giovedì,Aprile 25 2024

Reggio, a “Le Muse” confronto a più voci sulla malattia del nostro tempo

Al Laboratorio delle arti e delle lettere focus sulla percezione della societa’ e la mancanza di una nuova morale

Reggio, a “Le Muse” confronto a più voci sulla malattia del nostro tempo

L’associazione culturale Le Muse “Laboratorio delle Arti e delle Lettere” di Reggio Calabria, ha ripreso i suoi incontri domenicali, agorà culturali che, con cadenza settimanale propongono fatti, persone, personaggi che animano il territorio calabrese su grandi argomenti tra attualità, letteratura, poesia, società, solidarietà, protocolli con scuole ed associazioni, medicina ed arte. Domenica scorsa l’argomento è stato “Frammenti da una società…” mettendo a confronto una poetessa, uno psichiatra, una psicologa ed un avvocato.

Il presidente Livoti, all’inizio della manifestazione ha ribadito come si è pensato a questo argomento per approfondire quella che viene definita la “malattia” della nostra società.

«Oggi soffriamo, da molto prima del covid, di instabilità emotiva, di impulsività, di desolazione affettiva, di depressione della femminilità, di priapismo psichico, di persecutorietà nei confronti degli altri che percepiamo ostili. Non siamo in grado di elaborare le perdite e viviamo in fuga dal lutto. In queste condizioni non siamo capaci di mettere a fuoco i nostri reali interessi né, tantomeno, prenderne cura. Dunque una conversazione che è utile non per curare la società malata mettendo sotto psicoanalisi la stessa, ma analizzare le cause sociali che l’hanno determinata».

Per questo sono state commentate immagini prese a simbolo dell’evento, opere d’arte del grafico inglese John Holcroft che riassumono la globalizzazione, lo sfruttamento come regola degli scambi, l’immiserimento della stragrande maggioranza della popolazione mondiale e dunque la trasformazione della tecnologia da strumento logistico a norma della nostra esistenza e soprattutto la mancanza di dialogo aperto alle culture altre.

Bruno Fiammella, avvocato, autore di testi in tema di Diritto delle nuove tecnologie, ha sin da subito dichiarato come la società subisce continue violenze, subite a causa di una cattiva utilizzazione della rete, alimentando così le vittime di un sistema, un sistema che conduce al bullismo. «Da qui nasce l’isolamento dell’uomo di oggi, si crea un attacco al pensiero, alla comunicazione. Oggi è in crisi la famiglia – continua Fiammella -. Amanti disillusi, mariti che non accettano il dramma dell’abbandono e da qui gli strumenti tipici della vendetta che trova nella fotografia e nella pubblicazione di materiale intimo, un voler mettere in pasto agli occhi degli altri ciò che è intimo e privato. Chi subisce l’attacco dunque è isolato /isolata. Altra problematica è la falsa idea dell’anonimato: a volte si è convinti dell’impunità e da qui diviene ancora più problematico il rapporto autore – vittima».

Luisa Folletti, psicologa, si è soffermata sulla persona e la sua identità: «Occorre lavorare su noi stessi poiché la società ipertecnologica ci ha portato a condotte che non ci appartengono. Nella mia attività, incontro soprattutto la fascia di età che va dai 13 ai 22 anni e noto come l’aspetto iper-affettivo dei genitori, conduce spesso le nuove generazioni a non lavorare sul loro modo di essere. E’ la salute emotiva che manca, poiché, lo strumento digitale ha creato solitudine, sofferenza. Non si è più liberi e per la Foletti occorre vivere il presente divenendo uomini e donne responsabili lavorando anche in sinergia con la scuola e con le famiglie per un radicamento genitoriale».

Giuseppe Cartella, psichiatra e primario presso l’U. O. di Neurologia del Policlinico Madonna della Consolazione di Reggio Calabria, ha sin da subito sostenuto in modo preciso ed attento come oggi occorre lavorare su una coscienza morale. La società di oggi per il noto professionista reggino non è più malata di un tempo. «Ogni società nella sua evoluzione ha avuto sempre le medesime problematiche come lo dimostra nei suoi scritti Socrate o ancora Esiodo. Socrate sosteneva che “La nostra gioventù ama il lusso, è maleducata, si burla dell’autorità e non ha alcun rispetto degli anziani. I bambini di oggi sono dei tiranni. Non si alzano quando un vecchio entra in una stanza, rispondono male ai genitori. In una parola sono cattivi”, mentre Esiodo che “Non c’è più alcuna speranza per l’avvenire del nostro paese se la gioventù di oggi prenderà il potere domani poiché questa gioventù è insopportabile, senza ritegno, spaventosa. Citazioni – dice Cartella – che sono utili a ridimensionare ciò che accade oggi. Dare le colpe ai social, alla generica maleducazione o alla violenza dei giochi di ruolo, non serve a nulla. L’antica Grecia, l’antico Egitto e la civiltà babilonese sono diventati tali perché hanno saputo affrontare e risolvere il problema educativo del loro tempo. Certamente la gioventù dei popoli contemporanei a Socrate, Esiodo, Egitto e Babilonia non era migliore di quella dei nostri virgolettati ma di loro non si è saputo più nulla. Perché una civiltà è tale quando riesce ad educare, far crescere e trasformare in forze positive giovani, destinate a sviluppare solo il loro super io. E’ aumentata invece la sensibilità – aggiunge Cartella – e, quindi, dobbiamo adeguarci ed essere inclusivi poiché ognuno di noi ha diritto di vivere al meglio la propria vita».

Interessante l’intervento in poesia di Rossana Rossomando voce autentica del vernacolo calabrese che con il suo prologo ed epilogo, aprendo e chiudendo la conversazione, si è soffermata su fisime, forme ed atteggiamenti dell’uomo di oggi, ricordando che «occorre vivere secondo coscienza e seguendo una morale che purtroppo abbiamo smarrito ed un’etica che ha stravolto le buone pratiche». Da qui l’incertezza nel mondo contemporaneo ed anche la perdita degli orizzonti emotivi così come la continua disgregazione della -famiglia tradizionale- a causa dei media e della cultura digitale.

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