sabato,Aprile 20 2024

Reggio, “Le Muse” in visita alla mostra fotografica di Antonio Sollazzo

Prima “uscita” stagionale per il sodalizio del presidente Livoti: «Una mostra che trova nel “volto” la sua identità ed identificazione»

Reggio, “Le Muse” in visita alla mostra fotografica di Antonio Sollazzo

L’associazione culturale Le Muse “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria, dopo la breve pausa natalizia ha ripreso il suo itinerario presso le storiche sale del Castello Aragonese.

«Un nuovo inizio – ha dichiarato il presidente Giuseppe Livoti – creando l’occasione per i soci di poter visitare, fuori sede, una mostra dedicata al mondo della fotografia che trova nel “volto” la sua identità ed identificazione».

“The Faces Family of art” è espressione del talento e della forza creativa del fotografo Antonio Sollazzo, così come ha ricordato anche l’assessore alla cultura della città di Reggio Calabria Irene Calabrò: «E’ un piacere ritrovare i soci delle Muse che per questa occasione, numerosi hanno animato gli spazi e i luoghi espositivi del Castello. Questo ci onora poiché anche “Le Muse” appartengono alle importanti realtà della nostra città così come lo dimostra l’attenta e copiosa attività. Un sodalizio che dà lustro alla nostra Reggio e che è presente anche per questa mostra fotografica di Sollazzo, patrocinata dal Comune insieme al presepe storico di Vincenzo Papalia, organizzate come avvenimenti espositivi da dicembre fino a febbraio».

Livoti dal canto suo ha ricordato come tale percorso figurativo è stato rivolto dal noto professionista reggino «verso la ritrattistica, elaborando volti, visi ed atteggiamenti che in questa prima fase di studio hanno riunito in un unico atto e processo creativo volti che identificano percorsi culturali, artistici nella città metropolitana e non solo. Le fotografie accolgono luce e ombra come un dato di fatto, di persone che operano non come un adattamento dell’immagine alla realtà, ma in una relazione tra rappresentazione e rappresentato».

Foto, quelle di Sollazzo, che per il presidente de Le Muse «traducono le apparenze e rendono efficaci volti – citati nell’immagine fotografica – che si protendono rigorosamente in bianco e nero, con segno monocromatico ad una verità operativa».

Una dinamica importante che inconsapevolmente ha visto come visi da cavalletto numerosi operatori della città e della regione ma chiaramente sin dall’inizio erano inconsapevoli di essere successivamente i protagonisti in circa due anni di lavoro di questa retrospettiva. 

«Una particolare attenzione – ha aggiunto Livoti – anche al presepe di Vincenzo Papalia che, pur se collegato alla tradizione napoletana, attualizza momenti storici come il mistero, il diversorio o scene di genere in cui anche la scoperta dei bronzi di Riace attualizza un momento storico. La conversazione con l’artista Sollazzo è stata utile per comprendere al meglio quali sono le nature dei soggetti fotografati».

«Chi mi conosce – ha detto il fotografo – sa bene che da anni i miei scatti li dedico ad importanti spettacoli teatrali, trovandomi posto dietro e davanti le quinte. Da tutto questo sono nate amicizie, conoscenze, relazioni umane ed ho conosciuto anche addetti ai lavori che operano fuori Calabria, addetti che spesso identifichiamo con nome e cognome ma non conosciamo visivamente. A questo gruppo, poi, ho aggiunto altri operatori della cultura che ho invitato per alcuni scatti creando un vero e proprio inventario che è una parte dell’humus culturale della città e che con il tempo verrà ampliata. Un catalogo infine lascerà traccia visiva oltre la memoria della mostra stessa».

La vice presidente Muse Orsola Latella si è soffermata sulla fotografia come strategia per conferire verità ed autenticità a chi si prodiga anche con sacrificio alla missione della cultura. Il ritratto, dunque, come fatto di comunicazione, di dialogo fra tutti all’interno di una comunità.

Articoli correlati

top