La sfida da intraprendere deve
essere corale poiché si tratta di sfidare il dimenticanza di una lingua
di pari dignità rispetto a quella Italiana, già denunciata dal poeta
siciliano Ignazio Buttitta, di cui durante l’incontro Eugenia Genna ha
declamato alcuni versi. 

«Mi sento particolarmente emozionata di essere qui a parlare di
questo volume che richiama anche le mie origini. I miei nonni erano,
infatti, originari di Cataforio e di San Salvatore. Ringrazio
profondamente il professore Poto per questo lavoro che rappresenta
una mirabile sintesi dell’anima calabrese
. Il dialetto, infatti, è la nostra
memoria. Attraverso la sua conservazione e la sua valorizzazione,
opere assolutamente doverose e necessarie, noi custodiamo e
tramandiamo di generazione in generazione le nostre tradizioni e le
manteniamo vive», ha sottolineato la professoressa Rosetta Neto
Falcomatà. 

Un volume pregno quello del professore Poto: un’introduzione per
raccontare la storia di Gallina, città di Sant’Agata e cuore della vallata
che abbraccia anche San Salvatore, Cataforio, Mosorrofa e il comune
di Cardeto e il cui nome ha origini ancora oggi dibattute; un piccolo
dizionario dei termini dialettali legati a questa valle; un’appendice
articolata nella descrizione dei giochi, per ricordare tempi andati ma
vivi nella memoria, e nella raccolta di preghiere, canti religiosi,
ninnananne, scioglilingua, tiritere, motti e massime, per evidenziare
l’intramontabile musicalità del dialetto, scrigno di storia e cultura. Un tesoro linguistico suggellato dalla poesia dal titolo “Iaddhina”, scritta
dallo stesso professore Francesco Poto.
 
«Il dialetto deve essere considerato come lingua paritaria e non come
idioma di una minoranza linguistica da inquadrare nell’ambito
dell’alloglossia, cioè del parlar d’altro. La lingua Italiana e il Dialetto
si arricchiscono vicendevolmente, da sempre. Abbiamo traccia di
questo flusso costante nel tempo – ha posto in evidenza il professore
Francesco Poto
– ad esempio nel Morgante Maggiore di Luigi Pulci,
che utilizza il termine “sciarra” per indicare lite, scontro, e
con Iacopone da Todi che nel Lamento della Vergine utilizza il
verbo “stutari”, nell’accezione di spegnere o figurativamente di
uccidere. Tracce ci sono anche nel latino arcaico anche se con
significato diverso. Plauto utilizza nel Miles Gloriosus il termine
“paniculus tectorius” ma per indicare fasciame a copertura delle
capanne dei contadini e non granturco. Resta ancora tanto da svelare – ha sottolineato ancora il professore Poto – ma certo è il rapporto
simbiotico che intercorre tra la lingua Italiana e il Dialetto. Lo studio
del Dialetto come lingua di pari dignità rispetto all’Italiano mi ha
condotto poi alla scoperta della peculiarità della Parlata Santagatina
che ho approfondito in questo volume. Sono particolarmente
contento di essere qui, a Gallina, per questa prima presentazione, su
invito della fondazione Giuseppe Marino e di Antonio Marino, che
fedelmente sta seguendo le orme del padre Giuseppe che un grande
impulso diede alla valorizzazione di questo quartiere. Questo piccolo
dizionario si propone di costituire un contributo a quella stessa
valorizzazione nel segno della storia linguistica
di questo quartiere
particolarmente ricca e da preservare», ha sottolineato ancora il
professore Francesco Poto. 

Ricchi anche gli interventi del pubblico scanditi dalle testimonianze
affettuose di Vincenzo Genovese e Enzo Marra, attuale presidente
del Consiglio Comunale reggino, in rappresentanza degli studenti,
alcuni dei quali presenti, appartenenti alla storica classe 5^ E del liceo
scientifico Leonardo Da Vinci di Reggio Calabria
che Francesco
Poto, professore di Lettere e Latino, nel 1996
aveva coinvolto in
una interessante indagine sul dialetto. Hanno offerto contributi e
suggestioni anche l’appassionato Antonio Luvarà e i ricercatori ed
esperti conoscitori del patrimonio storico artistico della vallata del
Sant’Agata, Valeria Varà e Orlando Sorgonà.

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