A Gambarie si è svolta la seconda edizione del Concorso letterario “Poesia per la Pace”
I poeti con entusiasmo hanno perfettamente compreso lo spirito dell’iniziativa e hanno declamato i loro versi con emozione e speranza
Possono i poeti portare la pace nei teatri di guerra presenti nel mondo? Sicuramente no, ma hanno il dovere di svegliare le coscienze sopite e rassegnate del mondo della cultura che, al momento, con colpevole negligenza, è spettatrice passiva rispetto alle tragedie che colpiscono, con inaudita violenza e incredibile disumanità, ogni angolo della terra.
Come non dare ragione a Papa Francesco il quale dice: «Viviamo una terza guerra mondiale combattuta a pezzi» e, nonostante gli appelli continui del Santo Padre, nessun intellettuale, in maniera organica e propositiva, ha il coraggio di coagulare il variegato mondo culturale per unirsi al fine di creare un movimento di pressione nei confronti dei governanti che hanno smarrito la ragione. Eppure l’Italia, forte di una Costituzione, correttamente definita “un’opera d’arte”, avrebbe la possibilità di farsi promotrice di un percorso di pace.
L’art.11 della nostra amata carta costituzionale potrebbe essere d’aiuto e di supporto per aprire un dibattito serio, coerente ed unitario in ogni angolo d’Italia dove, specialmente nel periodo estivo, si celebrano concorsi e si istituiscono premi letterari. Per tentare di dare voce a tutti coloro che hanno voglia di portare avanti un percorso di attenzione verso il dramma delle guerre, con umiltà, ma tanta determinazione, si sono riuniti a Gambarie tanti poeti e loro accompagnatori, sotto i maestosi e suggestivi alberi della pinetina per parlare di pace. L’occasione è stata caratterizzata dalla seconda edizione del premio letterario tematico “Poesia per la pace”.
Ovviamente il concorso, senza avere natura competitiva, è stato uno strumento per riunire oltre gli ottanta poeti partecipanti per esprimersi, attraverso i versi poetici, al fine di riflettere sulla rassegnazione che ormai ha prevalso la società civile per combattere contro gli orrori, ai quali interdetti, si assiste quotidianamente.
L’iniziativa è stata realizzata grazie al patrocinio dell’amministrazione del Comune di Santo Stefano in Aspromonte, guidata dal sindaco dr. Francesco Malara, che per il secondo anno consecutivo ha condiviso e abbracciato il progetto ideato e coordinato dallo scrittore Giovanni Suraci. L’edizione 2024 ha coinvolto come sponsor, aziende leader nel settore alimentare, impegnate nel campo culturale, come la “Fattoria della piana”- “Panificio, biscottificio Penna Vincenzo”, “Società cooperativa diamante salumi d’Aspromonte”, “Cooperativa Agricola cinque talenti” e “l’Hotel centrale” di Gambarie che, tra l’altro, ha permesso di continuare la manifestazione dopo che la pioggia ha interrotto l’evento programmato nell’incredibile scenario della pinetina immersa nel verde del meraviglioso centro turistico aspromontano.
La partecipazione anche in questa seconda edizione è stata straordinaria. I poeti con entusiasmo hanno perfettamente compreso lo spirito dell’iniziativa e hanno declamato i loro versi con emozione e speranza. Emozione perché ognuno di loro potrà dire: «io c’ero e ho fatto qualcosa per evidenziare il dramma che attanaglia il mondo»; speranza, perché questo urlo che parte dal cuore dell’Aspromonte possa essere recepito dai nostri governanti. È stata forte la tensione emotiva nella visione di un video realizzato dall’artista Orsola Toscano, con musiche del maestro Mario Taverriti, su un testo di alto valore etico scritto dal presidente della giuria Padre Giuseppe Sinopoli.
Dopo l’inizio dei lavori aperti con un’introduzione del coordinatore del premio, lo scrittore Giovanni Suraci e i saluti istituzionali del sempre attento e presente Sindaco di Santo Stefano in Aspromonte, dr. Francesco Malara, ha relazionato Padre Giuseppe, il quale con grande tensione emotiva ha testualmente detto: «Una poesia non ispirata alla pace, resta nel limbo della sterilità umana e letteraria. Essa è contemplazione, modulazione, liberazione, creatività, manifestazione, condivisione. Ti rapisce e ti conduce nell’olimpo delle parole, che vogliono la carne e il sangue di chi le scrive sulla pietra dell’esodo e di chi si siede sulla terra nuda e con l’animo del bambino ascolta. Come questi alberi ad alto fusto che ti fanno mettere naso in su e spingono il tuo sguardo in quella sensazione emozionale d’immenso difficile a descriverla, ma non nel goderla».
La relazione introduttiva ha toccato tutti i temi che attualmente affliggono l’umanità e le conclusioni hanno trasmesso con forza un desiderio di speranza e di pace che ha l’obiettivo di contaminare i governanti, al momento, chiusi nella convinzione che i loro interessi siano superiori alla pace tra i popoli. I lavori di questa “Festa della Pace” si sono aperti nel pomeriggio con l’intervento del vicario della Curia Arcivescovile di Reggio Calabria- Bova, padre Pasqualino Catanese, che ha ribadito l’impegno della Chiesa per aprire negoziati di pace in tutte le parti del mondo e si è preso l’impegno di riportare gli atti dell’incontro a S.E. mons. Fortunato Morrone. L’incontro si è concluso nel tardo pomeriggio dopo che, il Sindaco, il Presidente della giuria e il coordinatore, hanno ringraziato uno ad uno tutti i giurati: Samantha De Martin, Pina De Felice, Alessandra di Camillo, Alfredo Iatì, Marina Neri, Daniela Scuncia, Francesco Tassone, Mario Taverriti, Orsola Toscano, Ilda Tripodi, Alfredo Vadalà, che in piena estate hanno sacrificato tempo prezioso per dedicarsi all’ evento che ha prodotto tanto entusiasmo e voglia di intraprendere un percorso di impegno civile da parte di tutti.
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