L’urgenza di salvare il Grecanico: la lingua delle radici calabresi a rischio estinzione
Tra identità e futuro, l'insegnamento obbligatorio del grecanico nelle scuole come chiave per preservare un patrimonio unico

La lingua grecanica, espressione vivente della storia e della cultura della Calabria, sta scomparendo lentamente, portando con sé un patrimonio inestimabile di tradizioni e memoria. Questa lingua millenaria, erede diretta della storia gloriosa di quella parte d’Italia dove ha prosperato fino al secolo scorso, è oggi parlata solo da una sparuta comunità, mentre la sua trasmissione alle nuove generazioni è in grave pericolo. Preservare il grecanico non è soltanto una necessità linguistica: significa proteggere l’identità di un popolo e il legame profondo con le sue radici.
Con una storia che si estende per oltre tremila anni, il grecanico rappresenta una lingua arcaica che ha mantenuto una sorprendente continuità grazie all’isolamento geografico delle comunità grecofone. La lingua degli antenati, dei coloni dorici, della Magna Grecia e persino di Omero. Questo legame diretto con la cultura classica rappresenta un motivo di orgoglio e una responsabilità collettiva che richiede un intervento immediato.
Nonostante il suo valore storico e culturale, il grecanico è inserito dall’UNESCO tra le lingue a rischio di estinzione. Le ragioni sono molteplici: l’emigrazione, l’assimilazione culturale e l’assenza di politiche educative adeguate che hanno reso sempre più difficile la trasmissione della lingua. La scolarizzazione, indicata dagli esperti come la principale strategia per salvaguardare le lingue minoritarie, incontra ostacoli enormi. I tagli al settore educativo, il dimensionamento scolastico e le conseguenze dell’autonomia differenziata stanno minando la possibilità di offrire un insegnamento strutturato del grecanico nelle scuole.
Il dimensionamento scolastico, che prevede l’accorpamento delle scuole con un numero non sufficiente di iscritti rispetto a quanto indicato dal Ministero, penalizza soprattutto le aree interne e meno popolate come la Calabria grecanica. Queste politiche compromettono la possibilità di attivare corsi specifici dedicati alla lingua: è tutta una questione di fondi e di finanziamenti. L’autonomia differenziata rischia di ampliare ulteriormente le disuguaglianze regionali, rendendo il grecanico ancora più vulnerabile.
Per invertire questa tendenza, è necessario un impegno concreto da parte delle istituzioni, come l’insegnamento obbligatorio nelle scuole dell’Area grecanica, il finanziamento di progetti educativi specifici e la creazione di programmi di formazione per docenti qualificati. Riconoscere il grecanico come materia obbligatoria nelle scuole delle aree interessate è un passo fondamentale, essendo quella grecanica un’area in cui è riconosciuto dallo Stato il bilinguismo. In questo modo, si può assicurare che le future generazioni possano apprendere e custodire questo straordinario patrimonio.
Il grecanico non è solo una lingua: è la memoria di una civiltà, il filo che lega la Calabria a un passato glorioso. La sua tutela passa necessariamente dall’insegnamento, dall’impegno collettivo e dalla volontà politica di riconoscere il suo valore inestimabile. Ogni giorno perso segna un passo verso l’oblio, ma agendo con decisione possiamo ridare al grecanico il ruolo centrale che gli spetta nella storia e nella cultura della Calabria.
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