martedì,Aprile 23 2024

Teatro primo a Villa, il sogno e l’incubo di “Temporanea dimora”

In scena la piéce della regista Stefania Pecora del Teatro dei Naviganti, ispirata a "Una specie di Alaska" di Pinter

Teatro primo a Villa, il sogno e l’incubo di “Temporanea dimora”

La veglia, il sonno, la vita stessa, sono queste le dimore temporanee dell’uomo. Spazi in cui la realtà si paralizza o corre veloce. Strati dell’umano che si sovrappongono e lasciano lo spazio alla domanda: cosa è vero e cosa non lo è?

Sabato e domenica, Teatro Primo a Villa San Giovanni ha ospitato “Temporanea dimora”, ispirato a “Una specie di Alaska” di H. Pinter, con Orazio Berenato, Chiara Trimarchi e Stefania Pecora, che ne ha curato la regia, per una produzione Teatro dei Naviganti.

La storia

Il palco si apre su una dimensione onirica quasi da incubo, con la protagonista, interpretata da Chiara Trimarchi, il fisico forgiato dallo studio: movimenti lenti e scanditi, con l’espressività ossessiva di chi è celato nel sonno senza fine. Si allarga, si dilata e poi si blocca nuovamente il corpo di Debora, intrappolata nel suo corpo senza averne la consapevolezza. Come un robot, è malata? Forse non più, ma si è destata dopo anni di sonno in cui è cambiato il mondo, gli amici e la sua stessa famiglia.

Sogno o realtà?

Anni di cui non ha mai avuto coscienza, gesti e affetti che cerca di riprendersi, invano. Il treno è passato, insieme a quei 29 anni. In scena solo in apparenza austera, si scioglie nell’affetto la sorella Pauline (Stefania Pecora, la regista) nonostante sia più giovane si è presa cura con amore della donna addormentata. E con lei il marito, il dottore (interpretato da Orazio Berenato), votato alla causa medica e all’accudimento tanto da lasciare in disparte anche la donna che ha sposato giovanissima.

Famiglie disgregate, a volte distrutte. Ma non è un incubo fantascientifico inventato dalla penna dell’autore. Come narra la sinossi dello spettacolo, nel 1917 arrivò in Europa la malattia del sonno che colpì in pochi anni cinque milioni di persone, di cui un terzo morì.

Il prossimo appuntamento

Sabato 4 Marzo alle 21 e domenica 5 marzo alle 18:15 in programma a Teatro Primo: “Alfredino – l’Italia in fondo a un pozzo” di e con Fabio Banfo, regia Serena Piazza, uno spettacolo di Effetto Morgana, produzione MaMiMò Teatro Piccolo Orologio. La piéce ha vinto il Premio Fersen Regia 2021 XVI e miglior spettacolo e miglior drammaturgia Doit Festival di Roma 2017.

È il racconto della tragica vicenda del piccolo Alfredo Rampi, precipitato il 10 giugno 1981 in un pozzo artesiano di 80 metri nelle campagne di Vermicino, e dei disperati tentativi di salvarlo nei tre giorni successivi.

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